Il territorio fragile

13 Dic 2011

Il circolo di Firenze ha inaugurato il 6 dicembre scorso un ciclo di incontri e approfondimenti dal titolo “QualeQualità”, aperti a chiunque desideri approfondire le proprie conoscenze, su specifici argomenti di pubblico interesse che si relazionano con la vita dei Cittadini. All’interno la sintesi e il video del primo appuntamento “Il territorio fragile” e l’articolo di Salvatore Settis

Il Territorio fragile – Firenze – 6 dicembre 2011

Le cause, gli interventi possibili e la programmazione. Il rischio residuo, le cause che danno luogo ai fenomeni di esondazione e gli interventi possibili di mitigazione del rischio idraulico, di frana e di alluvione.

Oggi inauguriamo un ciclo di incontri e approfondimenti dal titolo “QualeQualità”, organizzati dall’associazione Libertà e Giustizia circolo di Firenze, aperti a chiunque desideri approfondire le proprie conoscenze, su specifici argomenti di pubblico interesse e che, per ovvi motivi, si relazionano con la vita dei Cittadini.

Inizieremo con l’analizzare le tematiche che affrontano il “dissesto del nostro territorio”. Purtroppo non si deve andare molto indietro nel tempo per riscontrare nelle cronache giornalistiche e televisive, che il problema esiste e che risulta, ora più che mai, necessaria una programmazione degli interventi possibili da progettare, da quantificare da un punto di vista numerico ed economico e finalmente, da realizzare.

Libertà e Giustizia, a febbraio del 2010, pubblicò un appello: “Coi soldi del ponte fermiamo le frane”, appello in cui si faceva notare l’urgenza di inquadrare la ‘spesa pubblica’, invece che verso la realizzazione delle cosiddette ‘grandi opere’, verso tutte quelle piccole necessità, per un sincero recupero del Territorio.

Nel ’47, i nostri Padri Costituenti, all’Art.9 della Costituzione, avevano inquadrato tra i principi fondamentali, proprio quello del Paesaggio e del Patrimonio Storico, come un Valore un Diritto:

Art.9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

All’interno di un unico articolo si puntualizzano due fondamentali concetti: ‘la promozione’ e la ‘tutela’, il primo, proiettato verso il futuro, verso una programmazione, l’altro verso la salvaguardia del nostro passato; da una parte lo sviluppo scientifico e tecnico e dall’altra, la tutela di una importante identità. E questo non trova riscontro in altre Costituzioni occidentali.

A questa iniziale introduzione, è seguita la lettura di un testo scritto dall’Attore/Regista Massimo Tarducci che ha interpretato in chiave artistica, la questione del Territorio e del Paesaggio, immaginandosi in una dimensione futura, in cui la nostra terra è raccontata attraverso un viaggio riprodotto in ‘tavole illustrate dei libri di fiabe’.

Il Prof. Nicola Casagli, dell’Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Scienze della Terra, titola il suo intervento “L’Italia che frana”. “I Greci, da cui viene il temine catastrofe – cata/strefo, rivolgimento di uno stato naturale, interpretano la catastrofe come un sovvertimento di uno stato naturale che può essere compreso, studiato e quindi, con la conoscenza, capire come farci fronte; i Latini usano disastro – dis/aster, cioè stella avversa e cioè maledizione divina contro cui non ci si fa niente; nel primo caso la memoria può servire come strumento per migliorare la conoscenza, nel secondo caso la memoria non ci deve essere, prima cancelliamo la maledizione mandata dal cielo meglio è ……. noi pensiamo che si tratti sempre di disastri, siamo bravissimi nell’arrivare subito dopo il disastro, ma troppo spesso siamo quasi un “disastro” nel prevenire in modo appropriato ….. I fenomeni geologici e i loro rischi vanno comunicati alla popolazione, l’Italia e’ l’unico paese che ha una seria mappatura geologica del suo territorio, 10.000 aree a rischio frane molto elevate ….. Esistono nel mondo scientifico le conoscenze, le tecnologie, cioè tutto quello che è necessario per fare previsione e prevenzione ma, di solito, non vengono utilizzate, e questo, per numerosi motivi, tra cui la mancanza di una cultura del trasferimento tecnologico e di una cultura sociale specifica…Conoscere, intervenire è uguale a prevenire; in tal senso un solo drammatico esempio: il terremoto dell’Aquila e’ stato di un intensità del sesto grado Richter … in Giappone ne avvengono almeno 10 per anno e provocano per lo più scarsissimi danni e quasi mai delle vittime; occorre una vera percezione e conoscenza dei rischi”.

