L’Aula della Camera approva il Rendiconto generale dello Stato, con 308 voti favorevoli e un astenuto. Le opposizioni erano in Aula ma non hanno preso parte al voto. La maggioranza non c’è più.
Siamo entrati in una fase di grandi manovre, è l’ora dei tessitori, dei competenti in trame e disegni stile Prima Repubblica. L’ora, per capirci, dei Cirino Pomicino, dei Verdini e compagnia bella. L’ora delle cene riservate e degli incontri in villa sull’Appia antica.
In questa nuova ora di tenebra del Paese, mentre Berlusconi e i suoi ministri agonizzano, davanti allo sguardo stupito del mondo, cerchiamo di capire quali sono gli sbocchi possibili di questa situazione e di stabilire alcuni paletti. Alcuni confini di decenza assolutamente non superabili.
1) Quando e come cade, se cade il Cavaliere? Il primo appuntamento importante è quello di martedì 8 novembre. A Montecitorio si ripresenta, con un rito assolutamente inedito e probabilmente incostituzionale, il rendiconto dello Stato già bocciato il 15 ottobre. Si dice che il presidente della Repubblica abbia chiesto all’opposizione di non opporsi; il rendiconto deve essere approvato pena il blocco di tutti i conti e le spese dello Stato. Peccato che per contrastare questa sciagura si sia acconsentito che Berlusconi non fosse costretto a salire al Quirinale a dimettersi il giorno della bocciatura. Cosa farà l’opposizione, martedì? Qualcuno sospetta che ci siano assenze variamente giustificate e comunque manovre non alla luce del sole.
Ebbene: chiediamo subito a tutta l’opposizione di comportarsi in maniera trasparente: tutti, assolutamente tutti, presenti e una posizione chiara e comprensibile. Si sente dire: questa volta passi (lo chiede Napolitano), la resa dei conti fra qualche giorno sulla manovra.
2) Cosa accade dopo, se cade. Sono ad oggi sul tavolo tre ipotesi. Primo: un governo istituzionale, guidato da Monti, con dentro tecnici e politici che abbia autorevolezza in Europa, un’ampia maggioranza in Parlamento e che sia in grado di chiedere agli italiani i sacrifici richiesti (che non sarebbero quelli previsti dall’attuale governo) ma in un orizzonte di marcata giustizia sociale. Sembrano favorevoli a questo governo D’Alema e una parte del Pd, Casini e un ampio arco di forze politiche . Tale governo dovrebbe portarci alle elezioni nel 2013 con una nuova legge elettorale, una richiesta di milioni di italiani, per la quale LeG si è spesa da anni e per prima con l’appello: mai più alle urne con questa legge.
Secondo: un governo che qualcuno definisce “europeo” (per realizzare le richieste di Bruxelles), nel senso che, andatosene Berlusconi, arriverebbe un suo “sosia”: tipo Gianni Letta. Per intenderci, un governo Letta-Bisignani, nelle migliore tradizione dell’Italia del potere occulto. L’UDC potrebbe esser tentato da questa soluzione; il Pd non lo sappiamo. Noi NO.
Terzo: elezioni subito, forse a gennaio. Una ipotesi che ha molti sostenitori occulti e alcuni palesi. Lo preferisce anche il segretario del Pd Bersani, non si opporrebbero Di Pietro e Vendola (pare di capire). Alle urne ancora con il Porcellum, senza primarie nè finte nè vere, liste bloccate, un Parlamento estraneo agli elettori. Quanti cittadini di centro sinistra andrebbero ancora a votare come nel passato per senso di responsabilità? Questa è una domanda alla quale noi della società civile riteniamo di dover dare una sola risposta, quella di Gustavo Zagrebelsky quando ha spiegato: non saremo più portatori d’acqua. Quando ha messo in guardia la classe politica dalle conseguenze delle speranze deluse.
Riassumendo, tre sono i NO di LeG: No a manovre dietro le quinte o a votazioni non chiare, o ad assenze in Parlamento; NO a un governo Letta- Bisignani o simile. No a elezioni con questa legge elettorale.
Chiediamo a tutti responsabilità, ma anche coerenza. Per voltare pagina, altrimenti se ne scriverebbe un’altra, ingloriosa e forse indecente.
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Si` a Monti, a un governo di tecnici e a larghe intese. Ricordiamoci tutti pero` che i sacrifici vanno fatti e da tutti.
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Io penso che martedi 8 l’opposizione debba votare contro e provocare la paralisi dello Stato. Il primo obiettivo è togliere di mezzo Berlusconi e questo governo di incapaci come non se n’erano mai visti.
Di fronte a tanto sfascio, tanta mediocrità e tanto disprezzo per la cosa pubblica, non c’è altra strada, il tempo della responsabilità è finito.
Non capisco perchè siate favorevoli al governo Monti (almeno, così si deduce andando per esclusione). Chi vi dice che i sacrifici che chiederebbe agli italiani “non sarebbero quelli previsti dall’attuale governo”?
L’attuale governo ha scritto una lettera alla UE in cui di fatto si impegna ad applicare la ricetta indicata nella lettera della BCE di agosto. Sarebbe il caso che tutto il centro-sinistra italiano avesse il coraggio di criticare la UE una volta tanto, non si può dar ragione all’europa qualunque cosa dicano. Anche perchè l’europa oggi è governata da governi di destra come Merkel e Sarkozy, sarebbe anomalo se la pensassimo come loro.
