23 maggio 1992

23 Apr 2012

“Il 23 maggio, vent’anni fa. Alle 17, 56 minuti e 48 secondi gli strumenti dell’Istituto di Geofisica e di Vulcanologia di monte Erice registrano ‘un piccolo evento sismico’ con epicentro fra i comuni di Isola delle Femmine e Capaci’. Non è un terremoto. È una carica di cinquecento chili di tritolo che fa saltare in aria Giovanni Falcone

“Il 23 maggio, vent’anni fa. Alle 17, 56 minuti e 48 secondi gli strumenti dell’Istituto di Geofisica e di Vulcanologia di monte Erice registrano ‘un piccolo evento sismico’ con epicentro fra i comuni di Isola delle Femmine e Capaci’. Non è un terremoto. È una carica di cinquecento chili di tritolo che fa saltare in aria Giovanni Falcone. È il magistrato più amato e più odiato del Paese. Da vivo è solo. Da morto è esaltato e osannato, il più delle volte dagli stessi nemici che ne hanno voluto le sconfitte” (Attilio Bolzoni, 8 aprile 2012). Con questa citazione Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia apre il pomeriggio di sabato 21 aprile, giornata di studio dedicata al ventennale dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, organizzata a Seravezza dal circolo versiliese di Libertà e Giustizia “Giovanni Ferrara”, Libera Versilia, Fiba Cisl e Arci Versilia.
Un momento di riflessione – condiviso anche con Giuseppe Quattrocchi, Procuratore della Repubblica di Firenze, con Domenico Manzione, Procuratore della Repubblica di Alba e con un folto pubblico – dove ne è uscito uno spaccato politico-sociale dell’Italia degli ultimi venti anni. Questo è il tempo trascorso dalle stragi di mafia (o di Stato?); un tempo che non sembra aver reso pienamente consapevoli gli italiani della loro libertà che può essere esercitata soltanto nel pieno rispetto della Costituzione.
Ma c’è una via d’uscita per recidere i lacci che, anche inconsapevolmente, alimentano quella zona d’ombra “pubblico-privato”, oggi più che mai alla ribalta delle cronache nazionali? La formula risolutiva non c’è, ma come sempre la Storia ci viene incontro. Basta rileggere, come ha suggerito il Procuratore Manzione, il significato dello splendido affresco raffigurante “Allegoria ed effetti del Buon Governo” di Abrogio Lorenzetti (1338-1339), conservato nel Palazzo Pubblico di Siena. Un’opera di incredibile attualità, commissionata per ispirare l’operato dei governatori cittadini, che in quella sala si riunivano e decidevano le sorti della loro città.

* Coordinatrice del circolo versiliese di LeG

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