“Accompagniamo i nostri figli. La scuola non si tocca”

21 Mag 2012

“Lunedì mattina accompagniamo i nostri figli a scuola. Non per paura ma per fiducia”. E’ l’iniziativa che Libertà e Giustizia ha lanciato sul suo sito dopo la tragedia di Brindisi. “La bomba di Brindisi – è il ragionamento dell’associazione che si propone di dar voce alla società civile ed è presieduta da Sandra Bonsanti – chiunque l’abbia messa, ha l’intrinseco effetto di minare alla base un pilastro della convivenza civile, di metterci paura” e di colpire il rapporto fiduciario tra famigle e Stato che ogni mattina viene plasticamente rappresentato da milioni di ragazzi che vanno a scuola, che le famiglie affidano tranquillamente allo Stato “perché li educhi e li custodisca per alcune ore”. E chiaro che l’attentato di Brindisi, qualunque ne sia la matrice, mette in dubbio il perpetuarsi di questo rapporto fiduciario, mina la sicurezza che ciascuno ripone in questa semplice, normalissima situazione di “affidamento” quotidiano.

“Per questo – dice Libertà e Giustizia” – , proponiamo che tutti i genitori italiani che hanno figli a scuola, lunedì mattina ribadiscano questo rapporto. Come? Accompagnando i loro ragazzi (di qualunque età) alle rispettive scuole, “riconsegnandoli” simbolicamente a presidi e insegnanti, ripetendo a questi valorosi rappresentanti dello Stato la piena fiducia che

nessuna bomba potrà mai scalfire. Così, davanti a tutte le scuole italiane, per qualche minuto, potrà ricomporsi questa fondamentale unità tra società (famiglie) e Stato attraverso la pubblica educazione. Non per paura ma per fiducia”.

Un’iniziativa che ci sembra degna di supporto. E’ un’idea che Libertà e Giustizia lancia, che Repubblica.it sostiene e che non ha bisogno di particolare organizzazione. Ciascuno potrà interpretarla come preferisce. I genitori potranno, se lo vorranno, riunirsi in gruppi per parlare con i presidi per ribadire un concetto. Pochi minuti del nostro tempo solo per dire: “Non abbiamo paura e vogliamo difendere le regole e gesti della normale convivenza civile”.

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