Sono d’accordo ma si faccia in fretta, che non se ne può più di questo teatrino!!!! Si scelga una personalità di alto profilo che rappresenti l’Italia senza farci fare le figuracce a cui purtroppo abbiamo dovuto abituarci e che velocemente modifichi la legge elettorale nella speranza di poter scegliere dei candidati affidabili… e possibilmente possa mettere dei paletti a questi vergognosi personaggi, che per soldi saltano impunemente da uno schieramento all’altro.
Libertà e Giustizia è favorevole a un governo di transizione che faccia quelle due/tre cose fondamentali per traghettare il Paese a nuove elezioni. La prima cosa è la legge elettorale, non si può tornare alle urne con un sistema che ha di fatto rotto il rapporto tra eletti ed elettori, tra cittadini e parlamento, e che ha agevolato lo scempio istituzionale di questi ultimi anni. 1 milione e 200 mila italiani (e molti di più lo avrebbero fatto se fossero stati messi in condizione di farlo) sono andati a firmare per il referendum elettorale. E’ un segnale fortissimo rivolto ai partiti, tornare subito alle urne, ignorandolo, aggiungerebbe ulteriore discredito e sfiducia nei confronti della classe politica di questo Paese (di destra, di centro e di sinistra).
..fate prima a dire che anche voi di leg siete strutturali al dominio mondiale pseudodemocratico degli usa e loro colonie , con ” fratelli ” traditori degli stessi fratelli ben collocati all’interno di ogni colonia fra le quali anche la nostra.
essere un po’ piu cristallini basterebbe, ormai basta poco per sapere da che parte state, almeno per persone sfuggite al genocidio trasversale e mutazione antropologica che anche la sinistra ha contribuito a compiere.
Costanza Firrao scrive:
4 novembre 2011 alle 16:58
non avete imparato nulla dalla storia e dalla truffa inziata dopo certi crolli a danno di nazioni epopolazioni.. non vi è bastato essere depredati dai vari accordi a cui i vari amato, ciampi, prodi e berlusconi , draghi monti o tremonti hanno ubbidito..volete fare la fame comunque schiavi neanche a fare la fame cosi come ci hanno ridotto, ma almeno liberi..la volete fare continuando a farvi succhiare il sangue dall’impero…tutto avete dimenticato dei buoni insegnamenti gramsciani, o pasoliniani, vi siete omologati al potere piu fascista che ci sia…non quello facilmente riconoscibile in questo o quel mussolini o cuore nero o berlusconi, gia drammatici in ogni loro apparenza, ma in quello ben piu subdolo e imperiale, che ci ha liberati per farci schiavi succhiando sangue fino all’ultima goccia
Concordo perfettamente con quanto sostenuto nell’articolo. Penso che in questo particolarissimo momento del nostro Paese, ciascuno di noi ed i politici in prima battuta debbano comportarsi con senso di responsabilità e dimostrare di Voler seriamente agire per il bene dell’Italia, mettendo da parte i loro preminenti interessi (e qui mi riferisco a tutti i “politicanti” sia di destra che di sinistra, che di centro) che abbiamo visto affannarsi, in questi ultimi anni, operandosi esclusivamente per accaparrarsi “poltrone” e “potere” (e di conseguenza benefici) soltanto per i loro sporchi interessi di casta, disinteressandosi totalmente della popolazione che disgraziatamente li ha votati e che oggi ne paga le conseguenze!!!
E’ sempre più difficile dire qualcosa, è sempre più pressante fare qualcosa: le manifestazioni di questi due prossimi sabati (PD a Roma e Riprendiamoci il Campo a Milano vanno nella direzione giusta: si resiste!).
Tanti cordiali saluti.
Temo un altro tradimento del pd
Passi pure il Rendiconto, ma le opposizioni ne spieghino ben bene il perché.
Il governo post B. sarà comunque debolissmo, allora lo si faccia nascere per la nuova legge elettorale e due o tre cose per la crescita, tipo patrimonaile, abolizione delle province, prosciugamento e bonifica del costosissimo sottogoverno, riconoscere ai parlamentare uno e un solo stipendio, come a tutti gli altri lavoratori, e qualche altra cosia. Tutto ciò potrebbe essere fatto in poche settimane e andare a votare a primavera, aprile-maggio.
Il Pd ha tradito molte volte i suoi elettori, e temo che lo farà anche questa volta, se così dovesse essere LeG ne denunci l’intrinseca corruttela e lo abbandoni al suo destino.
Condivido i tre no; oggi parlare chiaro e netto è inusuale spero che il PD non si faccia prendere da contorsioni e lasci stare i Casini ed i Rutelli è prenda l’etica della responsabilità che non ha nulla a che fare con i governi di responsabilità.
Elezioni subito? NO. Governo fotocopia? NO.
Governo tecnico, o istituzionale, SI.
Il PD non faccia scherzi, ne ha già fatti a sufficienza.
Legge elettorale e poi alle urne, solo quando andare a votare non ci farà sentie sudditi. Su questo fronte RESISTERE RESISTERE RESISTERE.
Condivido integralmente, senza se e senza ma l’articolo.
Se ci mandano a votare con questa legge, con dolore ma senza dubbi per la prima volta nella mia vita non voterò, convinta che non sarebbe sopportabile il tradimento del milione e più di cittadini che hanno firmato per cambiare la legge elettorale, e che con questa attuale saremmo comunque da capo tra qualche mese(Mastella o Scilipoti…non cambia nulla!)