Il Prof. Enio Paris, dell’Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, titola il suo intervento “La fragilità del territorio e la difesa dagli eventi alluvionali”. Vengono fatti notare, attraverso esempi fotografici, i motivi principali da cui scaturiscono le situazioni che danno luogo a disseti idro-geologici. “Terreno ed acqua si coalizzano per determinare la gravità dell’evento, ……. Questi gli aspetti che contribuiscono a determinare una fragilità del territorio: la conformazione geologica e geomorfologia, le attività dell’uomo e i cambiamenti climatici …….. Alla vulnerabilità intrinseca del territorio si aggiunge l’azione dell’uomo che la esercita attraverso l’abbandono di alcuni territori, soprattutto di quelli montani e quindi, assenza di un presidio territoriale e di pratiche agricole compatibili con la difesa del suolo; le occupazioni delle aree di pertinenza fluviale e per scarsa manutenzione…Questo porta inevitabilmente verso un progressivo incremento della propensione al dissesto e all’intensificazione degli eventi calamitosi”.

Proprio per questi motivi, nella speranza di arginare questa intensificazione, sono stati proposti alcuni interventi che possono concorrere a limitare tutto questo. “Interventi strutturali che controllino il trasporto solido e l’erosione della stabilita dei versanti ….. La conoscenza del rischio per la pericolosità idraulica può essere di grande aiuto nelle attività di urbanizzazioni della città e del territorio”.

Per ultimo è stato affrontato l’argomento relativo all’Autoprotezione; sono stati spiegati alcuni accorgimenti pratici per affrontare stati alluvionali, evidenziando quali sono quelle operazioni che non si devono fare o per le quali è necessaria una adeguata istruzione.

Il Dott. Paolo Masetti, Provincia di Firenze – Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile, titola il suo intervento “Il ruolo della Protezione Civile”. Sono stati elencati i numerosi compiti svolti dalla Protezione Civile della Provincia di Firenze, che consistono nell’effettivo servizio in caso di necessità operativa, nel coordinamento operativo del volontariato di protezione civile, nelle esercitazioni e nelle manifestazioni che hanno anche uno scopo di natura didattica.

Spettano alla Provincia le funzioni amministrative di interesse provinciale che riguardino vaste zone intercomunali o l’intero territorio provinciale, nei settori rivolti alla difesa del suolo, alla tutela e valorizzazione dell’ambiente e alla prevenzione delle calamità. Spetta anche il compito di promuovere le linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica ed idraulico forestale ed in genere per il consolidamento del suolo e la regimazione delle acque.

Compito della Protezione Civile è anche quello di adottare piani che, individuano anche le procedure a cui ogni cittadino deve attenersi nel caso di emergenza, con gli uffici e le strutture da contattare e da allertare.

Intervenire bene e rapidamente in caso di calamità e disastri naturali, per portare soccorso e prima assistenza. Ma anche lavorare alla prevenzione, per fare in modo che eventi potenzialmente molto distruttivi costino quanto meno possibile in termini di vite e di danni.
Spesso ci domandano quali sono le mansioni che gli addetti svolgono quando non è richiesto alla Protezione Civile di intervenire; una delle mansioni fondamentali, in queste circostanze, consiste nel fare informazione, formazione e addestramento, tra i Cittadini, perché tutti sappiano davvero cosa fare nelle circostanze più pericolose …”.

