«Un fatto barbarico, sì, ma non c´è da stupirsi: usciamo da quasi un´era di barbarie spettacolarizzata dal potere stesso, e questi sono i risultati» dice Roberta De Monticelli. Docente di Filosofia della persona all´Università vita e salute San Raffaele, la sua riflessione si incentra su questioni come l´etica pubblica, i fondamenti delle relazioni interpersonali, la «responsabilità» fra pensiero ed azione, decisive per la sopravvivenza stessa della convivenza civile. E su questo sfondo, De Monticelli legge anche i tragici fatti di Firenze. Arrivando alla conclusione che serva «ben più che qualche nuova legge, in aggiunta a tutte quelle che già ci sono, e non funzionano», o ben più della chiusura – «non da escludere, ma non è questo il punto» – di gruppi o siti internet che simpatizzano per ideologie fasciste o razziste, violando la XII disposizione transitoria della Costituzione.
Qualcuno chiede che venga sciolta Casapound, di cui il folle omicida-suicida era simpatizzante. Pensa che questa possa essere un´assicurazione contro il ripetersi di fatti del genere?
«Secondo me, in Italia c´è innanzitutto da risolvere un problema enorme: quello dell´etica pubblica. Ha ragione il presidente Napolitano a dire che in questo paese bisogna ripartire dalla rifondazione del senso della cittadinanza, oggi completamente distrutto da una cultura dello scetticismo radicale rispetto a tutto ciò che è moralità pubblica, che significa rispetto delle regole elementari della convivenza, anche con le persone che accogliamo, estraneità ad ogni discriminazione, affermazione della legalità, difesa della onorabilità di ogni persona».
E in questo clima non crede che serva a fare chiarezza vietare forme più o meno larvate di celebrazione del fascismo e del razzismo?
«Certo, un conto è la libertà di opinione, che non dovrebbe mai avere limiti, e un contro è scrivere pubblicamente propositi omicidi o insulti, che è solo aggressione. Ma insisto: non si tratta tanto di procedere con la scure, di chiudere, vietare, legiferare, quanto in un certo senso di agire a livello filosofico, ridefinendo alla radice i confini dell´etica pubblica. Vale a dire: se io dico scientemente delle falsità, quelle si possono chiamare opinioni? Bene, le tesi razzistiche non sono opinioni, ma dimostrate falsità. E nel campo pubblico, per ogni affermazione che viene fatta deve essere avanzata anche una dimostrazione, un impegno a dimostrare quello che si dice. Altrimenti si esce dal campo della verità. Ed è questo il vero reato, che invece in questo quasi ventennio è diventato la regola del vivere civile».
Si tratterebbe insomma, di promuovere una sorta di “riscossa della verità”. E a chi toccherebbe?
«Ovviamente alle istituzioni, che dovrebbero davvero voltare pagina, assumere un atteggiamento chiaro e limpido, che faccia dimenticare la triste era dei ministri che passeggiano coi porci al guinzaglio, ruttano e mostrano il dito medio. Insomma, tutto ciò di cui per troppo tempo hanno rappresentato le cattedre stesse del potere, portando la gente a disprezzare lo Stato, non credere più nella giustezza della sua forza, e quindi, ecco il punto, inducendo il prevalere delle più animali delle pulsioni di autodifesa».
Vuol dire che ci sarebbe una correlazione fra l´atto di barbarie compiuto a Firenze, e il più generale venir meno di un senso di responsabilità verso le istituzioni, nonché verso ognuno degli altri cittadini, cui stiamo assistendo?
«Lo stato di natura è il rischio incombente di ogni civiltà, dietro certe esternazioni, che non a caso chiamiamo barbariche, c´è questo ritorno indietro che incombe, la liberazione di selvagge pulsioni naturali. E non si può non vedere che il cuore della politica dei passati governi è stata, in aggiunta alla nostra caratteristica refrattarietà alle norme, per l´appunto l´odio per le regole della vita associata, per i rapporti normali, che poi vuol dire normati…».
Teme che gli italiani rischino una deriva razzista?
«No, non credo, come qualche sondaggio sembrerebbe mostrare, che il 51% di nostri connazionali coltivi sentimenti del genere, ma in giro c´è lo stesso qualcosa di molto preoccupante. Rispetto a cui, però, rischia di non essere efficace uno spontaneo sentimento di accoglienza, potrei dire un eccesso di politica “cattolica”. Il punto, infatti, non è tanto di essere buoni, fraterni, quanto piuttosto di affermare l´uguaglianza e la pari dignità di tutte le persone, ovvero il rigorosissimo rispetto delle regole, e dell´onore delle istituzioni. Se invece da un lato puntiamo solo su un sentimento come la fratellanza, mentre dall´altra parte si punta su sentimenti ben più brutali e quindi più potenti, sono questi che vincono…».
Quelli che appunto vediamo dispiegarsi non tanto nei gesti efferati di un singolo folle, quanto nei preoccupanti contenuti del suo immaginario, e che non sono solo suoi.
«E´ per questo che ritengo che la XII norma transitoria, ancorché transitoria, non possa ancora essere abrogata. La speranza dei costituenti era che la coscienza media del paese maturasse prima o poi, ma non è ancora il momento».
Manifesto nazionale ANPI

E’ vero, non si tratta solo di distruggere (chiudere e vietare) ma anche, e soprattutto, di costruire quello che oggi ci manca: un senso civico, che sia veramente tale. Per fortuna la tragedia di Firenze non rappresenta tutta la realtà: esistono (ma non fanno notizia) storie di solidarietà, come quella magistralmente raccontata da Aki Kaurismaki in “Miracolo a Le Havre” (l’avete visto? E’ fantastico): http://chipiuneha-piunemetta.blogspot.com/2011/12/unaltra-storia.html
voglio essere vicino alla comunità senegalese e presente con il cuore nel corteo di sabato a Firenze,contro il razzismo di ogni tipo;
ognuno di noi deve fare la propria parte : no all’indifferenza !
non possiamo accettare queste morti senza indignarci :
aver avuto la sola colpa di essere nati-con un altro colore di pelle,un’altra razza,religione…- per essere uccisi
portiamo la nostra indignazione anche a Milano,Roma
riflettiamo anche nelle scuole e nelle famiglie
non dimentichiamoci di queste tragedie,ricordando anche il passato
sono di milano e tutto avviene per fare in modo che le persone di colore, senegal ed eritrea, siano depistati.
mussolini paga chi li ammazza a paga chi riesce a fare scempio di questi territori pacifici.
arrivano dalla nostra citta’ di milano, comandati esclusivamente dalla nuova avanguardia nazionale dei black.bolck di mouzue’.
mussolini, isabella, portatrice di sciagure, vuole solo portare berlusconi allo stato di polizia e controllare solo gli eritrei ancora. popolo civile di firenze. bisogna dare l’allarme a tutto lo spionaggio e si necessita di gruppi come quelli per senegal ed eritrei di firenze ed ascoli piceno.
mussolini alessandra, la russa ignazio e figlio, voglio il colpo di stato in italia come fini alessandro. non per questo mori e’ solo preoccupato come e’ preoccupato monti. tutti questi devono essere depositati in nato e procure.
mira carpi milano