Dipende da noi. Dissociarsi per riconciliarci

Twitter: #dipendedanoi

Primi firmatari:
Sandra Bonsanti, Gae Aulenti, Roberto Benigni, Don Luigi Ciotti, Carlo De Benedetti, Nicoletta Braschi, Claudio Magris, Roberto Saviano, Lella Costa, Roberto Faenza, Elda Ferri, Sabina Guzzanti, Miriam Mafai, Lorenza Carlassare, Piero Pelù, Rosetta Loy, Salvatore Veca, Valerio Onida, Gad Lerner, Concita De Gregorio, Giuliano Turone, Roberta De Monticelli, Michele Ainis, Ernesto Bettinelli, Stefano Rodotà, Aldo Gandolfi, Filippo Di Robilant, Paul Ginsborg, Giunio Luzzatto, Stefano Pareglio, Simona Peverelli, Elisabetta Rubini, Gennaro Sasso. Aderiscono: Articolo 21, I Comitati in difesa della Costituzione della provincia di Ravenna

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Guarda il video di Zagrebelsky e quello di Saviano

Guarda l’intervista a Zagrebelsky di Rainews24

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Nell’anno in corso, Libertà e Giustizia festeggerà i suoi dieci anni di vita. Faremo il bilancio del passato. Ma ora è urgente progettare l’avvenire e chiarire i nostri compiti, in continuità con l’impostazione originaria dell’Associazione. Si annunciano tempi nuovi e incerti per il nostro Paese. Speranza e preoccupazione s’intrecciano. Il nostro compito è capire le ragioni dell’una e dell’altra e agire di conseguenza, sapendo che la posta in gioco è alta.

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1. Il “governo tecnico” è un segno dei tempi: tempi di debolezza della politica e d’inettitudine dei partiti politici. Tra di loro si deve distinguere ma certo, nell’insieme, in Italia il sistema politico e la sua “classe dirigente” hanno fallito, arretrando di fronte alle loro responsabilità. Il governo che oggi abbiamo è frutto dell’iniziativa del Presidente della Repubblica che ha esercitato una difficile supplenza in stato di necessità. LeG ha salutato con sollievo la svolta, anche perché non si dimentica il timore che le forzature costituzionali accumulate negli anni potessero, nel momento decisivo, fare massa e indurre qualcuno a tentare una forzatura finale.

2. Nello stallo della politica, l’ascesa della tecnica al governo è apparsa l’unica alternativa al disastro finanziario, economico e sociale. La dobbiamo accettare come pharmakon. Ma la medicina che guarisce può diventare il veleno che uccide. Dobbiamo sapere che un governo può essere tecnico nelle premesse, ma non nelle conseguenze delle sue azioni. Il nostro è tecnico-esecutivo per le decisioni rese necessarie dal malgoverno del passato e dalla pressione di eventi maturati altrove, in sedi democraticamente incontrollabili, ma è altamente politico per l’incidenza delle sue misure sulla vita dei cittadini. Dire “tecnico”, significa privare la politica della libertà. LeG, che ha in passato denunciato i pericoli del populismo, cioè della neutralizzazione e dell’occultamento della politica dietro pratiche di seduzione demagogica, non può ignorare che la tecnica esercita anch’essa una forza ideologica che può diventare anti-politica. Allora, quello che inizialmente è farmaco diventa veleno: senza politica, non ci può essere libertà e democrazia; senza democrazia, alla fine ci aspettano soluzioni basate non sul libero consenso ma sull’imposizione.

3. Che si tratti di medicina o di veleno, non sappiamo. Sappiamo invece che dipende da noi. LeG, associazione di cultura politica, ha sempre operato per la difesa della dignità della politica e, proprio per questo, ha denunciato i casi di svilimento, di corruzione e di asservimento a interessi privati, di chiusura corporativa e autodifesa di casta. Oggi, quando la distanza tra i cittadini e i partiti non è mai stata così grande, proprio oggi è urgente un’opera di riconciliazione nazionale con la politica. Forse, il maggiore tradimento perpetrato dalla nostra “classe dirigente” nei confronti della democrazia, è consistito nell’aver reso la politica un’attività non solo non attrattiva ma addirittura repulsiva e di aver respinto nell’apatia soprattutto le generazioni più giovani, proprio quelle dove si trova la riserva potenziale di moralità e impegno politico di cui il nostro stanco Paese ha bisogno.

