No Tav a Milano, occupato Palazzo Marino contro la visita di Caselli

27 Mar 2012

La protesta dei “No Tav”, oggi, si è concentrata a Milano, dove una decina di militanti del movimento, hanno fatto irruzione a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, per protestare contro la visita, prevista oggi alle 18, del procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli.
Il gruppo legato al centro sociale “Il cantiere”, ha occupato la sala Alessi dell’edificio, dove si dovrebbe tenere l’incontro organizzato dall’Anpi, e ha esposto nel cortile uno striscione con la scritta: “Non usate la memoria dei vecchi partigiani contro i partigiani di oggi. Da che parte fischia il vento”.
All’incontro con il magistrato sono stati invitati anche Umberto Ambrosoli, il presidente nazionale dell’Anpi, Carlo Smuraglia e Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia. A cercare di arginare la manifestazione e trovare una mediazione con i No Tav che vogliono impedire l’incontro, sono giunti gli agenti della Questura, i consiglieri comunali e i rappresentanti di Palazzo Marino, oltre il direttore generale Davide Corritore, il responsabile dei rapporti istituzionali Gianni Confalonieri, il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo e alcuni consiglieri.
Le prime reazioni politiche sono giunte dalla Lega e dal Pd. La prima, attraverso le dichiarazioni del  capogruppo della Lega in consiglio comunale Matteo Salvini, ha definito l’accaduto dicendo che: “Con Palazzo Marino occupato, il sindaco Pisapia raccoglie quello che ha seminato, amoreggiando con no global e centri sociali”. Per la Lega la soluzione sarebbe negli “sgomberi”.
Secondo il responsabile sicurezza del Pd Emanuele Fiano, invece, definisce l’atto dei No Tav “un atto squadrista”, descrivendo il movimento come “animato da pulsioni che niente hanno a che fare con l’espressione democratica del dissenso, ma punta piuttosto a colpire le persone in quanto simboli”.
Caselli, “simbolo dello Stato di diritto, paladino della lotta alla mafia e al terrorismo”, per Fiano, non deve essere colpito da “questo genere di azioni – che aggiunge Fiano – sono del tutto incompatibili con uno Stato di diritto”.
Come spiega l’esponente Pd, rischiano di “esasperare una situazione di tensione generale già altissima e pericolosa”.

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