Roma è nel caos, l’Italia al gelo. E anche il governo rischia di restare ibernato, non certo per ragioni climatiche, ma per le polemiche e i sospetti all’interno della sua maggioranza. Più volte, Mario Monti l’ha definita “strana”. Definizione corretta visto che è nata in una situazione “anomala”, tra partiti sempre in guerra, costretti ad accettare una fase di “disarmo reciproco” per superare la crisi economica. Ultimamente, però, a questa definizione il premier ne ha aggiunta un’altra, con un aggettivo che probabilmente gli è sfuggito: maggioranza “evanescente”. Non vorremmo risultasse la più appropriata alla luce della crescente divaricazione tra l’immagine che l’esecutivo dà di sé a livello europeo e internazionale e le poco edificanti vicende di casa nostra. Due su tutto: il colpo di mano alla Camera con la legge anti-giudici e le nomine Rai a garanzia degli interessi di Berlusconi e Bossi.
“Strano”, “anomalo”, “evanescente”. Gli aggettivi corrono. Non sarà che questo governo è diventato fin troppo “ciarliero”? Dopo il riserbo dei primi giorni, ci troviamo sotto una pioggia di battute, chiose, commenti. Ne hanno fatto le spese l’articolo 18, il “buonismo sociale”, il posto fisso che è “un’illusione da mammoni”. Non siamo per il linguaggio felpato della politica. Ma con questa sovraesposizione mediatica si sta francamente esagerando. Il risultato è che l’immagine di questo governo ne esce appannata. Monti era partito con il sostegno pieno del Pd, oltre che del Terzo polo, e quello sofferto, pressoché imposto, del Pdl. Ora il piatto della bilancia risulta capovolto: da una parte, un Pdl con Berlusconi che si è assunto il ruolo di padre nobile, “tutore” dell’esecutivo; dall’altra, un Pd diffidente e in sofferenza. Lo schema di partenza, per Monti, era questo: distribuire i necessari sacrifici in maniera equa, così da non scontentare nessuno. Terreno di verifica, gli interventi su due temi centrali: le liberalizzazioni che toccano gli interessi elettorali del centrodestra; la riforma del mercato del lavoro che provoca pesanti mal di pancia a sinistra. Non si può dire che l’equilibrio tra i due poli sia stato mantenuto. Le liberalizzazioni sono state proposte in forma fin troppo soft e, malgrado ciò, stanno incontrando grandi resistenze, così che il provvedimento potrebbe essere ulteriormente svuotato. La riforma del lavoro, invece, il governo l’ha presa di petto. E nel mirino è l’articolo 18, diventato la vera e propria linea di confine, dal quale tutto sembra dipendere, mentre al principio sembrava potesse essere accantonato, procedendo ugualmente, come è possibile, a un miglioramento sostanziale della flessibilità e a una riforma positiva del mercato del lavoro.
Nel braccio di ferro, teme di restare soccombente il Pd che conferma il suo appoggio al governo, ma non può starci a fare l’unico donatore di sangue. In questo clima, già avvelenato, il ritorno sulla scena di Berlusconi. Che opera a tutto campo. Difende Monti, anche dagli attacchi dei suoi (“è molto bravo”). E manifesta il proposito di “aprire”al Pd sulla riforma elettorale. Chi potrebbe opporsi a una larga convergenza per una buona legge che finalmente restituisca al popolo il potere di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento? E’ chiaro che, per raggiungere questo risultato, bisogna trattare col Pdl. Attenzione, però. Allo stato delle cose, la mossa di Berlusconi è fatta soprattutto per sparigliare i giochi: “apre” al Pd, ma vuole mettere alle corde l’Udc di Casini, inducendola a posizionarsi a destra, e tiene sotto minaccia la Lega che ha reagito, infatti, con veemenza.
Ci sono i soliti volenterosi, pronti a suonare le trombe per le “buone intenzioni” del Cavaliere. Ma stiamo ai fatti. Il punto è che Berlusconi è uscito dall’angolo. E, malgrado abbia un partito diviso fra tante tribù, che rischia l’implosione, mette sul tavolo i primi risultati. A cominciare dalla legge anti-giudici: un colpo di mano che, neppure negli anni del suo strapotere, gli era riuscito. Qualcuno dice che non forzerà perché venga sanzionata anche dal voto del Senato. Può diventare un utile strumento di baratto mentre attende le decisioni sul processo Mills e sul caso Ruby, da cui dipende la possibilità di riprendere respiro politico. Molto si parla dei progetti berlusconiani e dei possibili inciuci. Compreso un rinnovato interesse per il Quirinale, perseguito attraverso una nuova legge elettorale che stravolgerebbe gli attuali assetti e favorirebbe anche l’ingresso in politica di qualche “autorevole” tecnico del governo Monti. Sta tornando un vecchio andazzo: il chiacchiericcio aspro e sguaiato che speravamo di esserci lasciato alle spalle. Capire come finirà non è semplice. Ma cresce il pericolo di restare prigionieri nella tela dell’impotenza e della rassegnazione.
