La Costituzione: attuarla o riformarla?

12 Giu 2012

Ieri a Firenze si è svolto un importante incontro sulle riforme costituzionali allo studio nell’aula del Senato. Hanno partecipato Rosy Bindi, Sandra Bonsanti, Vannino Chiti e i costituzionalisti Paolo Caretti e Ugo De Siervo. Leggi l’articolo di Simona Poli su La Repubblica Firenze

A Firenze, presso l’Auditorium Stensen, si è svolto un interessantissimo incontro organizzato da Libertà e Giustizia e l’associazione Politica e Società dal titolo “La Costituzione, attuarla o riformarla?” con Sandra Bonsanti, Rosy Bindi e Vannino Chiti e i costituzionalisti Paolo Caretti ed Ugo De Siervo, Presidente emerito della Corte Costituzionale.
Introduce Sandra Bonsanti, dichiarando senza se e senza ma, quale sia la posizione di Libertà e Giustizia rispetto alla proposta di riforma costituzionale in senso semipresidenzialista: mobilitazione contro la riproposizione di uno schema che riemerge dalla melma della prima Repubblica, frutto di un progetto di frange fascistoidi e golpiste ( Edgardo Sogno), di Gelli e della P2 e rilanciata infine da Craxi.
Non ci convince nemmeno chi dice che non si farà questa riforma “…perché’ non ci sono i tempi…!” La chiesa ha i suoi “non possumus” : e perché un partito non può averli, i propri non possumus ?
Per questo, prima del prossimo voto chiederemo a tutte le forze politiche “per quale Repubblica siete?”.
Questo non significa una chiusura concettuale a questa formula di governo in altri paesi, il Presidenzialismo o semipresidenzialismo esiste e non e’ uno scandalo, ma deve innestarsi in efficaci sistema di garanzie e contrappesi.
La riforma presidenzialista presentata in Italia è una cialtroneria; in un momento sociale come questo mettere in fibrillazione anche le nostre istituzioni sarebbe un errore gravissimo.
Libertà e Giustizia ha chiesto che non si tocchi nulla dell’attuale Carta e vengano abbondante le varie proposte come la bozzaViolante, quella degli Sherpa…che spalancano la porta alle proposte della destra.
Chiediamo invece di attuare la Costituzione, ad esempio l’articolo 49 della Costituzione tanto cara a Leopoldo Elia.
Convogliamo invece queste pulsioni nella riforma della legge elettorale.
Per il prof. Paolo Caretti il tema della riforma costituzionale non è mai stato trattato in modo così criptico come viene fatto dai politici in questi mesi; ne sanno qualcosa solo gli specialisti. Quando si modificano le Costituzioni i cittadini devono essere informati e resi partecipi. In questo momento non c’è informazione corretta ed adeguata.
Che cosa e’ una Costituzione e a che cosa serve, come e’ nata quella nostra e come ha funzionato: rispondiamo prima a queste domande e poi valutiamo se sussistono motivi per modificarla oppure no.
Una Costituzione è un insieme di principi nei quali si riconosce una società che mira a darsi una stabilità. Il nucleo della Costituzione va preservato. Un altro obiettivo fondamentale delle moderne costituzioni è quello di porre dei limiti alle maggioranze politiche che si alternano nel Parlamento.
La nostra Carta è nata in un momento drammatico e costruita in modo organico, nella parte prima sono enunciati i diritti fondamentali, mentre nella seconda parte si sviluppa l’organizzazione dei poteri;sarebbe un errore pensare che questa seconda parte sia separato dalla prima, i costituenti pensarono la seconda parte come funzionale rispetto alla prima. Gli organi di garanzia sono il Capo dello Stato Corte Costituzionale.
Come ha funzionato la nostra Costituzione? La Costituzione ha assorto in pieno al suo compito, il compito di unire il Paese che quando nacque era enormemente diviso. Molto ancora deve essere fatto, ma non dipende dalle regole costituzionali, piuttosto dalla politica. Ciò che serve cambiare nella nostra attuale Costituzione, riguarda solo alcuni punti che ne rendano più’ efficace il suo funzionamento. Le regole ora proposte in Senato ( ad es. riduzione parlamentari: siamo sicuri che questo serva ad accrescere il funzionamento del Parlamento o e’ semplicemente una risposta demagogica ?); ricordiamo invece che ci sono state stagioni in cui un Parlamento così formato ha prodotto leggi che hanno modernizzato il nostro paese…