4. Siamo persuasi che la rifondazione della politica debba partire dalla sua decontaminazione dalla corruzione che, tra tutte le cause, è quella che più ha contribuito a imbrattarne la figura. Ormai, non si fanno più differenze, in una generale chiamata in correità. Gli scandali e le ruberie in un partito si riverberano in colpe di tutti i partiti. La percezione è che nel tempo si sia creato un sistema di connivenze e omertà, rotto occasionalmente solo dall’esterno, dalle inchieste giudiziarie o giornalistiche (da qui, la diffusa insofferenza per l’indipendenza della giustizia e dell’informazione). Questo sistema, prima che con le riforme legislative, può essere incrinato solo dall’interno. La connivenza può rompersi solo con la dissociazione e la denuncia. Le tante persone che, nei partiti e nella pubblica amministrazione avvertono la nobiltà della loro attività, escano allo scoperto, ripuliscano le loro stanze, si rifiutino di avallare, anche solo col silenzio, il degrado della politica. Acquisterebbero meriti e ne sarebbero ricompensati. LeG è convinta che questa sia la premessa e la condizione d’ogni riforma credibile della politica e della grande riconciliazione di cui abbiamo parlato. La legge sui partiti è una necessità di cui si parla da troppo tempo. Oggi, gli scandali quotidiani, l’hanno resa urgente. “Subito la legge ecc.”, si è detto. Ma possiamo crederci, se prima non cambiano coloro che la legge dovrebbero farla?

5. L’anno che ci separa dalle elezioni si annuncia ricco di propositi riformatori delle istituzioni. Non è una novità, ma l’auto-riforma si è dimostrata finora un’auto-illusione. Può essere che sia la volta buona per contrastare la caduta di consenso ed evitare lo “sciopero elettorale” che da diverse parti si minaccia. Ma si vorrebbe sapere con chiarezza che cosa ci viene promesso. Chiusura o apertura? L’alternativa è nelle cose, anzi nelle azioni. Non si può nasconderla con le parole. LeG ritiene di rappresentare un’elementare esigenza democratica, chiedendo di conoscere, in pubblico dibattito, se i contatti e gli accordi preliminari che si vanno stringendo tra partiti mirano a corazzare il sistema politico esistente, chiudendolo su se stesso, oppure se finalmente si avverte l’esigenza di aprirlo alle istanze diffuse dei cittadini, d’ogni ceto e d’ogni orientamento politico; se la “società politica” ritiene di fare a meno della tanto disprezzata “società civile”, oppure se ritiene di dover mettersi in discussione; se pensa che sia legittima la sua pretesa di difendersi dai controlli, oppure se sia disposta alla trasparenza e alla responsabilità; se il governo sia un problema di mera efficienza decisionale, oppure se la questione sia come, che cosa decidere e con quale consenso; se si vuole una democrazia decidente a scapito d’una democrazia partecipativa. Sono tante le domande che, finora, restano senza risposta.

6. Sulla riforma della legge elettorale: quale che sia il meccanismo prescelto, esso non deve essere pensato come strumento dei maggiori partiti e della loro dirigenza per “dividersi le spoglie”. Se c’è una legge nell’interesse primario dei cittadini, non dei politici, questa è proprio la legge elettorale. Finora, tutte le riforme, e forse anche quella in cantiere, hanno in comune l’essere concepite nell’interesse dei partiti che la fanno. LeG chiede che si ragioni di “giustizia elettorale” e non di “interessi elettorali”: si scelga dunque una formula chiara e coerente che metta i cittadini in condizione di controllare com’è utilizzato il loro voto e di entrare in rapporto con i loro rappresentanti, senza interessate distorsioni.