Se poi , come scrive Michele Cristella, il PD tradisse anche questa volta il suo elettorato, sarà da abbandonare definitivamente alla sua autodistruzione.
Sono perfettamente d’ accordo su tutti e tre i NO. Dovrebbero essere d’ accordo tutte le persone serie. Ma quante saranno in Italia visto che la stragrande maggioranza di votanti si divide fra PDL e PD ?
D´accordo su tutta la linea.
Condivido pienamente i TRE NO. Mi auguro che li condivida anche il PD. Siete un punto di riferimento. Grazie
Molto bene, la presa di posizione di LeG è chiara e netta .
Prevenire è meglio di curare.
I tre NO, deve essere chiaro, sono anche dei SI.
SI al governo del presidente: per fare riprendere fiato a questa Italia sfiancata nel suo morale, nella etica, nella credibilità, prima che dalla crisi finanziaria economica, dal regime personale di Berlusconi.
SI al cambiamento della legge elettorale: per farci tornare un po’ più cittadini, è da troppo tempo che siamo solo sudditi.
SI a sacrifici ripartiti con equità: chi ha più paghi di più, l’evasione fiscale e il non pagare le tasse sono un crimine verso tutti gli altri italiani e come tale deve essere perseguito, non è più tollerabile il livello di corruzione attuale, il costo della politica è immorale, il conflitto di interesse non deve essere più ammesso a tutti i livelli, la questione morale ed il rispetto delle regole sono un imperativo assoluto.
Condivido pienamente l’impostazione di LeG. Si abbia il pudore di sottrarci a pratiche di Lettiana memoria: abbiamo bisogno di politica alta e non di “crostate”. I risultati delle “crostate” sono sotto gli occhi di tutti, li stiamo pagando abbondantemente. Ora basta !
concordo. Non voglio piu’ votare col porcellum
Mi sento di sottoscrivere pienamente, e mi congratulo per la chiarezza di intenti e di esposizione.
Sono perfettamente d’accordo con LEG, basta con i sotterfugi e la mancanza di trasparenza! E’ ora che il PD faccia sentire la sua vera voce senza infingimenti. Spero che sia la volta buona per dimostrare i valori civili e morali che appaiono purtroppo molto sbiaditi. Grazie a LEG.
Condivido il primo passaggio con il governo guidato da Monti per modificare il pacchetto anticrisi del governo Berlusconi che abbia come primo elemento una patrimoniale del 4% sui patrimoni detenuti dal 20% degli italiani pari a 5.000,00 miliardi di euro,tagliare drasticamente il costo della politica di almeno 3 miliardi di euro sui 6.50 miliardi stimati dalla Confcommercio elaborare e approvare un nuova legge elettorale su base proporzionale con sbarramento del5% il tutto per ricominciare a crescere dei 200 miliardi ricavati dalla patrimoniale 100 miliardi a scalare sul debito pubblico e 100 miliardi da investire per la crescita
Dopo andare alla urne con las nuova legge elettorale con massimo 500 tra deputati e senatori
non saprei. io non ricordo che nel 2007 ci fosse tutta questa mobilitazione contro la legge elettorale, anzi.
ma lasciamo perdere: evidentemente l’associazione ci ha ripensato, e molto meglio così.
in linea di principio io sono favorevole a qualsiasi governo che tenga lontani il nano grasso e pelato e i suoi accoliti e turiferai, da letta allo sciagurato tremonti al servo alfano.
alla fine i sacrifici li dovremo fare, e più sarà credibile il governo italiano, meno saranno pesanti i sacrifici.
ma sull’approvazione del rendiconto io qualche dubbio ce l’ho. abbiamo perso un anno per permettere l’approvazione della finanziaria prima di presentare la mozione di sfiducia. regalare anche un’ora al nano significa permettergli di comprare qualche altro scilipoti o qualche radicale.
via subito!
Urge un referendum contro il signoraggio bancario cosi come ha richiesto la Grecia, (la quale è stata invitata poco ortodossamente dalla U.E. a rientrare nei ranghi per pagare questo fantomatico debito creato ad oc per rompere i maroni a tutte le costituzioni mondiali). Referendum che l’Islanda ha già attuato con gran successo. Senza questa premessa, qualsiasi legge elettorale diventa un uroboros che si morde la coda e non se ne esce mai, poichè nessun partito che dicasi onesto ha mai accennato alla possibilità di uscirne con un referendum se ne desume che questa condizione (il signoraggio bancario) sia il cavallo di battaglia di politici e amministratori per cavalcare le marsine del potere ed arrivare al sogno sionista degli illuminati.
