Non sappiamo ancora se e per quanto il governo potrà ancora durare, ma sappiamo che Berlusconi non vuole lasciare il potere. Deve prima risolvere i suoi problemi sempre legati, in un modo o nell’altro, a questioni di soldi.
L’ultima incredibile norma cosiddetta anti-Veronica gli serve per lasciare Mediaset in mano ai fidati Marina e Piersilvio ma contiene un principio odioso: un genitore (qualsiasi genitore) avrebbe diritto di discriminare tra i figli.
Dovrebbe ripassare “Filumena Marturano” di Eduardo, il presidente Berlusconi: i figli sono figli, e sono tutti uguali.
L’Italia è allo stremo ma lui continua a occuparsi soprattutto dei propri interessi. E questo spiega anche l’inerzia del governo di fronte alla crisi e alle richieste dell’Europa.
Berlusconi anche per interposta persona (ma non è detto) vuole continuare a comandare. Non ha nessuna intenzione di mettere i voti del Pdl a disposizione di un governo tecnico. Si prepara, visto lo sfilacciarsi della maggioranza, a prossime elezioni.
E allora non può certo “mettere le mani nelle tasche degli italiani” proprio adesso, a pochi mesi dal voto.
Prepara nuove promesse di un ritorno al 1994 del “nuovo miracolo italiano”.
Si dice che il governo è incapace di prendere provvedimenti seri ed efficaci per fronteggiare la crisi. È vero che la maggioranza e il governo sono divisi su tutto, ma probabilmente pesa di più il calcolo politico di Berlusconi che sa di far correre al paese rischi spaventosi ma ha deciso di puntare solo sulle proprie esigenze personali e politiche (che in gran parte coincidono).
Anche le parole sull’euro (“moneta strana, che non ha convinto nessuno”) mandano un segnale preventivo. È come dire: mi accuseranno di avere affondato l’euro. Cosa volete che sia.
Sarebbero necessarie misure serie e impopolari. Anche senza mettere ancora mano alle pensioni, sarebbero necessarie e giuste una seria imposta patrimoniale, una imposizione fiscale sulle transazioni finanziarie e la semplice reintroduzione dell’ICI nella versione introdotta dal governo Prodi.
Senza parlare delle vere riforme strutturali per la crescita.
Bisognerebbe studiare una radicale riforma della giustizia civile per darle credibilità, rapidità, efficacia, eliminando lungaggini, costi altissimi per i cittadini, formalità e false garanzie e andando (qui i giuristi inorridiscono di sicuro) alla sostanza delle questioni. Per i cittadini e per le imprese che hanno un diritto da rivendicare o progettano investimenti la giustizia dovrebbe essere una garanzia e invece quasi sempre diventa un incubo interminabile e beffardo.
Bisognerebbe affrontare il grande e piccolo malaffare che soffoca i diritti, l’economia, il lavoro. I costi della politica sono soprattutto questi. Una rete di privilegi, padrinati, clientele, monopoli piccoli e grandi, prepotenze, nepotismi, protezioni, coperture, grandi e piccole corruzioni, complicità, “amicizie”, corporazioni, lobbismi e logge. Una microcamorra diffusa dappertutto e ad ogni livello che promuove i peggiori e deprime le energie migliori. Sono i “giri” di cui ha scritto Gustavo Zagrebelsky .
Il tutto, ovviamente, con l’uso di risorse pubbliche a fini privati.
Bisognerebbe soprattutto liberare il paese dal peso insostenibile della evasione fiscale, vero enorme furto quotidiano in danno dei cittadini onesti. E’ un tabu il carcere (vero, non sulla carta) per gli evasori? O sono più pericolosi gli extracomunitari non in regola con il permesso di soggiorno che, solo per questo, in carcere ci vanno a centinaia ogni giorno per le norme penali introdotte dai governi Berlusconi-Bossi, senza che i “garantisti” abbiano nulla da obiettare?
Senza misure serie i documenti economici prodotti dal governo sono debolissimi. Al di là delle reazioni in Europa, dimostrano l’intenzione di tirare a campare fino al voto.
Il centrosinistra dunque deve prepararsi alle elezioni.
Ma insieme alla speranza di un inizio davvero nuovo tra gli elettori di centrosinistra comincia a farsi viva un po’ di apprensione.
Anche se le capacità di Berlusconi di manipolare le coscienze e la verità sono inesauribili e una informazione televisiva militarizzata può fare molti danni, non si teme tanto una nuova sconfitta quanto una vittoria mutilata al Senato (il Porcellum ha anche questo difetto).