7. La riforma elettorale, anzi le elezioni con la nuova legge elettorale devono precedere ogni altra riforma. Come possiamo accettare che un parlamento tanto screditato qual è quello scaturito dalla legge elettorale attuale possa mettere mano alla Costituzione? I frutti sono il prodotto dell’albero. Nessuna speranza può esserci che i frutti siano buoni se l’albero è malato. In ogni caso, LeG chiede, come elementare esigenza, che le eventuali riforme possano essere sottoposte al controllo del corpo elettorale in un referendum di particolare significato: come difesa d’una democrazia aperta contro i possibili tentativi d’ulteriore involuzione autoreferenziale dell’attuale sistema politico.

8. LeG è un’associazione di cultura politica, ma non un’associazione politica, fiancheggiatrice di questo o quel partito. Essa si rivolge ai cittadini che vorrebbero amare la politica e, per questo, la desiderano più dignitosa e rispettata. Poiché in questo momento la società italiana è ricca di energie che chiedono rinnovamento e desiderano essere rappresentate, l’invito a tutti è a non disperdersi nella sterile protesta e a non dividersi nell’infecondo protagonismo, geloso di se stesso, ma a unire le forze perché il difficile momento che vive il nostro Paese possa essere superato nel segno della democrazia, della libertà e della giustizia.

Appello non attivo

713 commenti

  • A difesa della Costituzione. Vi prego è urgentissimo che LeG prenda in esame il documento del Fiscal Compact e del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) SOTTO IL PROFILO COSTITUZIONALE. Rassicurateci che non sono in contrasto con la nostra Costituzione OPPURE fate sentire la Vostra voce autorevole. I dubbi in noi cittadini sono TANTI.

    Grazie.

    Lidia Beduschi

  • APPELLO RIPETUTO E URGENTE AI COSTITUZIONALISTI DI LeG.

    Vi chiediamo come cittadini che non hanno alcuna possibilità di influire sulla ratifica parlamentare del Fiscal Compact, nei confronti per di più di una Camera dei Deputati e di un Senato di NON ELETTI, ma NOMINATI, e di un GOVERNO NON SCELTO CON LIBERE ELEZIONI, ma di fatto imposto per motivi di urgenza

    ESAMINATE SOTTO IL PROFILO DELLA COSTITUZIONALITA’ IL PATTO DI BILANCIO CHE COMPORTA UNA MODIFICA COSTITUZIONALE. SU DI ESSO, UNA VOLTA RATIFICATO, NON POTREMO NEMMENO ESERCITARE L’OPZIONE REFERENDARIA (Art. 75 secondo comma Costituzione della Repubblica Italiana).

  • Per “rinnovare” i partiti e nel contempo varare una legge elettorale nuova, io proporrei di indire sul territorio nazionale le “primarie dei partiti”. Ognuno di essi presenta il suo programma e il suo simbolo utilizzando i mezzi di divulgazione usuali.

    Alla fine dopo questo “girone eliminatorio” si sceglieranno i primi sei partiti che hanno ottenuto più voti. In un secondo tempo si terranno le elezioni politiche vere e proprie dove a contendersi il governo del Paese saranno appunto solo i sei partiti anzidetti. Gli esclusi affileranno le armi per le competizioni elettorali successive.
    Ovviamente questa proposta può essere emendata e migliorata da persone che sulla materia sono molto più preparati del sottoscritto.
    Voi che ne pensate?
    Saluti Aldo

  • Da tempo si è levato un grido per diventare protagonisti delle nostre scelte partecipando realmente a tutte le decisioni. Se partiti, tecnici e vecchie modalità di fare politica continuano ad escluderci, il nostro paese
    subirà un danno enorme e permanente…

  • Vietiamo a corrotti, delinquenti e prescritti non solo il diritto di essere votati, ma anche di votare: il sistema politico italiano è fondato sul voto di malavitosi ed evasori fiscali!!!!!!!!!!

