Evasione fiscale? No, eversione fiscale

22 Mag 2012

Massimo Marnetto

“In USA se evadi, hai chiuso. Non solo con lo Stato, ma con gli amici. Non ti invitano più al barbecue e ti stanno alla larga. Perché sei uno che danneggia la comunità. Inaffidabile, un bugiardo.” Bruno Tinti parla di tasse con il suo stile diretto nell’incontro di Libertà e Giustizia di Roma su “La Costituzione tradita e il sistema fiscale iniquo”.

“In USA se evadi, hai chiuso. Non solo con lo Stato, ma con gli amici. Non ti invitano più al barbecue e ti stanno alla larga. Perché sei uno che danneggia la comunità. Inaffidabile, un bugiardo. ”

Bruno Tinti parla di tasse con il suo stile diretto nell’incontro di Libertà e Giustizia di Roma su “La Costituzione tradita e il sistema fiscale iniquo” .

Ha passato anni a combattere l’evasione da magistrato e non nasconde  l’amarezza di chi ha toccato con mano la mancanza di una volontà precisa di risolvere il problema.
“Tutto il sistema di leggi e sanzioni – dice – è fatto per non funzionare. Perché se da noi si colpiscono gli evasori, si perde una bella fetta di consenso. Quel consenso acquistato con anni di “tolleranza fiscale” e di elargizioni senza limiti, che hanno causato un debito pubblico immane”.
Nella discussione emerge  l’accento sul patto di solidarietà che sta alla base del sistema fiscale sancito dalla Costituzione.
La progressività vuole dire che chi ha tanto, dà di più; chi ha poco, di meno; chi non ha abbastanza, riceve dagli altri. E questo sistema non ha solo una motivazione etica, ma anche funzionale, perché l’equità riduce gli attriti sociali e dà quindi una maggiore qualità alla convivenza.
In questi ultimi anni l’equità costituzionale è stata tradita, con l’intento preciso di distruggere il telaio della democrazia: la classe media.
“Quasi il 90% del gettito – ricorda Tinti – è garantito da lavoratori dipendenti e pensionati. Tutti gli altri hanno la possibilità di evadere e in gran parte lo fanno, perché lo Stato lo consente”
Il quadro acquista così implicazioni politiche inquietanti.
Perché questo sbilanciamento genera una pressione fiscale sempre maggiore verso i ceti più deboli, ma anche il loro rancore per la mancanza di giustizia sociale.
Un rancore sempre più vasto e  infiammabile, pronto a bruciare anche la democrazia.
Insomma, è il momento di chiamare questa gigantesca evasione di fiscale (160 miliardi l’anno!) col suo vero nome: eversione fiscale.
Prima che sia troppo tardi.
Guarda il video con l’intervento di Bruno Tinti

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