Crisi, i tre “No” di LeG

08 Nov 2011

Il voto sul rendiconto con 308 sì decreta la fine della maggioranza. Ma quali saranno gli sviluppi? LeG chiede alla classe politica responsabilità e coerenza. E pone tre paletti: niente manovre segrete in Parlamento, No a un governo tipo Letta-Bisignani, e No a elezioni con questa legge elettorale.

La vignetta di Petar Pismestrovic su Kleine Zeitung, Austria

L’Aula della Camera approva il Rendiconto generale dello Stato, con 308 voti favorevoli e un astenuto. Le opposizioni erano in Aula ma non hanno preso parte al voto. La maggioranza non c’è più.

Siamo entrati in una fase di grandi manovre, è l’ora dei tessitori, dei competenti in trame e disegni stile Prima Repubblica. L’ora, per capirci, dei Cirino Pomicino, dei Verdini e compagnia bella. L’ora delle cene riservate e degli incontri in villa sull’Appia antica.
In questa nuova ora di tenebra del Paese, mentre Berlusconi e i suoi ministri agonizzano, davanti allo sguardo stupito del mondo, cerchiamo di capire quali sono gli sbocchi possibili di questa situazione e di stabilire alcuni paletti. Alcuni confini di decenza assolutamente non superabili.
1) Quando e come cade, se cade il Cavaliere? Il primo appuntamento importante è quello di martedì 8 novembre. A Montecitorio si ripresenta, con un rito assolutamente inedito e probabilmente incostituzionale, il rendiconto dello Stato già bocciato il 15 ottobre. Si dice che il presidente della Repubblica abbia chiesto all’opposizione di non opporsi; il rendiconto deve essere approvato pena il blocco di tutti i conti e le spese dello Stato. Peccato che per contrastare questa sciagura si sia acconsentito che Berlusconi non fosse costretto a salire al Quirinale a dimettersi il giorno della bocciatura. Cosa farà l’opposizione, martedì? Qualcuno sospetta che ci siano assenze variamente giustificate e comunque manovre non alla luce del sole.
Ebbene: chiediamo subito a tutta l’opposizione di comportarsi in maniera trasparente: tutti, assolutamente tutti, presenti e una posizione chiara e comprensibile. Si sente dire: questa volta passi (lo chiede Napolitano), la resa dei conti fra qualche giorno sulla manovra.
2) Cosa accade dopo, se cade. Sono ad oggi sul tavolo tre ipotesi. Primo: un governo istituzionale, guidato da Monti, con dentro tecnici e politici che abbia autorevolezza in Europa, un’ampia maggioranza in Parlamento e che sia in grado di chiedere agli italiani i sacrifici richiesti (che non sarebbero quelli previsti dall’attuale governo) ma in un orizzonte di marcata giustizia sociale. Sembrano favorevoli a questo governo D’Alema e una parte del Pd, Casini e un ampio arco di forze politiche . Tale governo dovrebbe portarci alle elezioni nel 2013 con una nuova legge elettorale, una richiesta di milioni di italiani, per la quale LeG si è spesa da anni e per prima con l’appello: mai più alle urne con questa legge.
Secondo: un governo che qualcuno definisce “europeo” (per realizzare le richieste di Bruxelles), nel senso che, andatosene Berlusconi, arriverebbe un suo “sosia”: tipo Gianni Letta. Per intenderci, un governo Letta-Bisignani, nelle migliore tradizione dell’Italia del potere occulto. L’UDC potrebbe esser tentato da questa soluzione; il Pd non lo sappiamo. Noi NO.
Terzo: elezioni subito, forse a gennaio. Una ipotesi che ha molti sostenitori occulti e alcuni palesi. Lo preferisce anche il segretario del Pd Bersani, non si opporrebbero Di Pietro e Vendola (pare di capire). Alle urne ancora con il Porcellum, senza primarie nè finte nè vere, liste bloccate, un Parlamento estraneo agli elettori. Quanti cittadini di centro sinistra andrebbero ancora a votare come nel passato per senso di responsabilità? Questa è una domanda alla quale noi della società civile riteniamo di dover dare una sola risposta, quella di Gustavo Zagrebelsky quando ha spiegato: non saremo più portatori d’acqua. Quando ha messo in guardia la classe politica dalle conseguenze delle speranze deluse.

Riassumendo, tre sono i NO di LeG: No a manovre dietro le quinte o a votazioni non chiare, o ad assenze in Parlamento; NO a un governo Letta- Bisignani o simile. No a elezioni con questa legge elettorale.

Chiediamo a tutti responsabilità, ma anche coerenza. Per voltare pagina, altrimenti se ne scriverebbe un’altra, ingloriosa e forse indecente.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Leggi anche

Le scuole di Libertà e Giustizia

L’Unione europea come garante di democrazia, pace, giustizia

In vista della legislatura 2024-2029, l’associazione Libertà e Giustizia propone sette incontri sul ruolo del Parlamento europeo e le possibilità di intervento dei singoli cittadini e delle associazioni

Approfondisci

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.