  • … la medicina che guarisce può diventare il veleno che uccide. Dobbiamo sapere che un governo può essere tecnico nelle premesse, ma non nelle conseguenze delle sue azioni. Il nostro è tecnico-esecutivo per le decisioni rese necessarie dal malgoverno del passato e dalla pressione di eventi maturati altrove, in sedi democraticamente incontrollabili, ma è altamente politico per l’incidenza delle sue misure sulla vita dei cittadini.

  • continua l’indecenza di vedere inquisiti e condannati in primo grado per corruzione, malversazione, mafia e altri vari reati sedere nel parlamento italiano. Siamo paese che solo ora causa la grave recessione economica si sta accorgendo del livello di malversazione e corrutela diffusa su tutto il territorio e del pesantissimo tributo economico e sociale che il paese sta pagando.

  • L’Italia non cambia, non può cambiare, se non si riparte dall’ ethos del vivere insieme e dalla legalità; valori fondanti oscurati e calpestati, specie in questi ultimi anni.

  • Io vorrei esserci a Milano. C’è qualcuno ke parte da Padova e mi può dare un passaggio??? 3341957319

  • Quanto dipende da noi l’abbiamo visto già a Milano l’anno scorso, per l’elezione di Pisapia. Noi l’abbiamo voluta e noi l’abbiamo ot-tenuta passo dopo passo, semplicemnete credendolo possibile, dall’inizio alla fine accanto a lui, con lui. Adesso la posta in gioco è più ampia, ma il principio è lo stesso: essere vigili e presenti.

  • Pingback: La politica, il ruolo dei partiti: dipende da noi. L’appello di Libertà e Giustizia presentato a Milano | Antonio Maria Ricci

  • Dissociarsi per riconciliarci.
    Regole condivise, partendo dalla base, e come ricostruire un etica politica dopo tanto, disfacimento morale.
    Non c’è altra strada bisogna ricostruire un politico eticamente corretto, che sia preparato per il ruolo che assume.

  • Che bellezza quando ho saputo che ci sarebbe stata di nuovo una nuova riunione per fare si che la politica sia un movimento fluidamente pensante e non divisa di eticchette. La vostra locandina condivide da sempre quel che faccio, dissocio di tutto ciò che non mira a proggetti e idee di progresso, Dipende da noi é la mia risposta a tutti coloro che incontravo alle manifestazioni, quando disperati non si vede ne punti di partenza ne punti d’arrivo. Mi dispiace non poter venire quest’anno, starci era non un dovere ma un vero piacere. Vi auguro e sono sicura che sarà l’evento del?anno come sempre e servirà tanto, per rafforzare impegni presi, e dare più luce su fatti ancora non chiari a molti. A presto, Good Luck !!

  • Il Ministro Riccardi purtroppo ha ragione, la politica italiana è uno schifo, anche se non è giusto fare di tutta l’erba un fascio; ci sono le persone per bene il problema che i disonesti hanno il sopravvento, anche perchè buona parte è sottomessa ai voleri del capo.

  • Sempre e comunque contro ogni tipo di mafia.
    Compresa quella dei Colletti Bianchi.
    Per la Riforma della Giustizia. Contro i corrotti e gli evasori fiscali. Per la Riforma elettorale.
    Per la Riforma della RAI.
    Le nuove frequenze TV non vanno regalate a nessuno. Tantomeno a chi a portato alla rovina il nostro paese.
    Cordiali saluti Riccardo Bernardini

  • vorrei partiti con ai vertici uomini onesti non meramente rappresentativi della loro base elettorale, capaci non solo di ascoltare o di essere in sintonia con essa, ma che sappiano anche indicare una prospettiva di futuro, capaci di far riflettere e far progredire il dibattito sociale.

  • abbiamo urgente bisogno di democrazia ,questo governo non e stato votato dai cittadini . la giustizia !servono soltanto tanti soldi e amici al posto giusto. io non sono daccordo ,anzi questa non e giustizia ma ingiustizia.