Gli unici sacrifici che dovremo fare saranno i medesimi che ha affrontato l’Islanda che come densità popolativa è di molto inferiore alla nostra. Informatevi sul sistema adottato dagli Islandesi che come pima cosa hanno mandato a pascolare i politici da un’altra parte… stessa cosa dovremmo fare noi, e la possibilità di farlo c’è, visto che non vogliono togliersi dai maroni, c’è l’art. 361 della legge 30 marzo 1957…. se la popolazione non ritira la scheda pur presentandosi ai seggi con 5 buste da lettera, nelle quali depositare la motivazione del mancato ritiro, (in questo caso si può dire che nessuno degli iscritti presso le liste elettorali è in grado di rappresentarci), LA SCHEDA VIENE BLOCCATA E MESSA A VERBALE E LA MAGGIORANZA NON PUò USUFRUIRME COME INVECE QUANDO NON CI SI PRESENTA ALLE URNE. Meditate gente… meditate. La legge esiste ma esiste anche la disinformazione.
si,sono d’accordo.Questo è un passaggio molto delicato che deve essere gestito con estrema accortezza.paradossalmente potremmo non aver ancora visto il peggio.Personalmente sono convinto che la soluzione più convincente sia il governo tecnico perchè determinerebbe a livello internazionale una immediata risalita della credibilità del paese che avrebbe quindi il tempo necessario per una legge elettorale da cui scaturisca un parlamento dotato della necessaria autorevolezza per chiedere agli italiani quei sacrifici che tutti sappiamo andranno accettati se accompagnati dalla massima equità possibile.
Torno ad intervenire per
1) segnalare la lettura sul Fatto di oggi 5 novembre dell’articolo a pag. 9 “L’ultima corsa di B. e l’orologio del Colle” di F. D’Esposito che parla delle ipotesi sul tappeto oggi…Si prospettano, analizzandole, proprio le soluzioni di cui parliamo, con alcune prospettive, nomi e opzioni non poi così rassicuranti anche se ci fosse un Governo Monti a tempo…i nomi che si fanno sono, ancora una volta, quelli della gerontocrazia politica (da Amato a Bassanini, passando per Cesa…). se così fosse, addio tecnici competenti e fuori dai partiti…
2) nelle drammatiche vicende liguri, toscane e genovesi, mi chiedo se LeG voglia valutare un appello forte a destinare finalmente i soldi per Ponte sullo stretto, Tav ecc. a METTERE IN SICUREZZA FINALMENTE il territorio nazionale. E’ indecente e intollerabile che TUTTI i governi si limitino a ricostruire, condonare gli abusi, cementificare nel più assoluto disprezzo della cura ambientale ed idrogeologica del nostro paese.
Sappiamo tutti che sepolti i morti, dopo qualche rimbalzo di responsabilità, tutto continuerà come sempre, e che prevenire è verbo assente dalla politica. Per appello forte intendo mobilitarci, raccogliere firme,metterlo in evidenza permanentemente nel sito e/o comunicazioni…O altro che meglio di me potreste suggerire.
GRAZIE!
ringrazio tutti per aver detto cose molto sagge, che completano il mio impulso a scrivere di corse qualcosa che indicasse come, pur nella dovuta responsabilità, non è che siamo proprio disponibili ad accettare e sottoscrivere tutto…bispogna tenersi aggiornati e comunque pronti ad intervenire. vorrei rileggere il testo completo del bersani di ieri, mi è sfuggito il brano sul rinnovamento del partito oppure non ne ha parlato proprio?
@Sandra Bonsanti: non ne ha parlato proprio.
sono completamente d’accordo
solo uno stregone o uno sciamano avrebbe la capacità di districarsi nel dedalo delle ipotesi attualmente in campo; il rischio è quello trovarsi di fronte ad un apprendista stregone che invece di fare il bene del paese ci porti dritto dritto al pireo o sull’acropoli il che poi è lo stesso.
la cosa più semplice sarebbe quella di andare a votare subito ma bonsanti ci dice un bel no, poiché poi saremmo costretti a votare un partito ma non la persona che noi vorremmo fosse scelta; ergo, ne consegue secondo bonsanti la necessità di un governo che approvi quanto meno una legge elettorale potabile; se nell’opposizione la confusione regna sovrana sulle iniziative più opportune da intraprendere tutto lascia credere che si attendino semplicemente gli eventi e che b. faccia tutto da solo: o che si dimetta (ipotesi da lui già rigettata) o che autoimploda la sua maggioranza (ipotesi più realistica); logica vorrebbe che la strada maestra siano le elezioni anticipate ma il contesto finanziario porterebbe ad escluderle non tanto per l’esigenza di modificare la porcata quanto perchè i mercati poi ci punirebbero; sarà la storia come diceva marx a far accadere ciò che impone la necessità, ma se così non dovesse essere poichè abbiamo visto che non tutto quello che marx preconizzava si è poi realizzato, chi dovrebbe far accadere quello che noi desideriamo? la società civile, magari! dubito che la società civile possa avere un influenza superiore a quella della moral suasion nei confronti dei partiti; quindi ritorniamo ai partiti ed alla scelta di quelli che invece di perseguire l’interesse particulare, perseguono il bene comune! questo è il banco di prova della sinistra ovvero di quel che rimane della sinistra; premesso che la forza più dirompente della sinistra attuale è sel, ma sel non è attualmente presente in parlamento, rimane il pd e l’italia dei valori; ritengo comunque che allo stato non si può non aprire una linea di credito nei confronti del partito democratico non foss’altro perchè è il primo partito di opposizione ed anche forse il primo partito italiano; che poi possano non piacere i suoi dirigenti quello fa parte della libera espressione delle proprie opinioni, dei propri orientamenti e dei propri gusti personali; a me, ad esempio il giovane renzi proprio non piace, però rispetto quelli che lo considerano tout court espressione del nuovo, anche se poi appare oggettivamente come fenomeno mediatico speculare a quello berlusconiano; per quanto riguarda i tre no espressi da bonsanti, concordo totalmente con il no ad un governo letta/bisignani; concordo anche con il no alle manovre dietro le quinte, a votazioni non chiare senza dover aggiungere anche un no alle assenze in parlamento poiché pleonastico mentre invece riguardo al no alle elezioni anticipate il discorso si fa più complesso, perchè, fatto salvo lo svolgimento del referendum, che comunque sarebbe rinviato in casi di elezioni, mi pare che le proposte di legge attualmente in campo siano non solo numerosissime ma diverse tra loro anni luce, e districarsi non è facile per nessuno, certo la scelta migliore sarebbe il ritorno tout court al mattarellum, ma questo lo consentirebbe automaticamente solo una vittoria al referendum che abbiamo visto non è detto che si svolga; aspettiamo quindi l’autoimplosione del governo B. e che dio ce la mandi buona quando la palla passerà a napolitano, speriamo nella sua lucidità che finora non ha mai fatto difetto, salvo qualche eccezione (le leggi vergogna berlusconiane da lui firmate in 24 ore). pronti però comunque a stappare lo champagne, anzi lo spumante vista la crisi attuale, ed a scendere in piazza come fecero i nostri avi il 25 aprile del 1945, se il tiranno b. dovesse “tirare le cuoia”.