Abbassamento dell’età per elettorato attivo e passivo, ma non migliora certo il funzionamento. Superamento del bicameralismo perfetto ;c’era un progetto di riforma per definire funzionalmente due camere profondamente diverse: una camera nazionale ed una delle autonomie locali ( con competenze effettivamente diverse ), ma si e’ accantonata pensando che il Senato si dovrebbe occupare dei ddl che riguardano le competenze regionali, per tutto il resto rimarrebbe la navetta tra Senato e Camera. Come se capire se un ddl e’ di competenza regionale fosse una cosa semplice; si prevede che se una Camera richiama una legge già approvata dall’altra Camera, può modificarla…questa proposta di riforma peggiora enormemente la funzione parlamentare e di governo. Rafforzamento della figura del Presidente del Consiglio: si prevede che la fiducia preventiva e la sfiducia si possa solo al Presidente del Consiglio, con la conseguenza che se il Presidente del Consiglio pone un voto di fiducia e il Parlamento lo nega, egli può chiedere lo scioglimento delle Camere; questa prerogativa passa quindi dal Presidente della Repubblica a quello del Consiglio (si e’ introdotta questo attraverso l’istituto della sfiducia costruttiva).
Gli istituti costituzionali non funzionano in tutti gli ordinamenti il modo uguale, in Germania funziona perché c’è un sistema bipartitico che ha alla base dei principi condivisi, ma in un sistema frazionato come il nostro questo non potrebbe funzionare. Questa proposta non risponde all’esigenza di rendere più’ efficiente il nostro sistema. Rispetto al semipresidenzialismo, il prof. Caretti afferma di essere contrario, perché questo vorrebbe dire abbandonare la nostra tradizione e seguire una strada completamente diversa. Vorrebbe dire creare un polo istituzionale che ha una legittimazione politica più forte di tutti. Il Parlamento scivolerebbe sullo sfondo (ad es. il Parlamento francese non viene mai messo in risalto dai media, la sua funzione e’ solo ratificatoria, è una maggioranza che sostiene il Presidente.
Questi eventuali tipi di proposte devono essere ben spiegate ai cittadini.
Sull’eventualità di questo tipo di riforme nel nostro paese, bisogna dare anche un giudizio storico politico, pensiamo al Berlusconismo. Pensiamo alla legge bavaglio…e alle leggi che sono state bloccate dal passaggio tra le due Camere.
Ugo De Siervo afferma che la Costituzione e’ una cosa piccola, appena 139 articoli, ma qui risiedono i principi della democrazia italiana. Le Costutuzioni vivono anche attraverso saggi cambiamenti. La nostra Costituzione e’ stata ritoccata a partire dal 48 ben 35 volte. Quando si pone mano alla sua modifica, l’opinione pubblica va coinvolta. I partiti devono occuparsi di fare due cose: la riduzione del numero dei parlamentari e dare un senso al nostro bicameralismo, rafforzando il nostro regionalismo. Queste due esigenze non sono state raccolte: i parlamentari verrebbero ridotti del 20 per cento, ma sulla differenziazione funzionale delle due Camere ( tra Camera delle regioni, e Camera nazionale, com’è in tutto il mondo, non se ne è fatto cenno); si assolve solo in parte la prima esigenza, cambiando 13 articoli della costituzioni, dei quali 7 o 8 sono lenzuoli nei quali si modifica il modo con il quale si fanno le leggi, si tagliano le unghie al Presidente della Repubblica, si aumentano i poteri del Presidente Consiglio. E’ una follia.
Questo testo di riforma deve essere ridotto enormemente. Non si può sbagliare nella riforma delle Costituzioni.