  • Vogliamo uscire da questa gabbia di sottocultura , grazie della vostra iniziativa

  • E’ innanzitutto necessario chiedersi quale sia la natura dei “governi tecnici” insediati in Italia, Grecia e Portogallo, vista l’inettitudine del sistema politico oggi definito: democrazia parlamentare. La “classe dirigente”, tutta, dagli USA all’Europa, ha fallito, capace com’è di interpretare solo i bisogni delle lobby e non della”polis”. Qui da noi è affondata in modo clownesco, arroccata com’è nei suoi benefici di casta, ora si ritiene generalmente che il governo Monti sia solo frutto della supplenza esercitata dal Presidente della Repubblica, ma esso a me sembra “senza entrare nella teoria dei complotti”, comprensibilmente un esperimento imposto dal sistema finanziario mondiale in cerca di una differente visione del concetto di “democrazia”. A questo serve la riduzione del welfare (vedi Draghi) e la negazione rappresentativa alle minoranze sia della via referendaria, sia di quella sindacale, sia dei dettati costituzionali richiesti da LeG. Sistema che agisce in Italia con la carota, ed in Grecia e Portogallo con il bastone. Rispetto al folclore del berlusconismo comprendo che si sia salutata con sollievo questa svolta, è meglio un definito e progettuale governo di destra che un populismo corrotto ed arruffone. A voler rappresentare un primo bilancio di questi mesi di Monti, la carota sembra velleitaria quando intende regolare poteri od interessi lobbistici ben rappresentati, dai notai, alla Rai o alla Giustizia. La mia analisi porta a credere che il pharmakon adottato non guarisce ed è possibile che diventi il veleno che ucciderà quello che rimane del contratto sociale, se la tecnica esercita una forza ideologica che può diventare anti-politica, senza democrazia. In fondo a questo percorso, ci aspettano soluzioni basate non sul libero consenso ma sull’imposizione, se invece gli interessi dei partiti romperanno il vaso di Pandora, mandando tutto a scatafascio, la distanza tra i cittadini e i partiti, oggi incolmabile, non consente una riconciliazione o un progetto di nuovo contratto sociale. Chi è oggi in grado di proporlo? Per questo la degenerazione della politica genera apatia e distacco nelle generazioni più giovani, quelle che dovrebbe avere in se quel capitale, quella riserva di impegno e di morale così necessaria alla politica, intesa come servizio pubblico. Ho seri dubbi che questa classe politica possa auto-decontaminarsi dalla corruzione, o dal sistema di connivenze e omertà, disturbato ma non interrotto dalle inchieste giudiziarie o giornalistiche. Visto che le proposte di riforma di legge elettorale sono concepite per preservare gli interessi dei partiti che la fanno, si può credere che un parlamento screditato possa mettere mano alla Costituzione, in nome degli interessi generali? Davvero esistono persone nei partiti e nella pubblica amministrazione che avvertono l’urgenza di dare un significato più nobile al loro ufficio? Usciranno mai allo scoperto, rifiutando questo degrado? L’auto-riforma si è dimostrata finora un’auto-illusione. Non essendoci in prospettiva un ”Palazzo d’inverno” forse si può auspicare uno “sciopero elettorale” pur di ottenere un’elementare agenda democratica, che si apra alle istanze della tanto disprezzata “società civile”.
    LeG propone, il controllo del corpo elettorale con un referendum che eviti l’ulteriore involuzione autoreferenziale dell’attuale sistema politico, ne partecipo volentieri pur sapendo che la società italiana per essere rappresentata in modo degno nel segno della democrazia e della giustizia sociale ha bisogno di delegare, con compiti dettagliati e ben definiti, una nuova rappresentanza politica. Bisogna prevedere altresì un sistema di protezione per evitare che chiunque salga al Potere possa ancora considerare la cosa pubblica un suo principato o una delega a delinquere.

  • Sarebbe veramente ora che la politica sia al centro e all attenzione dei giovani perché attualmente non é così!Peró invito a tutti i giovani di non fregarsene della politica perché altrimenti questa classe politica i metodi e illusioni persistono e ci rovinano la vita per sempre!!

