A un mese dalla manifestazione all’Arco della Pace, a pochi giorni dalle dimissioni di Silvio Berlusconi e della nascita del governo presieduto da Mario Monti, i soci di LeG si sono ritrovati a Milano, sabato 19 novembre, per l’assemblea nazionale degli iscritti. Più di cento partecipanti, arrivati da tutta Italia, dalla Sicilia e dal Piemonte, dalla Puglia e dal Trentino, dalla Toscana, dalla Liguria, dal Veneto, dall’Emilia e dalla Romagna, dal Lazio, dalla Campania, dalla Lombardia, dall’Umbria, dal Friuli e dall’Abruzzo. Sala gremita, al banco della presidenza Sandra Bonsanti, Simona Peverelli, Elisabetta Rubini e Giunio Luzzatto. Molti i soci di fresca data, e i giovani e giovanissimi, tra cui Fabrizio, 18 anni, che si è iscritto la mattina stessa. Primo punto in discussione, il rinnovo del consiglio di direzione, gli uscenti Guido Ascari di Pavia, Franca Carboni di Genova, Giuseppe Cesco di Pordenone, Derek Jones di Bologna, Massimo Marnetto di Roma, Alessandro Tancredi di Perugia hanno lasciato il posto a Stefano Canti di Senigallia, Francesco Coniglione di Catania, Corrado del Bò di Pavia, Marinella Isacco di Ravenna, Guglielmo Rosato di Bari e Enrica Visintainer di Vicenza. Alessandro Bruni, rappresentante toscano e socio storico di LeG resta a a coordinare il gruppo. Ai vecchi amici, che continueranno a dare un contributo attivo e di sostegno all’organizzazione, grazie per l’impegno svolto, ai nuovi un augurio di buon lavoro. Dopo l’approvazione del bilancio 2010, Sandra Bonsanti ha fatto il punto sulla situazione politica e sui progetti futuri di Libertà e Giustizia. La presidente ha rivendicato il ruolo dell’associazione in questi ultimi convulsi mesi che hanno portato alla caduta del governo Berlusconi. Dal “Dimettiti” dello scorso febbraio al Palasharp al “Ricucire l’Italia” dell’8 ottobre, passando per l’impegno nei referendum di giugno a quello per la legge elettorale a settembre. Nonostante la diversità e l’affidabilità del nuovo governo rispetto a quello precedente, il nostro compito non sarà più leggero, continueremo a vigilare con attenzione, ha detto la presidente. Ripartendo dalla Costituzione, dal rinnovamento della politica, che dovrà approfittare di questa parentesi “tecnica”, per recuperare la credibilità perduta. Le nostre antenne saranno sensibili, attente anche al pericolo che la giusta protesta dei ragazzi nelle piazze possa saldarsi con il populismo, con la vendetta degli sconfitti di oggi. Oltre ai nostri corsi di formazione politica (Perugia, sui temi della bioetica, prende il via la prossima settimana, Pavia ripartirà nei primi giorni di febbraio) e all‘insegnamento della Costituzione nelle scuole (Roma, Perugia, Bassano del Grappa, Torinoe Padova) il cui coordinamento verrà affidato al professor Franco Sbarberi (già ideatore e curatore della scuola di Poppi nel Casentino), LeG propone l’elaborazione di un progetto alternativo nel quale l’area progressista del paese possa riconoscersi in vista delle prossime elezioni politiche. Il professor Luzzatto ha esposto in modo sintetico i contenuti della piattaforma, su cui verranno avviati entro un mese dei gruppi di lavoro all’interno dei circoli, sollecitando sia esperti di settore che allargando l’invito ad altre associazioni. Sei i temi d’intervento proposti all’assemblea, a cui, in corso d’opera, si è aggiunto quello di un osservatorio sull’economia, fattore determinante della crisi che sta colpendo l’Italia e tutti i Paesi occidentali. Le istituzioni democratiche e la riforma della politica (la riduzione del numero di coloro che ne vivono, le incompatibilità e il contrasto ai conflitti di interessi, i limiti alla rinnovabilità dei mandati); i diritti fondamentali, inclusa la cittadinanza di chi nasce in Italia; la giustizia penale e civile; la formazione (scuola e università) e la ricerca scientifica; la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali; il