Sfiducia nei partiti: perché non lo capiscono?

27 Feb 2012

Massimo Marnetto

I cittadini hanno l’interesse a cambiare la legge elettorale, ma non il potere per farlo: i partiti hanno il potere, ma non l’interesse: come se ne esce? Da questa domanda si è sviluppata una profonda riflessione nell’incontro che Libertà e Giustizia di Roma ha organizzato con il costituzionalista e senatore Stefano Ceccanti e la giornalista e scrittrice Concita De Gregorio

I cittadini hanno l’interesse a cambiare la legge elettorale, ma non il potere per farlo:  i partiti hanno il potere, ma non l’interesse: come se ne esce?

Da questa domanda si è sviluppata una profonda riflessione nell’incontro che Libertà e Giustizia di Roma ha organizzato con il costituzionalista e senatore Stefano Ceccanti e la giornalista e scrittrice Concita De Gregorio sulle proposte di cambiamento della legge elettorale.
Subito si è capito che l’epicentro della crisi della rappresentanza sono i partiti,  screditati anche dalla  legge dei rimborsi elettorali, resa di pubblico dominio dallo scandalo Lusi, che ha acuito una distanza con l’opinione pubblica ormai critica.
“Le ultime ricerche – dice De Gregorio – parlano di un 4% di italiani che hanno fiducia nei partiti. Se togliamo chi ne fa parte, il dato è drammaticamente prossimo allo zero. E questo è un rischio altissimo per l’Italia. Un rischio che una moderna democrazia non può permettersi”.
“Il PD aveva proposto il collegio uninominale con il doppio turno – spiega Ceccanti – proprio per riavvicinare elettori ed eletti, ma questo sistema non è stato sostenuto da nessun partito. Allora per uscire dal “porcellum” abbiamo dovuto virare su una proposta che è più condivisa e che punta su collegi piccoli, con pochi candidati e una soglia di sbarramento ragionevole. Certo, ci piaceva di più la nostra proposta, ma quello che vogliamo assolutamente evitare è tornare a votare con questa legge. E questo  rischio è ancora altissimo “.
Tante e dirette le domande da una sala mai così affollata.
Forte la critica  dei cittadini per l’aggiramento del referendum abrogativo del finanziamento pubblico dei partiti,  messo in atto con la legge sui rimborsi elettorali.
Con l’aggravante della non trasparenza dei partiti circa l’entità e l’utilizzo di questo fiume di denaro.
“Il PD ha adottato la revisione indipendente del proprio bilancio – chiarisce Ceccanti – ma è vero che i patrimoni dei partiti fondatori, DS e Margherita, sono ancora distinti e questo è un problema”.
“Ma quanti politici si rendono veramente conto della profonda sfiducia che questo stato di cose ha prodotto nei cittadini?” si chiede la De Gregorio, suscitando l’unico applauso di un incontro concentratissimo.
Concludo dicendo che le persone che vogliono riconciliarsi con la politica sono tante. Lo chiede anche  l’appello del presidente onorario di LeG, Zagrebelsky, ma vogliamo credibilità.
Cioè netta dissociazione dei buoni politici da privilegi e  clausura decisionale, per ritrovarsi con i cittadini nella dedizione trasparente ai beni comuni.
Nessuno ci regalerà questo risultato, perché “dipende da noi”, come dice il titolo dell’appello di Libertà e Giustizia. Che nel suo decimo compleanno non spegne candeline, ma continua ad accendere la partecipazione.

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