L’immagine di confusione nel centrosinistra può favorire ancora una volta la destra.
Sembra ci si prepari all’ennesimo suicidio, con confuse discussioni sulle alleanze e divisioni interne al PD. Anche le reazioni dopo il Big Bang di Renzi dimostrano confusione di idee. Renzi propone ricette neo-liberiste, si dice. Ma l’agognata allenza con Casini, il patto con i moderati di cui parla D’Alema quali politiche produrrebbe in tema di economia e lavoro? Perché ci si indigna con Renzi e intanto si corteggia l’UDC? Si può fare un po’ di chiarezza?
Stavolta la posta è decisiva, bisogna sbagliare il meno possibile e volare alto.
“Stavolta la posta è decisiva, bisogna sbagliare il meno possibile e volare alto.”
Con questa gente? Cioè con i più fedeli alleati del piduista, collaborazionisti della prima ora?
Il problema non è se renzi sia più o meno affidabile di d’alema, il problema è il livello di pensiero dei due (e del 99.99% degli altri); pensiero (sic) più che altro corrotto, venduto alle convenienze economiche della destra più bieca – quella del Pacchetto Treu, dei mille patti della crostata, del Porcellum mai abrogato, delle legittimazioni del caimano e via vomitando – e quindi non più tale, se mai lo è stato essendo tale il materiale umano dato.
D’altra parte, la coazione a ripetere delle primarie a tutti i costi è la riprova che questo sedicente centrosinistra è anche lui alla ricerca – con vent’anni di ritardo, tanto per cambiare – dell’Uomo del Destino.
A me fa orrore immaginare di vedere le mie idee incarnate in un uomo.
CONDIVIDO PIENAMENTE QUANTO DITE E MI RITENGO FORTUNATO PER AVER PARTECIPATO ALLA MANIFESTAZIONE DI MILANO:GRAZIE!
f.f
Salve a tutti,
Per debellare l’evasione fiscale occorre applicare l’articolo 53 della Costituzione, ossia, non tassare il reddito ma la CAPACITA’CONTRIBUTIVA( 1°comma art. 53 Cost.) la quale è form:1) da tutti i redditi globali ed effettivi,comunque conseguiti,2) da tutti i patrimoni 3) da tutte le spese necessarie per la vita quotidiana queste ultime dimostrate dalle relative ricevute fiscali. Solo applicando la Costituzione potremo uscire da questo, anticostituzionale, sistema tributario diretto responsabile dell’evasione fiscale e del debito pubblico.
Per saperne di più visitate il sito dell’associazione articolo 53:http://sites.google.com/site/articolo53
Torelli roberto
Caro Materia,
quanti “bisognerebbe” !!!
Mi par di capire dal tono, che mentre li esprime Lei per primo non crede alla possibilità di vederli realizzati in tempi ragionevoli e in qualità altrettanto ragionevole. E come La capisco caro Sergio! Daltronde se è vero che la storia è maestra, quella dei nostri Parlamenti è una storia molto brutta che è arrivata ai nostri giorni peggiorando in progressione continua. Per la qualità media degli uomini e per le difficoltà di funzionamento che offrono poco prodotto, ma molto scadente.
C’è una via maestra per cambiare quel condizionale in presente indicativo e poi passato prossimo: si chiama “USO ESTREMO DELL’ARTICOLO 71″ o se preferisce “RIVOLUZIONE COSTITUZIONALE o MITE o GENTILE o DOLCE” pur che sia “rivoluzione” nonviolenta e guidata dalla Società Civile finalmente consapevole della propria Sovranità Costituzionale, quando per dimensione diventa POPOLO.
Ossequi e auguri! Paolo B.
Come si fa a corteggiare l’UDC che per anni ha sostenuto Berlusconi votando un’infinità di leggi della vergogna, con una maggioranza bulgara di mafiosi in Sicilia? (Fino all’ultimo hanno sostenuto Cuffaro!)