Leggi l’articolo di Salvatore Settis, pubblicato su la Repubblica del 15 dicembre

IL TERRITORIO FRAGILE” – Firenze 6 dicembre 2011

Le cause, gli interventi possibili e la programmazione.

Il rischio residuo, le cause che danno luogo ai fenomeni di esondazione e gli interventi possibili di mitigazione del rischio idraulico, di frana e di alluvione.

Oggi inauguriamo un ciclo di incontri e approfondimenti dal titolo “QualeQualità”, organizzati dall’associazione Libertà e Giustizia circolo di Firenze, aperti a chiunque desideri approfondire le proprie conoscenze, su specifici argomenti di pubblico interesse e che, per ovvi motivi, si relazionano con la vita dei Cittadini.

Inizieremo con l’analizzare le tematiche che affrontano il “dissesto del nostro territorio”. Purtroppo non si deve andare molto indietro nel tempo per riscontrare nelle cronache giornalistiche e televisive, che il problema esiste e che risulta, ora più che mai, necessaria una programmazione degli interventi possibili da progettare, da quantificare da un punto di vista numerico ed economico e finalmente, da realizzare.

Libertà e Giustizia, a febbraio del 2010, pubblicò un appello: “Coi soldi del ponte fermiamo le frane”, appello in cui si faceva notare l’urgenza di inquadrare la ‘spesa pubblica’, invece che verso la realizzazione delle cosiddette ‘grandi opere’, verso tutte quelle piccole necessità, per un sincero recupero del Territorio.

Nel ’47, i nostri Padri Costituenti, all’Art.9 della Costituzione, avevano inquadrato tra i principi fondamentali, proprio quello del Paesaggio e del Patrimonio Storico, come un Valore un Diritto:

Art.9

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

All’interno di un unico articolo si puntualizzano due fondamentali concetti: ‘la promozione’ e la ‘tutela’, il primo, proiettato verso il futuro, verso una programmazione, l’altro verso la salvaguardia del nostro passato; da una parte lo sviluppo scientifico e tecnico e dall’altra, la tutela di una importante identità. E questo non trova riscontro in altre Costituzioni occidentali.

A questa iniziale introduzione, è seguita la lettura di un testo scritto dall’Attore/Regista Massimo Tarducci che ha interpretato in chiave artistica, la questione del Territorio e del Paesaggio, immaginandosi in una dimensione futura, in cui la nostra terra è raccontata attraverso un viaggio riprodotto in ‘tavole illustrate dei libri di fiabe’.

Il Prof. Nicola Casagli, dell’Università degli studi di Firenze – Dipartimento di Scienze della Terra, titola il suo intervento “L’Italia che frana”. “I Greci, da cui viene il temine catastrofe – cata/strefo, rivolgimento di uno stato naturale, interpretano la catastrofe come un sovvertimento di uno stato naturale che può essere compreso, studiato e quindi, con la conoscenza, capire come farci fronte; i Latini usano disastro – dis/aster, cioè stella avversa e cioè maledizione divina contro cui non ci si fa niente; nel primo caso la memoria può servire come strumento per migliorare la conoscenza, nel secondo caso la memoria non ci deve essere, prima cancelliamo la maledizione mandata dal cielo meglio è ……. noi pensiamo che si tratti sempre di disastri, siamo bravissimi nell’arrivare subito dopo il disastro, ma troppo spesso siamo quasi un “disastro” nel prevenire in modo appropriato ….. I fenomeni geologici e i loro rischi vanno comunicati alla popolazione, l’Italia e’ l’unico paese che ha una seria mappatura geologica del suo territorio, 10.000 aree a rischio frane molto elevate ….. Esistono nel mondo scientifico le conoscenze, le tecnologie, cioè tutto quello che è necessario per fare previsione e prevenzione ma, di solito, non vengono utilizzate, e questo, per numerosi motivi, tra cui la mancanza di una cultura del trasferimento tecnologico e di una cultura sociale specifica…Conoscere, intervenire è uguale a prevenire; in tal senso un solo drammatico esempio: il terremoto dell’Aquila e’ stato di un intensità del sesto grado Richter … in Giappone ne avvengono almeno 10 per anno e provocano per lo più scarsissimi danni e quasi mai delle vittime; occorre una vera percezione e conoscenza dei rischi”.

