Venturi: «No a ritocchi sui licenziamenti sotto i 15 addetti».

08 Feb 2012

Durante un incontro in Bocconi, l’ingegner Carlo De Benedetti ha espresso la sua contrarietà a un intervento sull’articolo 18. Il presidente del Gruppo Espresso ha auspicato che il governo su questo punto cambi idea:«Sull’articolo 18 – ha detto – non sono d’accordo: viene spacciata per mobilità quella che è ideologia. Mi auguro che il ministro Fornero e il governo Monti cambino idea su questo argomento, perché su questo io non cambio certo la mia»

Alla manutenzione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori Rete Imprese Italia è poco interessata. Il soggetto unico di rappresentanza delle maggiori associazioni del commercio, dell’artigianato e del turismo (14 milioni di addetti) ha incontrato ieri pomeriggio il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, per puntualizzare le posizioni messe a punto sulla riforma e, sul tema cruciale della flessibilità in uscita, ha confermato il suo «no» a modifiche dell’assetto attuale.

«Miglioramenti si possono anche immaginare – ha detto al termine dell’incontro il presidente Marco Venturi – ma non è una nostra priorità. Anzi pensiamo che per le aziende fino a 15 dipendenti il sistema attuale di tutele non debba essere modificato». Per Reti è essenziale, invece, evitare aggravi di costi del lavoro che per le piccole attività (o per settori particolari come il turismo, dove prevalgono gli impieghi stagionali) sarebbero insostenibili.

Da qui la richiesta di valutare con moderazione l’ipotesi di un aumento del carico contributivo sui contratti a tempo determinato e di valutare, invece, la possibilità di ritoccare al ribasso le tariffe Inail. «Bisogna tenere conto del fatto – ha spiegato Venturi – che nell’80 per cento dei casi nelle nostre aziende le assunzioni a termine vengono poi trasformate in contratti a tempo indeterminato». Sostegno pieno, per la «flessibilità in ingresso» alla diffusione dei contratti di apprendistato e dei contratti di inserimento.

Rete Imprese Italia, che incontrerà lunedì prossimo i vertici sindacali, ha anche confermato la sua posizione di favore a una razionalizzazione complessiva dei modelli attuali di sostegno al reddito «ma bisogna partire da un’attenta analisi dei livelli di spesa – ha detto Venturi – e bisogna capire se esistono le risorse necessarie per finanziare un sistema di welfare più inclusivo».

Ieri contro l’ipotesi di un intervento sull’articolo 18 s’è levata anche la voce di Carlo De Benedetti. Il presidente del Gruppo Espresso, parlando all’università Bocconi, ha auspicato che il Governo Monti su questo punto cambi idea:«Sull’articolo 18 – ha detto – non sono d’accordo: viene spacciata per mobilità quella che è ideologia. Mi auguro che il ministro Fornero e il governo Monti cambino idea su questo argomento, perché su questo io non cambio certo la mia».

L’articolo 18, ha ricordato Carlo De Benedetti, tutela il singolo lavoratore da forme di discriminazione. «La mobilità in uscita – ha continuato – c’è già: che cosa vogliamo? Collettivamente – ha aggiunto – tutte le aziende italiane si sono ristrutturate: in vita mia non mi sono mai imbattuto nell’articolo 18. Il Gruppo editoriale L’Espresso – ha rammentato – negli ultimi tre anni ha mandato via 800 persone su 3.000: l’abbiamo fatto senza un’ora di sciopero». De Benedetti ha infine ricordato il proprio sostegno alla proposta di «contratto unico» elaborato dall’economista Tito Boeri.

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