possibile che il PD debba avere sempre guerre intestine? vanno bene, anzi sono auspicabili le discussioni anche dure, ma poi basta! non è possibile che ognuno dica la sua creando una confusione della miseria. Bersani non va bene a una parte, a un’altra non va bene Renzi. Veltroni l’hanno affossato. vogliono perdere ancora? se continua così tanta gente non andrà a votare perchè non saprà cosa scegliere. spero che il tempo porti giudizio anche se ormai ne è rimasto poco. l’articolo pubblicato rappresenta quanto pensano la maggioranza delle persone ragionevoli. vi faccio i miei complimenti. Gabriella
Urge un referendum contro il signoraggio bancario cosi come ha richiesto la Grecia, (la quale è stata invitata poco ortodossamente dalla U.E. a rientrare nei ranghi per pagare questo fantomatico debito creato ad oc per rompere i maroni a tutte le costituzioni mondiali). Referendum che l’Islanda ha già attuato con gran successo. Senza questa premessa, qualsiasi legge elettorale diventa un uroboro che si morde la coda e non se ne esce mai Poichè nessun partito che dicasi onesto, ha mai accennato alla possibilità di uscirne con un referendum di questo genere, se ne desume che questa condizione (il signoraggio bancario) sia il cavallo di battaglia di politici e amministratori per cavalcare le marsine del potere ed arrivare al sogno sionista degli illuminati. Gli unici sacrifici che dovremo fare saranno i medesimi che ha affrontato l’Islanda che come densità popolativa è di molto inferiore alla nostra. Informatevi sul sistema adottato dagli Islandesi che come prima cosa, hanno mandato a pascolare i politici da un’altra parte… stessa cosa dovremmo fare noi, e la possibilità di farlo c’è, visto che non vogliono togliersi dai maroni, c’è l’art. 361 della legge 30 marzo 1957…. se la popolazione non ritira la scheda pur presentandosi ai seggi con 5 buste da lettera, nelle quali depositare la motivazione del mancato ritiro, (in questo caso si può dire che nessuno degli iscritti presso le liste elettorali è in grado di rappresentarci), LA SCHEDA VIENE BLOCCATA E MESSA A VERBALE E LA MAGGIORANZA NON PUò USUFRUIRNE COME INVECE QUANDO NON CI SI PRESENTA ALLE URNE. Meditate gente… meditate. La legge esiste ma esiste anche la disinformazione.
Gli unici sacrifici che dovremo fare saranno i medesimi che ha affrontato l’Islanda che come densità popolativa è di molto inferiore alla nostra. Informatevi sul sistema adottato dagli Islandesi che come prima cosa, hanno mandato a pascolare i politici da un’altra parte… stessa cosa dovremmo fare noi, e la possibilità di farlo c’è, visto che non vogliono togliersi dai maroni, c’è l’art. 361 della legge 30 marzo 1957…. se la popolazione non ritira la scheda pur presentandosi ai seggi con 5 buste da lettera, nelle quali depositare la motivazione del mancato ritiro, (in questo caso si può dire che nessuno degli iscritti presso le liste elettorali è in grado di rappresentarci), LA SCHEDA VIENE BLOCCATA E MESSA A VERBALE E LA MAGGIORANZA NON PUò USUFRUIRNE COME INVECE QUANDO NON CI SI PRESENTA ALLE URNE. Meditate gente… meditate. La legge esiste ma esiste anche la disinformazione.
Urge un referendum contro il signoraggio bancario cosi come ha richiesto la Grecia, (la quale è stata invitata poco ortodossamente dalla U.E. a rientrare nei ranghi per pagare questo fantomatico debito creato ad oc per rompere i maroni a tutte le costituzioni mondiali). Referendum che l’Islanda ha già attuato con gran successo. Senza questa premessa, qualsiasi legge elettorale diventa un uroboro che si morde la coda e non se ne esce mai Poichè nessun partito che dicasi onesto, ha mai accennato alla possibilità di uscirne con un referendum di questo genere, se ne desume che questa condizione (il signoraggio bancario) sia il cavallo di battaglia di politici e amministratori per cavalcare le marsine del potere ed arrivare al sogno sionista degli illuminati.
sono d’accordo la sinistra deve smetterla di corteggiare casini,deve avere poche idee ma chiare,che ormai conscono anxhwe i sassi meno loro,e sono certa che i cittadini risponderanno
D’accordo su tutto.
Quì però mi riferisco alla proposta di Scalfari apparsa,tra le altre condivisibili, su’ La Repubblica odierna,la quale prevede il ricalcolo su base contributiva di tutte le attuali pensioni.