Berlusconi al Quirinale è una vergogna da evitare a tutti i costi, anche peggio che averlo avuto a Palazzo Chigi. Scongiurare tutto ciò dev’essere la nuova battaglia di chi lo ha combattuto come premier. Ripropongo la mia idea: impegnarsi per UNA DONNA AL QUIRINALE, novità già eccellente di per sé, perfetta per sbarrare la strada al caimano. Concordo comunque con l’analisi di Meli. Trovo che questi tecnici beffardi maestri di vita stiano diventando ogni giorno più arroganti e antipatici e che il profilo del governo, a cui in tanti avevamo concesso fiducia, sia diventato troppo penalizzante per il Pd e troppo accomodante con B. Se il prezzo diventerà troppo alto, forse non sarà il male peggiore per il Pd uscire dalla maggioranza (o quantomeno non votare l’eliminazione dell’articolo 18), spiegandone bene le ragioni agli italiani.
Credo che ci sia un enorme differenza di comportamenti e di esposizione tra il Governo Berlusconi e quello di Monti. Paragonarli è un insulto alla democrazia. Ascoltando le parole di Monti a proposito della monotonia riguardo al lavoro fisso, credo che si sia trovato un modo per colpire, non tanto l’espressione che poteva essere mal interpretata, ma il Governo Monti nel suo agire. Credo che se non ci fosse stato questo tipo di governo l’Italia avrebbe fallito e noi siamo ancora commissariati.Pertanto, caro Meli, le sue osservazioni mi sembrano un pò troppo azzardate e fuorvianti, un pò stile Lega, e questo modo di fare analisi che crea il caos.
Siamo un Paese che da tantissimi anni ha goduto del debito pubblico, e abbiamo vissuto come se la medaglia avesse una sola faccia: quella dei diritti. Diritto allo studio, diritto alla cure sanitarie, diritto ad avere servizi pubblici,… ecc.. ma c’è anche dovere di studiare, dovere di prevenire le malattie con le analisi appropriate, dovere di pagare le tasse per sostenere il servizio pubblico… E’ questo il punto e se tutti insieme non ammettiamo le nostre colpe con umiltà, e cominciamo a riappropriarci dei due punti fondanti uno Stato civile: il diritto e il dovere.
non ci si puo’ì fidare di belusconi che secondo me piu’ che un caimano è un serpente, il pd se non vuole perderen quel po’ di credibilità che gli resta non deve assolutamente accettare un confronto con il serpente che ogni volta sembra finiito e poi risorge trama e cerca in ogni modo di risolvere i suoi problemi sulle spalle di noi tutti.chissa che bella legge elettorale hanno in mente lui e bossi!
Premesso che al governo Monti va riconosciuto il grande merito di averci rimesso, come si suol dire, all’onor del mondo, non c’è da stupirsi che stia più a destra che a sinistra – del resto il Parlamento è quello di prima… Certo, le uscite degli ultimi giorni sono state quanto mai infelici, ma il vero incubo è il “risveglio” di B.!
la sintesi massima l’ha dato gabriella, più di tanti editorialisti e militanti di sinistra che si affannano a discettare sulla vera natura del governo monti; ricordiamoci che la legislatura non è ancora finita ed è quella stessa dalla quale è uscito vincitore berlusconi & C. poi sconfitto dalla sua incapacità ed impotenza a governare una realtà tanto diversa dal sogno inoculato agli italiani (di destra naturalmente).
Certo si può staccare la spina a monti, fare in fretta e furia le elezioni e vedere poi l’effetto che fa (come diceva enzo jannacci).
E’ come quando giochi d’azzardo, se vuoi, puoi far saltare il banco! il pd potrebbe farlo, anche se non è detto che il banco poi salti veramente; pd+lega+idv sono maggioranza o minoranza in questo parlamento? quien sabe! quindi lasciamo governare monti e come diceva montanelli, tappiamoci il naso, anzi le orecchie e facciamo finta di non sentire le esternazioni (veri e propri autogol) di monti, della fornero e della cancellieri sul tanto vituperato posto fisso, che ormai esiste solo nei sogni di qualche finto studioso che pretende di conoscere la realtà senza spostarsi dalla sua scrivania; e in ultimo non dimentichiamoci che i politici presenti in parlamento (con maggiore responsabilità della destra che aveva vinto le elezioni) hanno già ampiamente dimostrato tutta la loro inettitudine.