Ho indirizzato a Sandra una riflessione troppo lunga – immagino – per meritare una pubblicazione. In sintesi opterei per le elezioni anticipate non angosciandomi più di tanto se il sistema elettorale dovesse essere ancora l’attuale ‘ Porcellum ‘. Anche se può sembrare paradossale, infatti, l’urgenza della drammatica situazione economico-finanziaria che ci ha portati al commissariamento o, comunque, ad una sorta di ” amministrazione controllata e vigilata ” da parte della Comunità Europea e della sua Banca Centrale, ci impongono una ‘ soluzione politica ‘ non pasticciata. Se per rimuovere un ‘ giullare ‘ dovessimo offrire all’Europa lo spettacolo, altrettanto ridicolo, di un presidente del consiglio non eletto democraticamente ma calato dall’alto come un classico ‘ deus ex machina ‘ di greca memoria, penso che la nostra credibilità – oltre a non reggere a lungo in ambito nazionale – sarebbe compromessa a lungo in ambito internazionale. E, io credo, a buon diritto. Auguriamoci, quindi, che la galassia delle forze che si oppongono al governo Berlusconi ( Polo di centro, PD, IDV e SEL )trovino davvero – e alla svelta – un minimo di programma comune per presentarsi ai cittadini come maggioranza alternativa e ne ottengano il necessario consenso elettorale.
Giovanni De Stefanis
La crisi finanziaria è sempre più pesante e ormai c’è davvero pochissimo tempo per salvare il paese e il futuro dei nostri giovani.
Tutta la politica è commissariata dalla crisi. I mercati e l’Europa in questa fase non si fidano nemmeno della attuale opposizione, che in ogni caso non avrebbe i numeri per governare nemmeno con l’aggiunta eventuale (ma molto improbabile) dei transfughi dal PDL.
La soluzione migliore, anzi l’unica, sarebbe un governo Monti con ministri scelti tra le migliori competenze e intelligenze del paese, sostenuto in parlamento da una maggioranza la più ampia possibile. Una maggioranza che si impegnasse a sostenere, per spirito repubblicano, le scelte del governo senza troppo discutere.
Un puro governo tecnico che segnerebbe una (meritata) sconfitta della politica e una parziale sospensione della democrazia. Ma secondo me non c’è altra strada in questo momento.
Farebbe riforme “di destra”? Forse, ma oggi davvero c’è poco da discutere, e poi Monti ha una profonda cultura di governo e non credo farebbe macelleria sociale. Non credo, per esempio, che Monti definirebbe Marchionne “un vero socialdemocratico” come ha fatto qualche esponente del PD.
Ma Berlusconi e Bossi accetterebbero di dare i loro voti ad un governo Monti? E Monti, senza i voti del centrodestra, accetterebbe di presiedere un governo che la destra attaccherebbe ogni giorno come il governo del ribaltone?
Questo è il vero intoppo, forse decisivo. Berlusconi e Bossi continueranno a fare danni anche dopo le dimissioni del governo, che sono questione di ore o di giorni.
Le elezioni anticipate, unica alternativa, significano mesi senza governo con il governo Berlusconi ormai inerte e in carica per l’ordinaria amministrazione fino al voto (e non c’è niente di più ordinario per B. che imperversare sulle televisioni durante la campagna elettorale).
Anche se vincesse il centrosinistra si troverebbe a governare, con le sue povere forze, sulle macerie non solo economiche di una Italia a pezzi.
Il campo del centrosinistra ha bisogno di tempo per chiarirsi le idee sulle alleanze, sui programmi, soprattutto sulle necessità di rinovamento, e una tregua politica sarebbe un’ottima occasione per una lunga terapia.
Grazie Sandra, ancora una volta trovo le tue riflessioni preziose e condivisibili. Continua a scivere e parlarci, ne abbiamo bisogno.
Da sempre elettore di sinistra, di fronte alla pochezza delle proposte avanzate da tutti i partiti del centro-sinistra, ritenevo inutile partecipare ancora alle votazioni (almeno versi i partiti storici), per la mancanza assoluta di una credibile alternativa all’attuale stato delle cose.