Il Prof. Enio Paris, dell’Università degli studi di Firenze – Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, titola il suo intervento “La fragilità del territorio e la difesa dagli eventi alluvionali”. Vengono fatti notare, attraverso esempi fotografici, i motivi principali da cui scaturiscono le situazioni che danno luogo a disseti idro-geologici. “Terreno ed acqua si coalizzano per determinare la gravità dell’evento, ……. Questi gli aspetti che contribuiscono a determinare una fragilità del territorio: la conformazione geologica e geomorfologia, le attività dell’uomo e i cambiamenti climatici …….. Alla vulnerabilità intrinseca del territorio si aggiunge l’azione dell’uomo che la esercita attraverso l’abbandono di alcuni territori, soprattutto di quelli montani e quindi, assenza di un presidio territoriale e di pratiche agricole compatibili con la difesa del suolo; le occupazioni delle aree di pertinenza fluviale e per scarsa manutenzione…Questo porta inevitabilmente verso un progressivo incremento della propensione al dissesto e all’intensificazione degli eventi calamitosi”.

Proprio per questi motivi, nella speranza di arginare questa intensificazione, sono stati proposti alcuni interventi che possono concorrere a limitare tutto questo. “Interventi strutturali che controllino il trasporto solido e l’erosione della stabilita dei versanti ….. La conoscenza del rischio per la pericolosità idraulica può essere di grande aiuto nelle attività di urbanizzazioni della città e del territorio”.

Per ultimo è stato affrontato l’argomento relativo all’Autoprotezione; sono stati spiegati alcuni accorgimenti pratici per affrontare stati alluvionali, evidenziando quali sono quelle operazioni che non si devono fare o per le quali è necessaria una adeguata istruzione.

Il Dott. Paolo Masetti, Provincia di Firenze – Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile, titola il suo intervento “IL ruolo della Protezione Civile”. Sono stati elencati i numerosi compiti svolti dalla Protezione Civile della Provincia di Firenze, che consistono nell’effettivo servizio in caso di necessità operativa, nel coordinamento operativo del volontariato di protezione civile, nelle esercitazioni e nelle manifestazioni che hanno anche uno scopo di natura didattica.

Spettano alla Provincia le funzioni amministrative di interesse provinciale che riguardino vaste zone intercomunali o l’intero territorio provinciale, nei settori rivolti alla difesa del suolo, alla tutela e valorizzazione dell’ambiente e alla prevenzione delle calamità. Spetta anche il compito di promuovere le linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica ed idraulico forestale ed in genere per il consolidamento del suolo e la regimazione delle acque.

Compito della Protezione Civile è anche quello di adottare piani che, individuano anche le procedure a cui ogni cittadino deve attenersi nel caso di emergenza, con gli uffici e le strutture da contattare e da allertare.

Intervenire bene e rapidamente in caso di calamità e disastri naturali, per portare soccorso e prima assistenza. Ma anche lavorare alla prevenzione, per fare in modo che eventi potenzialmente molto distruttivi costino quanto meno possibile in termini di vite e di danni.
Spesso ci domandano quali sono le mansioni che gli addetti svolgono quando non è richiesto alla Protezione Civile di intervenire; una delle mansioni fondamentali, in queste circostanze, consiste nel fare informazione, formazione e addestramento, tra i Cittadini, perché tutti sappiano davvero cosa fare nelle circostanze più pericolose …… ”.

Si precisa che a breve sarà possibile rivedere tutto l’incontro, collegandosi al seguente sito: www.tvedo.tv

Alessandro Bruni

Riccardo Campanelli

GUARDA I VIDEO:

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