Rai, Pd candida Tobagi e Colombo su proposta delle associazioni

19 Giu 2012

ROMA – Oltre duecentosettanta curricula di potenziali candidati al Consiglio d’amministrazione della Rai e due nomi: Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo. Èil risultato di una giornata densa di novità per il futuro vertice di Viale Mazzini, novità che domani saranno sul tavolo dell’ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza Rai che molto probabilmente deciderà lo slittamento alla prossima settimana della convocazione della bicamerale come seggio per il voto finale dei sette consiglieri di sua competenza previsto al momento per giovedì.
Mentre a Milano si presentano i palinsesti del prossimo autunno, le associazioni chiamate in causa dal segretario del Pd Pierluigi Bersani oggi dopo una lunga riunione hanno espresso i loro nomi. O meglio Libera, il Comitato per la libertà e il diritto d’informazione, Libertà e Giustizia «hanno deciso di dare un segno inequivocabile di forte discontinuità col passato indicando una donna e un uomo impegnati da lungo tempo in percorsi di partecipazione democratica, di difesa e attuazione della Costituzione, di legalità e giustizia»: Tobagi e Colombo. Mentre Se non ora quando, ha scelto di proporre alla bicamerale una rosa di candidate: Dacia Maraini, Chiara Saraceno, Lorella Zanardo, Flavia Nardelli, Benedetta Tobagi ed Evelina Christillin. Una rosa offerta al presidente Sergio Zavoli.
«Personalità femminili – scrivono in una lettera al presidente – di indiscusso valore ed esperienza, che variamente contribuiscono a rendere l’Italia un ‘Paese per donnè». Subito arriva il via libera di Pierluigi Bersani che risponde alla lettera delle associazioni: «Siamo orgogliosi di sostenere personalità come Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo, di cui ovviamente rispetteremo l’assoluta indipendenza. Faremo di tutto perchè il Parlamento raccolga l’appello all’equilibrio di genere nel Cda Rai». E Colombo da parte sua si dice «disponibile a fare questa nuova esperienza in Rai, ho dovuto mandare anche un curriculum vitae». L’ex magistrato e ora candidato per il Cda della Rai spiega: «Con Bersani non ho parlato io ho avuto rapporti solo con le associazioni».
Ma i rappresentati del Pd in Vigilanza, quando sarà convocata come seggio, metteranno questi due nomi nell’urna. Il Pdl invece sembra prendere tempo e tace, anche sulle candidature delle associazioni. Intanto sono oltre duecentosettanta i curriculum arrivati in Vigilanza: ci sono, tra gli altri, quelli di Michele Santoro, Carlo Freccero, Giovanni Minoli, Franco Scaglia, Renato Parascandolo, Sabino Acquaviva, Stefano Passigli, Alessio Gorla, Lucio Villari. Federconsumatori e Adusbef appoggiano Giovanni Valentini e Stefano Quintarelli, il presidente del Codacons Carlo Rienzi.
Al Pdl spetta eleggere tre consiglieri (probabile conferma di Antonio Verro, in lizza anche Guido Paglia, Giancarlo Galan, Rubens Esposito e Antonio Pilati), l’Udc potrebbe confermare Rodolfo De Laurentiis (ipotesi non scontata), la Lega – cui spetterebbe l’ultimo consigliere – ha fatto sapere che non indicherà nomi. «La Rai è spesso facile bersaglio di critiche e considerazioni a volte superficiali e ingenerose, ma sa reagire con i numeri e la qualità. Per questo voglio ringraziare tutti i lavoratori della Rai, che sanno esprimere quell’orgoglio del servizio pubblico che è l’orgoglio di tutti gli italiani», ha detto oggi il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, alla presentazione dei palinsesti in quello che è sembrato un commiato.
Ma la strada è ancora lunga: dopo i sette consiglieri la Vigilanza dovrà ratificare o meno il nome del presidente scelto dal governo, Anna Maria Tarantola e il Cda poi dovrà dare il suo via libera al direttore generale, Luigi Gubitosi. Guarda avanti Fulvio Fammoni, sindacalista e presidente della Fondazione di Vittorio, che parla come portavoce del Comitato per la libertà di informazione. «La parte più importante della decisione di oggi delle associazioni sul Cda della Rai – dice – è quella della richiesta dell’apertura immediata di un cantiere di discussione sulla riforma della governance per superare la legge Gasparri che troppi danni ha provocato e contro norme bavaglio sempre in agguato. Bisogna aprire la discussione con le associazioni disponibili, e con il segretario Pd intendiamo discutere tempi e modalità di questo percorso che deve partire subito».

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