Con voi ho ritrovato la voglia di partecipare e la possibilità di tornare a sperare, almeno per le future generazioni. Condivido in pieno i tre no, in particolare quello relativo alla legge elettorale. Credo che allo stato attuale solo un governo istituzionale sia in grado di dare risposte immediate a superare il momento.
Un saluto a tutti
Anche oggi, quando si era sparsa la voce di imminenti dimissioni, ho letto che Casini ha espresso stima per Letta. Un amo gettato a un Berlusconi riluttante per spingerlo a gettare la spugna, con la contropartita di un successore gradito? Non lo so, ma credo che Casini, da politico navigato, sia il primo a essere consapevole che per ridare fiato all’Italia serve una personalità di ben altro spessore e per cui il sentimento di stima sia, diciamo così, un po’ più diffuso nell’opinione pubblica e negli ambienti internazionali.
Perchè non lanciare una petizione online tramite cui chiedere:
1) un passo indietro o laterale di Berlusconi e del suo governo;
2) un passo indietro delle forze politiche presenti nel parlamento;
3) un governo del Presidente della Repubblica, composto da esterni al parlamento, che faccia alcune cose fondamentali: risanamento dei conti pubblici, riforma elettorale, piano per la crescita. Indizione delle elezioni entro giugno 2012
Condivido quasi tutti i no di Sandra Bonsanti fatta eccezzione che per l’ultimo; certo sarebbe meglio andare a votare con una legge elettorale che non sia quella attuale, ma non si può considerare il ricorso alle urne una iattura e questo per due motivi: il primo è che non comprendo tutto questo entusiasmo per il famoso governo tecnico che a mio avviso non sarebbe che l’occasione per far digerire sempre ai soliti tuttele lettere della BCE, busta compresa.La cosa buffa è che il governo è tecnico se rivrde le pensioni ma soprattutto se attacca le poche residue tutele del lavoro senza per altro risolvere il tema dei giovani e tutto ciò condito con la patrimoniale da barzelletta proposta da confindustria; se invece si parte dalla lotta all’evasione fiscale, patrimoniale e un’ efficace legge anticorruzione allora, tali misure non possono che essere rinviate sempre a data da destinarsi .
Inoltre vedo una contraddizione logica rispetto al fatto che il parlamento attuale rimane un parlamento di nominati e anche di venduti che dovrebbe assumersi l’onere di approvare provvedimenti di impatto strordinario.In ragione di cosa, per arrivare al 2013 per il vitalizio?Ripeto sarebbe meglio una diversa legge elettorale ma l’Italia a mio avviso è comunque un paese più maturo di quello che una parte cospicua delle forze politiche ritiene che sia.
Noi Italiani non vogliamo più votare con il Porcellum. Non è auspicabile neppure un governo guidato da un altro Berlusconi, come Gianni Letta. Sì, invece, alla guida di Mario Monti, uomo capace e stimato anche a livello internazionale.
A proposito di crisi del mercato politico o della politica mercato e del guanto di sfida lanciato dal bottegaio pigliatutto ai suoi più o meno occulti clienti approvvigionati ora da altra bottega,dopo tanto ingrasso alla sua:
“VOGLIO VEDERE IN FACCIA CHI PROVA A TRADIRMI”,grida esagitato con l’affettatrice del prosciutto a riposo e la durlindana in pugno.
Chissà da quali lombi era irretita e/o distratta la cefala sfidante soprastante allorchè i suoi traditori di oggi tradivano a loro volta le loro originarie botteghe per fornirsi dalla sua.
Gentile Presidente,
premetto che condivido ed ho condiviso sin da subito il merito dei 3 no di LeG.
Ora pongo a Lei, e per tramite Suo al professor Zagrebelsky, al quale rinnovo la mia infinita stima, una domanda che credo richieda la risposta di un costituzionalista.
“Il presidente del Consiglio -si legge nella nota del Quirinale, di oggi 8 Novembre- ha manifestato al Capo dello Stato la sua consapevolezza delle implicazioni del risultato del voto odierno alla Camera ; egli ha nello stesso tempo espresso viva preoccupazione per l’urgente necessità di dare puntuali risposte alle attese dei partner europei con l’approvazione della Legge di Stabilità, opportunamente emendata alla luce del più recente contributo di osservazioni e proposte della Commissione europea”. “Una volta compiuto tale adempimento, il presidente del Consiglio rimetterà il suo mandato al Capo dello Stato, che procederà alle consultazioni di rito dando la massima attenzione alle posizioni e proposte di ogni forza politica, di quelle della maggioranza risultata dalle elezioni del 2008 come di quelle di opposizione”, conclude la nota.
Ora la mia domanda, di natura squisitamente istituzionale (procedurale/costituzionale) e non (anche) politica, è la seguente: il Presidente della repubblica deve (o può, o potrebbe: la modalità verbale ed il verbo stesso più appropriati le lascio a chi avrà la competenza e la cortesia di rispondere) necessariamente riaffidare l’incarico al Presidente del consiglio uscente? Lo chiedo perché, quando Berlusconi rassegnerà anche formalmente le dimissioni, ora annunciate, sarà (dovrebbe essere) un Presidente del consiglio non sfiduciato dalle Camere e, dunque, come tale, nel pieno diritto di essere reinvestito dell’incarico.