Se sarà presa alla lettera e vorranno operare con serietà ed equità,essa non potrà non creare grossi problemi agli uffici,presumo previdenziali,preposti al ricalcolo. Tanto per cominciare dovranno rintracciare nei polverosi archivi sotterranei, i fascicoli personali contenenti decreti o deliberazioni contabili su stipendi o salari individuali percepiti durante l’intera attività lavorativa,operazione difficile e irta di ostacoli,come è facile immaginare, se – tanto per fare un esempio – riguarda coloro che sono stati collocati in pensione negli anni Ottanta o giù di lì,per raggiunti limiti di età (chi dei vecchi docenti di scuola secondaria ancora viventi ha buona memoria ricorderà che erano 70 anni fino al 1974 allorchè,su richiesta sindacale confederale,furono abbassati a 65 ).
Tolta la polvere inizia il calcolo anno per anno.
Il risultato,se risponderà ad equità e se soddisferà veramente l’obiettivo perseguito, sarà una delizia per chi già vive di stenti,dopo aver contribuito col proprio lavoro al benessere collettivo o aver dispensato sapere per quarant’anni faticando tra e per i giovani,non valendo più nulla sacrifici,meriti e conseguenti riflessi economici.
in questo paese non esiste più da tempo una classe politica capace di inquadrare i problemi gerarchicamente e di impostare strategie di ampio respiro capaci di poggiare su più pilastri per arrivare ad un risultato strutturale e consolidato nel tempo .
Si continua a parlare di ipotesi di singoli interventi senza avere una quadro di riferimento condiviso di problemi, cause ed effetti e nemmeno di obbiettivi di medio lungo periodo.
Le cosiddette manovre sono un guazzabuglio di provvedimenti parziali e contradditori,oltre che mal scritti.
E’ tutto un rincorrersi di pannicelli caldi e palliativi, come diventa qualunque provvedimento se non è preso in una cornice ampia e coordinata ,che eviti contraddizioni e effetti collaterali e perversi.
DEBITO PUBBLICO : non è la causa, ma l’effetto della dissennata gestione in deficit della amministrazione pubblica da oltre un secolo.
Se non pareggi mai costi e ricavi alla fine avrai un debito insostenibile.(ovviamente da misurarsi non rispetto al Pil, ma rispetto alle entrate annuali).
Che senso ha ipotizzare manovre straordinarie di riduzione del debito se non si blocca il meccanismo che l’ha fatto inesorabilmente crescere anno dopo anno ?
CRESCITA ECONOMICA : ormai ferma da oltre un decennio pur misurandola – in modo più o meno truffaldino – inserendo nel PIL quote crescenti di economia sommersa.
E’ indispensabile che riprenda la crescita non solo perché così risulterà più agevole gestire lo stock di debito pubblico, ma per risolvere problemi di disoccupazione, di povertà crescente, di distruzione di ricchezza cumulata, di futuro per i giovani.
Non si avrà ripresa della crescita senza misure di incentivazione/attrazione degli investimenti, quindi di riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sull’impresa.
PRESSIONE FISCALE : insopportabile sia che la si misuri come quota % di un Pil misurato in modo truffaldino (cioè incrementato dell’economia sommersa) ormai al 45 – 46 %, sia che la si misuri – come sa chi paga le tasse – in termini del 60-65% su chi produce redditi da lavoro e da impresa.
Ne deriva che la pressione fiscale è fortissima su lavoro e impresa, molto forte sui consumi e molto blanda sulle rendite.(per i rentiers puri l’italia è di fatto un paradiso fiscale) .
Questa situazione – assolutamente ingiusta anche in caso di finanza pubblica in ordine – è causa , non effetto, della bassa crescita economica.
EVASIONE FISCALE : è contemporaneamente causa ed effetto di una serie di fenomeni:
Sicuramente è causata da aliquote marginali particolarmente esose richieste in cambio di servizi pubblici vergognosi, ma soprattutto congegnando il tutto in modo che chi può sottrarsi facilmente alla tassazione lo possa fare senza porsi più di tanto il problema.
Alla fine abbiamo una pressione fiscale insopportabile ai danni di chi non può sottrarsi, per esempio i lavoratori dipendenti (non perché più onesti, infatti sono disponibilissimi in genere a mettere in nero parte delle loro prestazioni – per es gli straordinari) accompagnata da una forte disattenzione/complicità rispetto a chi può sottrarsi più facilmente.
Eppure basterebbe concedere la detraibilità di tutti i costi sostenuti ( o almeno dell’Iva ) per trasformare ogni contribuente nel più ferreo esattore di ciascuno.(Risibile l’affermazione che il gettito derivante non basterebbe, ed in ogni caso è proprio su quel gettito che bisognerebbe costruire il budget di spesa della pubblica amministrazione.)