pluralismo nell’informazione. Sandra Bonsanti ricorda anche l’appuntamento del prossimo gennaio, quando la Cassazione deciderà sull’ammissibilità del referendum elettorale, e sostiene che LeG non sarà neutrale neanche rispetto alle prossime candidature politiche, organizzerà gruppi di ascolto sul territorio, si impegnerà a promuovere, incoraggiare o bocciare i nominativi in campo. Numerosissimi gli interventi dalla platea, tutti puntano sull’accresciuto prestigio di LeG, non solo in termini di crescita di associati e di visibilità mediatica, ma anche come esempio di elaborazione culturale (Stefano Pareglio, consiglio di Presidenza) che propone gli Stati generali dell’associazione; c’è chi si augura (Anna Salfi, di Bologna) che la crescita di un movimento della società civile come il nostro, non porti in sé i vizi cronici della politica. Simona Peverelli propone che ogni circolo abbia un proprio sito all’interno di quello nazionale, mentre Elisabetta Rubini, cogliendo l’occasione dei molti giovani in sala, propone una rete organica di Liberi e Giusti under 25. L’assemblea si scioglie con l’applauso a Olga Piscitelli, nostra collaboratrice e amica, che si è congedata da LeG e che intraprende da oggi una nuova avventura lavorativa.
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Questa evoluzione “politica” di LeG mi piace, e spero possa incidere positivamente nel vuoto di proposte alternative alla destra, anche a quella che ci governa attualmente.
Mi piacerebbe sapere tuttavia se la mancanza di un chiaro riferimento alla giustizia sociale e al sostegno alle categorie economicamente più deboli sia una semplice svista, o una scelta precisa dell’assemblea. Sta il fatto che nello schema di programma non ne vedo traccia…
Credo che tale assenza rafforzerà in molti l’idea di un’Associazione che esprime interessi universali solo in termini astratti e si pone assai lontana dalle istanze delle classi umili, rese negli anni sempre più povere. So bene che sono stati fatti discorsi chiari in favore dei lavoratori e dei loro diritti in diverse occasioni, per esempio dopo il nuovo corso imposto da Marchionne, ma credo che nel momento in cui ci si pone come possibile fucina di un progetto politico alternativo bisognerebbe essere chiari sui fondamentali. E una maggiore giustizia sociale dovrebbe comparire come obiettivo imprescindibile.
Gradirei una risposta, grazie.
Lia Nesler
@Lia Nesler : per quel che vale la mia risposta. Vorrei rib adire che uno degli impegni che in assemblea ci siamo assunti è quello di intensificare il nostro nella promozione dell’insegnamento della Costituzione nelle scuole e nei luoghi pubblici dove ci sarà consentito.
La Costituzione è da sempre la nostra stella polare : art. 3 II° comma.
Giustizia sociale e tutela di chi ha meno
Sono favorevole alla elaborazione di proposte politiche e di programmi di riforma da diffondere e sottoporre ai partiti che ci rappresentano in Parlamento, ma sono diffidente verso quella “ansia del fare”, ancor più quando si presenta nella forma del “fai da te”, che si manifesta puntualmente nella società civile per colmare il vuoto politico causato dai partiti. Non si tratta per me di coerenza o meno con le finalità statutarie dell’Associazione, ma di mantenere la Cultura come variabile indipendente, separata dalla Politica e dalla Economia. Se la politica deve riprendere il controllo dell’economia, cosa controllerà la politica?
Ero presente all’assemblea di LeG a Milano, non ho avuto la prontezza di propormi per un intervento. Avevo quattro agomenti da porre:
1) Un ricordo del nostro amico Donato Manni, socio LeG dalla fondazione, che a febbraio di questo anno ci ha abbandonati. A Pescara è stato possibile avviare il circolo LeG solo perché Donato Manni ha seminato, per almeno otto anni, in termini intellettuali, di esempio e organizzativi.