Sottolineo e ripeto che la mia domanda è di natura procedurale, costituzionale, credo appunto, e riguarda il ruolo, la discrezionalità e la prassi di affidamento dell’incarico. So bene che le cose stanno da un punto di vista politico in modo assai diverso. Il dato politico, con tutto il rispetto per il Presidente Napolitano, racconta infatti e da tempo nel Paese (e per la verità anche all’interno della stessa sedicente maggioranza) una storia ben diversa, quella che GeL denuncia con impegno e passione da tempo e nella quale mi riconosco profondamente.
Spero che sia chiaro il senso della mia domanda e che il professor Zagrebelsky possa, qui o altrove, rispondere. Credo siano chiari anche i sentimenti che mi animano nel porre il quesito. Capisco e condivido anche il vostro impegno a volare alto, senza perciò dimenticare l’evidenza della forma, che nei ruoli istituzionali è sostanza politica. Da ciò nasce, anche, la mia domanda. E comprendo la tenacia ed il coraggio di chi vuole restituire il Paese alla dignità, alla responsabilità, alla serietà senza infrangere quei vincoli laicamente sacri che ne ispirano e insieme guidano la vita civile. Anche laddove altri non rivelano la stessa pasta interiore.
Grazie, dunque.
GM
ma cosa vuol dire “rimango per approvare la legge di stabilità”? Forse che alla stabilità dell’economia ci penserà ancora questo governo? con le sue proposte? Fatemi capire!!!!!!!! Perché se sarà ancora questo governo a dettare l’agenda delle cose da fare mi pare che sia i mercati che il paese intero abbiano già dato sufficienti risposte. Non è la solita presa per i fondelli del presidente all’intero paese???? Rispondetemi vi prego!!!!
in questo paese non esiste più da tempo una classe politica capace di inquadrare i problemi gerarchicamente e di impostare strategie di ampio respiro capaci di poggiare su più pilastri per arrivare ad un risultato strutturale e consolidato nel tempo .
Si continua a parlare di ipotesi di singoli interventi senza avere una quadro di riferimento condiviso di problemi, cause ed effetti e nemmeno di obbiettivi di medio lungo periodo.
Le cosiddette manovre sono un guazzabuglio di provvedimenti parziali e contradditori,oltre che mal scritti.
E’ tutto un rincorrersi di pannicelli caldi e palliativi, come diventa qualunque provvedimento se non è preso in una cornice ampia e coordinata ,che eviti contraddizioni e effetti collaterali e perversi.
DEBITO PUBBLICO : non è la causa, ma l’effetto della dissennata gestione in deficit della amministrazione pubblica da oltre un secolo.
Se non pareggi mai costi e ricavi alla fine avrai un debito insostenibile.(ovviamente da misurarsi non rispetto al Pil, ma rispetto alle entrate annuali).
Che senso ha ipotizzare manovre straordinarie di riduzione del debito se non si blocca il meccanismo che l’ha fatto inesorabilmente crescere anno dopo anno ?
CRESCITA ECONOMICA : ormai ferma da oltre un decennio pur misurandola – in modo più o meno truffaldino – inserendo nel PIL quote crescenti di economia sommersa.
E’ indispensabile che riprenda la crescita non solo perché così risulterà più agevole gestire lo stock di debito pubblico, ma per risolvere problemi di disoccupazione, di povertà crescente, di distruzione di ricchezza cumulata, di futuro per i giovani.
Non si avrà ripresa della crescita senza misure di incentivazione/attrazione degli investimenti, quindi di riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sull’impresa.
PRESSIONE FISCALE : insopportabile sia che la si misuri come quota % di un Pil misurato in modo truffaldino (cioè incrementato dell’economia sommersa) ormai al 45 – 46 %, sia che la si misuri – come sa chi paga le tasse – in termini del 60-65% su chi produce redditi da lavoro e da impresa.
Ne deriva che la pressione fiscale è fortissima su lavoro e impresa, molto forte sui consumi e molto blanda sulle rendite.(per i rentiers puri l’italia è di fatto un paradiso fiscale) .
Questa situazione – assolutamente ingiusta anche in caso di finanza pubblica in ordine – è causa , non effetto, della bassa crescita economica.
EVASIONE FISCALE : è contemporaneamente causa ed effetto di una serie di fenomeni:
Sicuramente è causata da aliquote marginali particolarmente esose richieste in cambio di servizi pubblici vergognosi, ma soprattutto congegnando il tutto in modo che chi può sottrarsi facilmente alla tassazione lo possa fare senza porsi più di tanto il problema.
Alla fine abbiamo una pressione fiscale insopportabile ai danni di chi non può sottrarsi, per esempio i lavoratori dipendenti (non perché più onesti, infatti sono disponibilissimi in genere a mettere in nero parte delle loro prestazioni – per es gli straordinari) accompagnata da una forte disattenzione/complicità rispetto a chi può sottrarsi più facilmente.
Eppure basterebbe concedere la detraibilità di tutti i costi sostenuti ( o almeno dell’Iva ) per trasformare ogni contribuente nel più ferreo esattore di ciascuno.(Risibile l’affermazione che il gettito derivante non basterebbe, ed in ogni caso è proprio su quel gettito che bisognerebbe costruire il budget di spesa della pubblica amministrazione.)
