E’ la società civile che può salvare la democrazia

14 Mag 2012

A conclusione del ciclo di incontri “La Costituzione in mano, un articolo al giorno” il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky ha tenuto l’ultima lezione “Difesa della Costituzione e della Democrazia” presso il Conservatorio di Torino

A conclusione del ciclo di incontri “La Costituzione in mano, un articolo al giorno” il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky ha tenuto l’ultima lezione “Difesa della Costituzione e della Democrazia” presso il Conservatorio di Torino.
Come ha sottolineato Paolo Volpato, coordinatore del circolo di Torino di Libertà e Giustizia, questo ciclo di incontri ha coinvolto, oltre al Conservatorio, otto medie superiori e due scuole medie per otto lezioni ciascuna.

Il professor Zagrebelsky ha iniziato il suo intervento osservando che, dopo numerosi incontri, ha rilevato negli studenti un forte interesse per questi temi.
A questo interesse non corrisponde però un adeguato desiderio da parte dei giovani a partecipare in un qualche modo alla vita politica.
Le motivazioni sono essenzialmente due: il rapporto tra politica e corruzione e l’assenza di punti di riferimento forti offerti dalla politica stessa.
La corruzione all’interno della politica ha origine dall’esasperazione del rapporto tra scambio di favori e fedeltà, rapporto rafforzato dall’attuale legge elettorale. La crisi economica esaspera questo fenomeno favorendo le grandi strutture criminali che, fornendo protezione e lavoro, si diffondono nel nostro tessuto sociale.
Questo approccio si è trasferito anche in realtà meno violente ma in cui se non si è nel “giro” giusto non si fa carriera perché anche in questi ambienti quel che conta non è la capacità del singolo ma la sua fedeltà.
La raccomandazione e i favoritismi alimentano la corruzione e inducono una società solo apparentemente democratica.
Cadute le ideologie del ‘900, sono sparite le diversità all’interno della politica e questa si è trasformata in pura amministrazione ove quel che premia è la capacità tecnica della gestione economica.
Ma se muore la politica muore la democrazia!
Chi può proporre nuove idee forti se i partiti non sanno differenziarsi sui modelli di società e sui modelli di sviluppo?
Sono le associazioni di cittadini che, a questo punto, devono assumersi la responsabilità di proporre nuovi modelli e contemporaneamente di dar voce a quelle persone che cercano di opporsi a quei meccanismi che vanno dalla raccomandazione alla corruzione e che da soli non avrebbero altra alternativa che sopportare o adeguarsi.
Alle associazioni quindi l’arduo compito di immaginare il futuro del nostro paese e conseguentemente salvarne la democrazia.

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