La guerra agli evasori, considerato che ad ogni condono è irrimediabilmente persa, va fatta riducendo le aliquote, permettendo la detraibilità dei costi, sanzionando con il carcere chi eventualmente residuasse in un comportamento antisociale, e soprattutto mostrando una gestione della pubblica amministrazione capace di sostenere le uscite con le entrate su cui può contare e soprattutto fornendo servizi di qualità coerente e correlata con il costo (imposizione).Basta costi scandinavi e prestazioni sudamericane (con il dubbio che il sudamerica ci abbia nel frattempo di gran lunga superato).
A me sembra che non si possa pensare alla vendita di patrimonio immobiliare o di condono fiscale fino a che non si sia costruito un budget in cui le entrate attuali e certe coprano le spese.
Per farlo ragionevolmente basterebbe fare alcune operazioni ampiamente liberali :
1. ridurre la pubblica amministrazione di un livello amministrativo ABOLENDO HIC ET NUNC LE REGIONI ( risparmio di 100 miliardi anno) , riorganizzando il progetto federalista sul concetto di province autonome , di ridotta dimensione, senza ambizioni né di secessione, né di gestioni di politica estera, facilmente controllabili dagli elettori perché su dimensioni visibili, cosa che le attuali regioni non sono e che covano corruzione e crescita del debito pubblico fuori controllo,
2. ABOLIZIONE DELLE PROVINCE DELLE GRANDI CITTA’, ACCORPANDOLE CON I COMUNI E DANDO VITA AGLI ENTI METROPOLITANI , non più di otto per le otto grandi città. (quindi tutto il contrario della retorica corrente : le province delle piccole città e province servono, quelle delle grandi città non servono, le regioni non servono, la Sanità va gestita in altro modo o centralmente o a livello provinciale).
3. FUSIONE OBBLIGATORIA dei piccoli comuni confinanti finchè non raggiungano una massa critica di 15.000 abitanti ( ne sparirebbero oltre il 30%)
4. RIDUZIONE DEL PARLAMENTO AD UNA SOLA CAMERA
5. RIDEFINIZIONE DI UNA LEGGE ELETTORALE COERENTE CON LA NUOVA STRUTTURA AMMINISTRATIVA quindi o maggioritario all’inglese o alla francese o proporzionale alla tedesca : terzium – sicuramente truffaldino come tutti i sistemi italiani della seconda repubblica – non datur .
6. RIFORMA FISCALE con riduzione delle aliquote e deducibilità dei costi o almeno dell’IVA sui consumi e sui costi; riduzione delle accise sui carburanti e sull’energia .
7. RILANCIO degli INVESTIMENTI PRIVATI attraverso riduzione ragionevole della pressione fiscale su Imprese e Lavoratori finanziata da incremento di Imposte su percettori di Rendite e se possibile anche PUBBLICI in una logica di adeguamento infrastrutturale.
8. Azzeramento di tutte le forma di contribuzione o di fiscalità favorevole alle Chiese e ai culti, con ripresa a tassazione dei beni egli enti religiosi;
9. Azzeramento dei contributi ai privati che esercitano attività scolastica o sanitaria e alla stampa
10. Azzeramento delle missioni militari (di pace o meno).
11. Azzeramento delle false pensioni di invalidità
12. Abolizione delle future pensioni di Anzianità ponendo come vincolo l’età pensionabile della Germania
Se a questo punto dopo un forte snellimento della macchina pubblica, con riduzione del suo costo standard annuale e con il rilascio di tutti gli ammortizzatori sociali normalmente previsti (CIO, CIS, Mobilità ) per i dipendenti regionali estromessi , si volesse anche vendere il patrimonio immobiliare mal gestito dello stato realizzando un centinaio di miliardi, ma NON con le truffaldine operazioni di cartolarizzazione (SCIP) fatte recentemente , ben venga, ma dopo aver fatto le azioni concrete di cui sopra
Il vincolo di bilancio è una condizione naturale non un invenzione ideologica : questo paese ne ha fatto a meno per quasi un secolo , ma ora deve tutto in una volta recuperare la saggezza del buon padre di famiglia.
Lo stato italiano rastrella ogni anno oltre 700 miliardi di imposte, a vario titolo, per poi fare Investimenti per meno di 30 miliardi all’anno : ha senso sopportare una struttura cosi’ inefficiente ? raccogliere tasse per pagare stipendi e pensioni ? Ovviamente no, quindi prima di perdere tutto con una rivoluzione procediamo ad una riforma.Gestita e pensata dagli intelligenti e onesti però, non dai mentecatti e delinquenti