Idv: “Una forza d’urto contro queste riforme”

13 Giu 2012

Antonio Di Pietro e il suo partito sono impegnati nella difesa della Costituzione. “Se fosse per me e per l’Idv, – dice Antonio Di Pietro nell’intervista al nostro collaboratore Francesco Palladino – la nostra preferenza è di non toccare la Costituzione. Anzi, dovrebbe essere applicata meglio in alcune parti, prevedendo leggi di attuazione. Comunque se dovessimo piegarci al cambiamento per volontà delle altre forze politiche, noi ci batteremo per mantenere il sistema bicamerale e certamente non è nostra intenzione trasformare la Repubblica parlamentare in semipresidenziale.

La seconda parte della Costituzione (dall’articolo 56) va salvata dalle modifiche azzardate ed imprudenti che proprio in questi giorni sono in discussione nell’aula di palazzo Madama: la discussione generale si è chiusa ieri e la settimana prossima, con ogni probabilità, ci sarà il voto, il primo di quattro tra Camera e Senato. Per i ddl di cambiamento della Costituzione è richiesta, infatti, la doppia lettura parlamentare. Com’è noto, nella proposta di nuova legge è contenuto anche l’emendamento (fortemente voluto dal Pdl, da Berlusconi ed Alfano) che mira ad inserire nell’ordinamento il semipresidenzialismo con l’elezione diretta del Capo dello Stato. I più autorevoli costituzionalisti italiani hanno già bocciato senza appello il progetto di riforma, definito dal presidente emerito della Consulta, Ugo De Siervo, “un pasticcio incredibile”. La nostra Carta fondamentale cambierebbe davvero volto se fosse approvato il ddl, che prevede, fra l’altro, il rafforzamento dei poteri del presidente del consiglio, la sfiducia costruttiva, la riduzione del numero dei parlamentari, la differenziazione delle funzioni delle due Camere.
Anche il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, e il suo partito sono impegnati nella difesa della Costituzione. “La legge fondamentale italiana è chiara e coerente, un testo di cui andare orgogliosi davanti al mondo” mi dice Di Pietro. “Se fosse per me e per l’Idv, la nostra preferenza è di non toccare la Costituzione. Anzi, dovrebbe essere applicata meglio in alcune parti, prevedendo leggi di attuazione. Comunque se dovessimo piegarci al cambiamento per volontà delle altre forze politiche, noi ci batteremo per mantenere il sistema bicamerale e certamente non è nostra intenzione trasformare la Repubblica parlamentare in semipresidenziale. Soprattutto riteniamo sbagliato e mortificante che l’opera dei nostri padri costituenti, che hanno anche combattuto nella resistenza, venga demolita da questo Parlamento così poco rappresentativo, di nominati, alla fine della legislatura. Una riforma così importante dovrebbe essere discussa nel paese, con i cittadini, perché le proposte di modifica in esame riducono gli spazi di democrazia e anzi rischiano di riportare nel nostro paese una forma di regime… e non dimentichiamo che di recente uomini politici come Berlusconi hanno utilizzato le istituzioni per fini personali! “.

Quali sono i profili della riforma costituzionale che, secondo lei, creano allarme e preoccupazione?
“Anzitutto i maggiori poteri attribuiti al premier, senza un adeguato sistema di contrappesi e senza sapere bene in qual modo egli userebbe tali poteri. E la storia del nostro paese, anche recente, come le dicevo, dimostra che a volte abbiamo offerto un dito e poi ci hanno preso il braccio. Inoltre ritengo che debba essere mantenuta la totale indipendenza della magistratura e quindi anche la funzione del Presidente della Repubblica nel ruolo super partes di capo del Csm. E poi, per me non è sufficiente la semplice riduzione dei parlamentari, ci vuole il dimezzamento. La nostra richiesta è esattamente il dimezzamento del numero dei parlamentari. Ecco cosa dobbiamo fare se proprio vogliamo approvare una riforma costituzionale! Questo si attendono i cittadini”.

Ma davvero si potrà approvare questa contestata riforma delle istituzioni in pochi mesi, con la sospensione estiva ormai imminente, nei due rami del Parlamento, prima delle elezioni? Il suo partito in qual modo pensa di opporsi?

“Noi ostacoleremo in tutti i modi le modifiche che sono in discussione in Parlamento e cercheremo di costruire una forza d’urto tale da impedire che, sia al Sena-to sia alla Camera, si raggiungano i due terzi dei consensi. Così da costringere la maggioranza impropria che dovesse eventualmente approvare la riforma costituzionale, ad andare al referendum confermativo della legge”.

E la legge elettorale? Il pericolo è che mentre si discute e ci si divide tra le forze politiche sulla grande riforma istituzionale, il tempo passa e non si potrà più cambiare il ‘porcellum’ prima del voto nella primavera del prossimo anno, o no?
“Davvero io penso che si sta tentando in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote di coloro che vogliono cambiare il ‘porcellum’. Per noi quello che conta è dare ai cittadini una nuova legge elettorale, perché non si può andare ad elezioni con quella attuale. Il  ‘porcellum’ è la negazione della rappresentanza democratica. Sarebbe vergognoso ed umiliante tornare a votare con il ‘porcellum’! So per certo che i parlamentari, presi trasversalmente nei diversi partiti, non vorrebbero cancellare la legge in vigore. La maggioranza di essi sta in Parlamento perché è stato indicato e nominato dalla segreteria del partito. Per ottenere la riconferma, con il ‘porcellum’ , dovrebbero solo inginocchiarsi davanti al segretario di turno, senza misurarsi con il giudizio dei cittadini. Ma il Capo dello Stato Napolitano si è espresso in modo molto chiaro e corretto sulla legge elettorale… guardi io ha avuto talvolta parole severe verso il Presidente, ma questa volta devo riconoscere che ha manifestato una posizione responsabile che rispetto, e per la quale esprimo il mio ringraziamento, perché egli ha detto ai partiti, ha detto a tutti noi, che sarebbe inaccettabile ed irresponsabile per la democrazia del nostro paese, tornare a votare con la legge attuale. E siccome ci siamo impegnati di fronte a lui e agli elettori, non possiamo adesso rinunciare a cambiare il ‘porcellum’ . Per cui sono certo che una qualche riforma della legge si farà, in modo da dimostrare che si è data una risposta alla richiesta del Capo dello Stato. Poi dovremo vedere che tipo di legge elettorale si farà. Nessuno sa, adesso, se non cadremo dalla padella nella brace!
Comunque le decisioni dovranno arrivare prima della fine dell’estate, altrimenti non si farà più nulla. A gennaio, ne sono convinto, si procederà allo scioglimento anticipato delle Camere, per dare al Parlamento che sarà eletto, un congruo tempo per poter ragionare senza confusione, sul nome del nuovo Capo dello Stato”.

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