Democratici pro Presidenzialismo

01 Giu 2012

Il disegno di legge sulle riforme costituzionali, già votato in Commissione, approda al Senato. Oltre al premierato forte con relativo indebolimento delle funzioni del Parlamento e di quelle del Capo dello Stato, c’è anche il semipresidenzialismo. Si dichiarano favorevoli i democratici Giorgio Tonini, Enrico Morando e Umberto Ranieri e i costituzionalisti d’area Stefano Ceccanti e Augusto Barbera

Il disegno di legge sulle riforme costituzionali, già votato in Commissione, approda al Senato. Oltre al premierato forte con relativo indebolimento delle funzioni del Parlamento e di quelle del Capo dello Stato, c’è anche l’emendamento del Pdl per l’elezione diretta del presidente della Repubblica, il semipresidenzialismo annunciato da Berlusconi e Alfano nella conferenza stampa del 25 maggio scorso. Si dichiarano favorevoli i democratici Giorgio Tonini, Enrico Morando e Umberto Ranieri e i costituzionalisti d’area Stefano Ceccanti e Augusto Barbera che in un’intervista al Corriere dice  che “la proposta del Pdl non è campata per aria e i tempi per approvarla ci sarebbero”.

Di diverso avviso l’appello dei 12 giuristi rilanciato con una raccolta firme sul sito di LeG e sottoscritto da migliaia di cittadini preoccupati che in un clima di totale discredito della classe politica, di crisi economica e sociale, l’unica solida certezza su cui si fonda il Paese, la nostra Carta, venga incrinata da riforme improvvisate e avventurose.

Anche Ugo De Siervo, ex Presidente della Corte Costituzionale, con un commento su La Stampa, aggiunge le sue preoccupazioni a quelle dei suoi dodici colleghi: “Allora hanno ragione quei giuristi che alcuni giorni fa hanno chiesto di arrestarsi in questa improvvisata riscrittura della Costituzione, senza che su questi temi si sia neppure discusso pubblicamente. E ciò tanto più in un paese che appena sei anni fa ha respinto con una rilevante maggioranza una vasta modifica della parte organizzativa della Costituzione, che il Parlamento aveva approvato”.

Il disegno di legge tornerà in Senato il prossimo martedì e giovedì 14 giugno è previsto il voto finale. LeG invita tutti i suoi soci e amici a firmare e a far girare il testo dell’appello, perché abbia luogo una vera discussione pubblica, e perché i cittadini, adeguatamente informati, possano far sentire la loro voce.

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