La guerra agli evasori, considerato che ad ogni condono è irrimediabilmente persa, va fatta riducendo le aliquote, permettendo la detraibilità dei costi, sanzionando con il carcere chi eventualmente residuasse in un comportamento antisociale, e soprattutto mostrando una gestione della pubblica amministrazione capace di sostenere le uscite con le entrate su cui può contare e soprattutto fornendo servizi di qualità coerente e correlata con il costo (imposizione).Basta costi scandinavi e prestazioni sudamericane (con il dubbio che il sudamerica ci abbia nel frattempo di gran lunga superato).
A me sembra che non si possa pensare alla vendita di patrimonio immobiliare o di condono fiscale fino a che non si sia costruito un budget in cui le entrate attuali e certe coprano le spese.
Per farlo ragionevolmente basterebbe fare alcune operazioni ampiamente liberali :
1. ridurre la pubblica amministrazione di un livello amministrativo ABOLENDO HIC ET NUNC LE REGIONI ( risparmio di 100 miliardi anno) , riorganizzando il progetto federalista sul concetto di province autonome , di ridotta dimensione, senza ambizioni né di secessione, né di gestioni di politica estera, facilmente controllabili dagli elettori perché su dimensioni visibili, cosa che le attuali regioni non sono e che covano corruzione e crescita del debito pubblico fuori controllo,
2. ABOLIZIONE DELLE PROVINCE DELLE GRANDI CITTA’, ACCORPANDOLE CON I COMUNI E DANDO VITA AGLI ENTI METROPOLITANI , non più di otto per le otto grandi città. (quindi tutto il contrario della retorica corrente : le province delle piccole città e province servono, quelle delle grandi città non servono, le regioni non servono, la Sanità va gestita in altro modo o centralmente o a livello provinciale).
3. FUSIONE OBBLIGATORIA dei piccoli comuni confinanti finchè non raggiungano una massa critica di 15.000 abitanti ( ne sparirebbero oltre il 30%)
4. RIDUZIONE DEL PARLAMENTO AD UNA SOLA CAMERA
5. RIDEFINIZIONE DI UNA LEGGE ELETTORALE COERENTE CON LA NUOVA STRUTTURA AMMINISTRATIVA quindi o maggioritario all’inglese o alla francese o proporzionale alla tedesca : terzium – sicuramente truffaldino come tutti i sistemi italiani della seconda repubblica – non datur .
6. RIFORMA FISCALE con riduzione delle aliquote e deducibilità dei costi o almeno dell’IVA sui consumi e sui costi; riduzione delle accise sui carburanti e sull’energia .
7. RILANCIO degli INVESTIMENTI PRIVATI attraverso riduzione ragionevole della pressione fiscale su Imprese e Lavoratori finanziata da incremento di Imposte su percettori di Rendite e se possibile anche PUBBLICI in una logica di adeguamento infrastrutturale.
8. Azzeramento di tutte le forma di contribuzione o di fiscalità favorevole alle Chiese e ai culti, con ripresa a tassazione dei beni egli enti religiosi;
9. Azzeramento dei contributi ai privati che esercitano attività scolastica o sanitaria e alla stampa
10. Azzeramento delle missioni militari (di pace o meno).
11. Azzeramento delle false pensioni di invalidità
12. Abolizione delle future pensioni di Anzianità ponendo come vincolo l’età pensionabile della Germania
Se a questo punto dopo un forte snellimento della macchina pubblica, con riduzione del suo costo standard annuale e con il rilascio di tutti gli ammortizzatori sociali normalmente previsti (CIO, CIS, Mobilità ) per i dipendenti regionali estromessi , si volesse anche vendere il patrimonio immobiliare mal gestito dello stato realizzando un centinaio di miliardi, ma NON con le truffaldine operazioni di cartolarizzazione (SCIP) fatte recentemente , ben venga, ma dopo aver fatto le azioni concrete di cui sopra
Il vincolo di bilancio è una condizione naturale non un invenzione ideologica : questo paese ne ha fatto a meno per quasi un secolo , ma ora deve tutto in una volta recuperare la saggezza del buon padre di famiglia.
Lo stato italiano rastrella ogni anno oltre 700 miliardi di imposte, a vario titolo, per poi fare Investimenti per meno di 30 miliardi all’anno : ha senso sopportare una struttura cosi’ inefficiente ? raccogliere tasse per pagare stipendi e pensioni ? Ovviamente no, quindi prima di perdere tutto con una rivoluzione procediamo ad una riforma.Gestita e pensata dagli intelligenti e onesti però, non dai mentecatti e delinquenti
Concordo sui tre No. Vorrei anche che ci fosse un Governo tecnico importante che scuotesse l’Italia in positivo, ridando credibilità, slancio, un welfare degno di un Paese civile e veramente democratico, investire sull’istruzione, la ricerca, l’innovazione. Meno case, strade, ma più cultura.
Risolvere definitivamente il problema del conflitto d’interessi, eliminare i vitalizi e le indennità della Casta e stabilire uno stipendio di non più di 3.000 euro mensili onnicomprensivi.
E’ ora che in politica ci siano solo persone che ci credono, che hanno senso delle istituzioni e dello Stato. Pertanto uno stipendio di 3000 euro onnicomprensivo, sicuramente attirerà meno persone ad entrare in politica, con ovviamente un tetto minimo di presenze in aula che se non viene rispettato si è automaticamente fuori dal Palazzo.
Più rigore per un maggior rispetto di chi lavora seriamente e duramente, per tutti gli onesti, per tutti coloro che rispettano le leggi e le istituzioni.