2) su sollecitazione del socio Sirio Maurino una proposta sintetizzata con lo slogan “riappropriamoci del debito pubblico”. E’ una proposta operativa per cui ognuno di noi dovrebbe concorrere a comprare il nostro debito pubblico (la proposta è convenientemente articolata e percorribile).
3) su sollecitazione di altro socio, Giuseppe Vitolla, prendere in seria considerazione la questione del “TERRITORIO” il suo degrado, i disatri conseguenti, i costi relativi.
4) la questione della crescita di LeG, il rapporto con la politica, il rinnovamento dei partiti.
Sono quasi contento di non essere intervenuto, avrei fatto solo perdere tempo, come quel socio che si è troppo dilungato sulle questioni di democrazia interna, vorrei conoscerlo per dibattere con lui di regole, condivisione, valori e altro.
Gli argomenti che volevo porre, con mia grande soddisfazione, sono tutti dentro la proposta dei sei più uno temi su cui siamo invitati a lavorare; essi sono la piattaforma politica di LeG per l’immediato futuro; tutti noi siamo chiamati a dare contenuto a questa piattaforma. E pertanto: “nessun dorma”.
Sono contento di esserci stato, Alberto
Mi riferisco all’intervento di Bertolomeo Camiscioni del 22 novembre.
Il Forum nazionale di LeG ha un nome : “Piazza Donato Manni”.
Questo è stato voluto da tutti gli amici che per anni con lui si sono incontrati nell’affascinante spazio del confronto tra idee.
E’ con noi.
ni di penna
Applausi scroscianti anche da chi non ha potuto intervenire !!! Esprimo molta soddisfazione e meraviglia x i non pochi giovani presenti. Sono attivabili (come all’inizio, se ricordo bene) gruppi su base quantomeno regionale e meglio ancora se provinciale (x es. il Veneto, Treviso,…) potete comunicare i nomi di tali associati…
Salutissimi da Pietro Pasut
Lodevole l’iniziativa scolastica di LeG in materia di conoscenza della Costituzione.
A mio avviso il nuovo ministro dell’Istruzione farebbe cosa buona e utile se ripristinasse,con gli aggiornamenti programmatici e didattici dovuti e l’adeguata estensione di esso a tutti i gradi della nostra scuola,il CORSO DI EDUCAZIONE CIVICA IMPERNIATO SULLO STUDIO DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA,PREVISTO NEL TRIENNIO DEI LICEI CLASSICI e SCIENTIFICI e degli ISTITUTI MAGISTRALI,TECNICI E PROFESSIONALI CON I PROGRAMMI APPROVATI IL 13 GIUGNO 1958,CON D.P.R.n.585.
Dovendo “La Costituzione” divenire
per i giovani “il testo della loro fede civile e politica,una fonte di studio,di meditazione e di ricerca,cui è necessario ricorrere per realizzare,nel vivo della propria coscienza e nella pratica azione della vita,quella intima unione fra valori morali e valori nazionali,fra carità umana e solidarietà sociale,fra esercizio della libertà e volontà di lavoro,che caratterizza la vita degli uomini e dei popoli veramente liberi” (dal Presidente della Repubblica agl’ insegnanti nel 1956).
Occorre a modesto mio avviso
Scusate la mia persistente incompatibilità con questo mezzo di comunicazione.
Dico perciò,seguitando,che occorre altresì riparare i danni prodotti a questo Paese (già di per sè tribolato dall’ambiguità culturale della sua raggiunta costituzione unitaria) dalla tempestosa,per la scuola in particolare e per i giovani, stagione della rivolta studentesca e non solo studentesca, degli anni sessanta e settanta,essendosi persa proprio in quegli anni la bussola della Costituzione repubblicana a inoltre osservata nei primi vent’anni dalla sua promulgazione,opponendosi ragioni politiche e ideologiche di ordine storico e attuale che sarebbe lungo esporre in questa sede.