Addirittura si propone che il nuovo Presidente della Repubblica nomini alcuni membri del CSM e ne sia al contempo Presidente…Il Pd non deve votare questo testo. Questo meccanismo può essere pensato solo per non fare la legge elettorale, o per fare una campagna elettorale. Il timore e’ che poi il Parlamento risulti aver promesso cose che non manterrà. Speriamo che il Parlamento sappia fare le sole due cose necessarie, la riforma elettorale accettabile e la riduzione dei parlamentari.
Rosy Bindi asserisce che le preoccupazioni sono motivate. Avendo assistito in questi anni a molte follie, e’ bene stare molto attenti. La direzione del Pd è stata chiara, il Pd non baratta la legge elettorale con il cambiamento della Costituzione. L’urgenza è il cambiamento della legge elettorale e la riduzione dei parlamentari,sono fattibili solo queste due riforme. Nel Pd ci sono alcune simpatie semipresidenzialiste, ma teniamo presente che questo Parlamento non è nemmeno legittimato (per i trasformisti e gli inquisiti).Il semipresidenzialismo e’ una tra le forma di governo più pericolose per la vita del nostro paese. La classe politica ha fatto di tutto per essere così dileggiata, ma chi alimenta il semipresidenzialismo vuole un capo dello Stato fortissimo, non vuole i partiti ed un Parlamento ammutolito, quindi c’è il dubbio che il disegno nasconda qualcosa di diverso…§
La faglia tra politica e cittadini non si ricuce con una giornata di primarie, ma con la ricerca e la condivisione dei metodi per dare una risposta di governo adeguata. Per attuare la Costituzione e ricucire il rapporto con il paese bisogna non solo fare le piazze delle domande e delle proteste, occorre trovare le risposte, rielaborare il progetto economico sociale e politico del paese nell’ottica dell’attuazione della nostra Costituzione.
Vannino Chiti spiega che la preoccupazione principale è che non c’è attenzione dell’opinione pubblica su queste riforme; ora deve essere il momento della serietà e della responsabilità. Le riforme che si devono fare sono: intervenire sul numero dei parlamentari e sulla legge elettorale. La direzione del Pd ha detto una cosa chiarissima, che il semipresidenzialismo non e’ l’opzione del Pd. Ora va detto al Pdl che la proposta del semipresidenzialismo venga ritirata, ma se dovesse restare in campo ne parlerà il nuovo Parlamento. Un cambiamento radicale della nostra Costituzione non si può fare sulla testa sei cittadini, non c’è stato dibattito pubblico. La Costituzione non e’ dei partiti ma dei cittadini.
Se viene ritirata questa opzione, occorre fare attraverso una legge costituzionale una riduzione dei parlamentari, il resto lo lasciamo ad una legge da sottoporre al referendum dei cittadini. Al di là di come sono eletti i parlamenti, abbiamo cambiato le nostre leggi elettorali, di conseguenza bisogna cambiare l’art. 138, in modo che i cambiamenti costituzionali siano sempre sottoposti a referendum popolare. Questa proposta fu presentata da Scalfaro.
Sul bicameralismo ci sono due opzioni: l’Italia ha due modelli per riformare le sue Camere, o seguire il modello tedesco con Camera regionale, o quello degli Stati Uniti, con due Camere.
La sfiducia costruttiva può essere un fatto importante. E’ necessario stare attenti a ciò che si cambia nelle Costituzioni. In Europa la democrazia viene riplasmata, tra Parlamento nazionale e sovranazionale. La democrazia nei singoli Stati nazionali non ce la fa più, occorre fare una battaglia sovranazionale per ridefinire assetti democratici realmente efficaci.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Le scuole di Libertà e Giustizia

L’Unione europea come garante di democrazia, pace, giustizia

In vista della legislatura 2024-2029, l’associazione Libertà e Giustizia propone sette incontri sul ruolo del Parlamento europeo e le possibilità di intervento dei singoli cittadini e delle associazioni

Approfondisci

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.