Quanto a b. se non è finito stavolta, ci vuole solo la dabbenaggine del pd a farlo resuscitare nuovamente dal suo sepolcro.
sono veramente sfiduciata. ma che cosa fa la sinistra?
ma veramente dobbiamo andare a braccetto con questo governo?
carmen
Un mese fa Meli scriveva: ” C’ è bisogno di una trattativa seria che metta al centro occupazione, giovani, meriti, bisogni, equità sociale, diritti “. Direi che non si è fatto nulla di tutto ciò e Meli fa molto bene a stigmatizzare il comportamento, per lo meno ambiguo, che il governo sta tenendo in questo inizio di anno. La verità è che sta emergendo, in tutta la sua evidenza, l’anomalìa che ha portato alla cooptazione del professore della Bocconi ( figlia, a sua volta, dell’anomala defenestrazione di un presidente del consiglio non sfiduciato) e la convinzione, un pò arrogante e politicamente non saggia, che ad un governo cosiddetto tecnico sia consentito di tutto: dalla disinvolta presa d’ atto del colpo di mano sull’emendamento Pini ( responsabilità civile dei magistrati) alle strane nomine Rai per arrivare al fatto in assoluto più grave, rappresentato dal disegno a dir poco ‘ di destra ‘ in tema di ‘ Riforma del mercato del lavoro ‘ che sembrerebbe avere più l’obiettivo di mettere al tappeto il sindacato ( o, almeno, la CGIL) che non quello di rilanciare davvero l’occupazione, specie la giovanile.
Dobbiamo, quindi, vigilare. Senza demonizzazioni, ma senza turarsi qualunquisticamente il naso. Ed è l ‘ora che il PD smetta di aver paura di confrontarsi con gli elettori.
Giovanni De Stefanis
Ci siamo mai veramente chiesti chi è la causa del dissesto di questo devastato Paese?Non è forse stato craxi il primo ad aumentare a dismisura il nostro debito pubbico?
Non credo chi si è sempre spezzato la schiena per retribuzioni al limite della sopravvivenza.Oggi si punta l’indice contro il famoso articolo 18 , come se esso fosse la panacea i tutti i mali. Ma vogliamo renderci conto che l’abolizione dell’articolo 18 (fortemente voluto dal governo precedente leggi sacconi)non è altro che un mezzo per svilire il lavoro , unica reale produzione di reddito e crescita , per ricattare coloro che hanno creato con la loro fatica questa Nazione. Quello che sta succedendo in Fiat oggi , potrebbe diffondersi presto a livello nazionale.
E’ giunto il momento di colpire realmente le rendite parassitarie , far pagare finalmente il dovuto a chi ignominosamente mediante l’intrallazzo e l’evasione è stato il vero artefice della devastazione attuale.
Per quanto concerne l’attuale governo , credo sia necessario guardare più alla
sostanza dei fatti che alla.forma. Tutto sommato chi continua a PAGARE sono sempre gli stessi. La preoccupazione di Monti è lo spread per collocare i titoli di stato non l’EQUITA’ nella ripartizione dei sacrifici . berlusconi ? attende solo che il lavoro “sporco” sia terminato , poi come le metastasi tornerà : Troppi sono i suoi interessi in gioco in Italia.
La soluzione ? Dipende da noi , la cosiddetta “gente comune” : impegnamoci per ripristinare legalità , giustizia , etica comportamentale .Liberiamoci definitivamente di clowns , ciarlatani , lacchè al servizio del maggior offerente , disonesti che hanno a cuore solo i propri interessi . Tutti sappiamo chi sono . Vogliamo smettere di votarli?.
Abbiamo vissuto anni in cui quel figuro ha in tutti i modi cercato di spaccare l’Italia, in due fazioni: chi era con lui e chi era contro di lui.
Il governo Monti dovrebbe essere l’occasione per risanare questa spaccatura, non c’è bisogno di creare occasioni di frattura, o perseverare nei vecchi schemi manichei, dato che la barca fa acqua. E dentro questa barca devono stare (e remare) davvero tutti.
Ma c’è bisogno di una prospettiva, che ora non si vede e credo che ci sia qualcuno (sempre lui!), dietro il sipario, che esplicitamente o favorendo quella sudditanza che ha fatto degli italiani un gregge pecoreccio, vuole salvaguardare il suo sistema di poteri.
L’ironia (?) di Monti (“Mi sfugge…”) non ci aiuta a trovare questa prospettiva positiva.
Saluti.
Silvana
Quel geniaccio di B è ancora vispo : Monti segue in b uona parte il programma del Cav 94 ed anche piccole cose vengono rispettate dal contributo per rinnovo permesso soggiorno ( immutato come deciso da Maroni ) allo ius soli accantonato per non parlare dell’art 18.
Oggi poi chiede un accordo con il PD dubbioso anche perchè in questi sei anni dal Calderoli porcellum NON ha proposto un bel nulla .
Non conosco cosa ha in testa B però va detto che è uscito sall’angolo più e meglio dei suoi avversari. Sarà quello che sarà però….!
sono completamentyo d’accordo. e’ ovvio che sta puntando al Colle, successivamente a Napolitano, so che un baratro e sarebbe un peccato perche’ il mabndo ci additerebbe a tutto tondo. e’ vecchio, pelato e fatto male, nonche’ incapace
Sicuro che il suo obiettivo é il Quirinale, non ci voleva molto a capirlo. Spero che Bersani e company non ci caschino come aveva fatto D’Alema. Sarebbe la fine per l’Italia, la nostra credibilità leggermente riconquistata grazie a Monti,i sarà rovinata per sempre.