Assemblea costituente, referendum di “indirizzo”: caos nel Pd

03 Lug 2012

Mentre i senatori Vannino Chiti e Stefano Ceccanti annunciano che la loro proposta di referendum di “indirizzo” sulla forma di governo (presidenzialismo o premierato alla tedesca) ha già raggiunto 35 firme (di cui 31 del gruppo Pd, tra cui si registra quella di Pietro Ichino), Roberto Zaccaria, deputato del Pd, costituzionalista, membro della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, rilascia alle agenzie la sua nota di disappunto.

Mentre i senatori Vannino Chiti e Stefano Ceccanti annunciano che la loro proposta di referendum di “indirizzo” sulla forma di governo (presidenzialismo o premierato alla tedesca) ha già raggiunto 35 firme (di cui 31 del gruppo Pd, tra cui si registra quella di Pietro Ichino), Roberto Zaccaria, deputato del Pd, costituzionalista, membro della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, rilascia alle agenzie la sua nota di disappunto:

Non è infrequente che alla fine della legislatura si cerchi di trasformare la frustrazione per il mancato raggiungimento di obiettivi stravaganti e frettolosi di riforma costituzionale con il rilancio di improbabili Assemblee costituenti, proroghe fantasiose di mandati degli organi costituzionali e referendum di indirizzo non contemplati dalla nostra Costituzione. Non sfugge che questo tentativo sia solo una patetica fuga in avanti dettata dalla fine del mandato legislativo.
Ci si potrebbe abbondantemente accontentare della positiva riforma costituzionale dell’art.81 Cost. e del principio dell’equilibrio di bilancio che il Parlamento, con un’amplissima maggioranza, ha introdotto nella nostra Costituzione. Inoltre, nel breve scorcio di legislatura che resta, si potrebbe concentrare l’attenzione su due sole questioni di ampia condivisione parlamentare (stando almeno alle dichiarazioni formali) e cioe’ la riduzione del numero dei parlamentari e l’abbassamento dell’ età per l’elettorato passivo alla Camera e per quello attivo e passivo del Senato. E’ certo che le modifiche più o meno ampie della Costituzione, a questo punto, sono necessariamente affidate al Parlamento che verra’ eletto nel 2013, con le procedure dell’art. 138 della Costituzione e senza altre alchimie“.

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