  • Il momento è grave: la classe politica che a detta di tutti è fallita è ancora arroccata sugli scranni del potere.
    Sarei portato ad essere pessimista, visti i precedenti del popolo italiano ( ricordo Guicciardini) ma alla fine credo che solo il popolo possa imporre un cambio a questi cialtroni

  • Purtroppo i nostri politici sono degli incapaci per quanto riguarda il bene comune e degli illuminati per i propri interessi (ultimo esempio i mutui con tassi del 1,5%). Sono bravi anche a mantenersi la propria poltrona al riparo da ogni spallata. All’interno dei partiti politici non emerge il giovane con delle nuove idee ma quello più servizievole ai dirigenti. Blindando di fatto il ricambio generazionale e di conseguenza tutta la politica. Io vedo sempre le stesse facce e negli ultimi 20 anni poco o nulla è cambiato.

  • Il governo tecnico e’ ottimo a dare delle risposte ma non a porsi delle domande , ma il governo politico si pone domande ma da poche risposte. Un parlamento formato da due camere una politica ed una tecnica ?

  • sostengo la vostra iniziativa e me ne sento parte integrante… bisogna che gli italiani non si facciano più corrompere dai politici corrotti.. bisogna che gli italiani abbiano la forza di cacciare i ladri e gli ipocriti dalla vita politica, bisogna rialzare la testa e guardare negli occhi con la giusta determinazionem gli stronzi e i ladri che hanno gestito il potere in Italia da almenom trent’anni e mandarli nella loro giusta dimora: la fogna! bisogna cacciare i burocrati corrotti, disonesti e profittatori, BASTA; non se ne può più!!!!!!!!!

  • Ripartiamo dal Meglio dell’Italia. Ripartiamo da NOI!
    Isoliamo e costringiamo all’adegualmento ad un modello sociale positivo e costruttivo il PEGGIO che fino ad oggi ci ha governato ed ha fallito.

    E ricordo ai Dirigenti che leggono che FALLIRE non è una colpa. Il non ammetterlo ed il fingere che tutto vada come in effetti non va invece E’ UNA GRANDISSIMA COLPA.
    L’onestà intellettuale e l’onestà civile Ci faranno sempre camminare a testa alta, e faranno crescere il Paese ed il Mondo.

  • li abbiamo messi li noi con il nostro voto.
    Con il nostro voto possiamo [dobbiamo] ora mandarli a casa.

  • Ripartire con basi nuove ,conservando le tutele le libertà proletarie.le speranze,le possibilità,il progresso si basa sullo statuto dei lavoratori,sulla costituzione,sulla politica senza affaristi,intrallazzatori.ruffiani,al via la legge elettorale,ed ossigeno per le classi operaie,ridurre del 80% il costo della politica ,partiti ligi e puliti,presto che siamo diventati la latrina d’europa ,grazie a 40 anni di ruberie,siamo alla rovina e paghi chi si è arricchito ,punto fondamentale prima del precipizio.basta potere di banche
    lobby,e confindustria e rivedere i rapporti con europa e vaticano.

  • Uniamoci con la speranza che Giustizia abbia il Vero significato che deve avere, cioe Uguale per tutti (Berlusconi e Dell’Utri Compresi) altrimenti chi viene sospettato di aver rubato una mela, termina ii gattabuia e quei due “personaggi” deleterei per la civile convivenza” la fanno sempre franca e noi cittadini e operai Onesti ci sentiamo defraudati di OGNI Dignità.
    Lo chiedo Umilmente per sentirci meno abbandonati a noi stessi anche dallo Stato. Grazie

  • sono stanca di questa politica che non funziona..ed io vorrei avere la possibilitá di riconciliarmi con l’italia….
    l’Italia ha bisogno di gente onesta!!!

  • Pingback: Libertà e Giustizia rilancia “Partiti più aperti e ripuliti” (da www.repubblica.it) | I dinosauri non si sono estinti da soli

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