Quando la casa brucia

24 Ott 2011

Tutto è meglio dell’attuale pantano. Ma è impossibile fare previsioni, perché ormai la logica è stata espulsa dalla politica. E l’irrazionalità è sempre una pessima maestra.

Le risatine ostentate di Merkel e Sarkozy, come l’ilarità complice dei giornalisti presenti, dovrebbero aver aperto gli occhi anche a quella parte di opinione pubblica più pervicacemente berlusconiana. Che oggi dovrebbe ragionare così: se il mondo ride di noi è inutile discutere su chi abbia torto e chi ragione, non resta che prenderne atto e cercare di risalire la china. Zapatero (di cui nessuno rideva ma che veniva comunque considerato responsabile dei guai spagnoli) lo ha fatto. Perché non dovremmo farlo anche noi? E qui arriviamo al punto dolente.
La società politica di centro destra non ha nessuna intenzione di prendere atto della realtà. Berlusconi ha le sue ragioni, che sono in parte quelle espresse ruvidamente da Di Pietro, “deve scegliere tra Palazzo Chigi e San Vittore”, e in parte legate alla sua egolatria patologica. Gli altri, dirigenti o peones che siano, non vedono futuro per se stessi al di fuori dello status quo. Di qui la resistenza a oltranza, la ricerca di scuse sempre meno credibili, lo scaricabarile continuo.
La società dei cittadini elettori è invece sempre più disillusa e sfiduciata. La maggioranza vorrebbe liberarsi di questo governo, ma stenta a coagularsi attorno ad un’ipotesi alternativa. In proposito, l’ultima “mappa” elaborata da Ilvo Diamanti per Repubblica è illuminante. Il centro sinistra, se si votasse oggi, vincerebbe sempre e comunque, sia con la formula Pd-Idv-Sel, sia alleandosi con Casini.
E l’asse Pdl-Lega perderebbe sia da solo che insieme al Terzo polo. Sembrerebbe un’indicazione chiara, ma non lo è. Perché se si va a guardare all’interno degli schieramenti si vedono dati sorprendenti. Il Pdl è in lieve crescita, mentre la Lega perde nettamente. Il Pd è in lieve calo, come Vendola e Di Pietro. Crescono, sia pure di poco, solo Udc e Fli mentre Grillo avanza un po’ di più, ma sempre meno di un punto percentuale. Nella graduatoria dei leader si nota che sono tutti in calo, Grillo compreso, ma la performance negativa più evidente è quella di Vendola. Forse aumenta ancora l’area grigia di incerti e astensionisti? Niente affatto: quell’area è invece in netta diminuzione. C’è da farsi venire il mal di testa.
Certo questo è il risultato della sfiducia che investe tutta la classe politica. Ma questa sfiducia non nasce dal nulla. Per il centro destra deriva dalla sua evidente incapacità ad affrontare i problemi, un’incapacità che il culto per la persona del premier non riesce più a bilanciare. Il centro sinistra, invece, paga la sua persistente rissosità, per la quale se uno avanza una proposta c’è subito un altro che si alza a contestarla. Oppure, quando si parla di alleanze, ci si accapiglia sui confini da stabilire per vietare l’ingresso a questo o a quello. La controprova dell’inadeguatezza dei due schieramenti è nel fatto che il terzo polo cresce se è da solo, mentre cala se si allea con l’uno o con l’altro.
Una situazione tanto paradossale potrebbe essere oggetto di curiosa indagine per politologi se non fosse che la casa brucia ed è urgente spegnere l’incendio. A questo compito dovrebbero essere chiamati tutti, tranne, ovviamente, l’incendiario. In Spagna hanno fatto così, e stanno riuscendo nell’intento. Noi no, noi siamo fermi agli scambi di improperi, tra avversari ma soprattutto tra compagni di banco.
Ha ragione Eugenio Scalfari nel richiamare alla memoria il disegno moroteo dell’unità nazionale, volto a disegnare una geografia politica sana, dove l’alternanza tra forze diverse potesse avvenire senza traumi e in un quadro istituzionale condiviso. Ma per imboccare quella strada, che pure l’emergenza economica indicherebbe come l’unica percorribile, ci vuole una presa di coscienza di cui al momento non si vedono tracce. Può accadere che la Lega, davanti all’ultimatum europeo e alla consapevolezza del suo declino, si decida a staccare la spina al governo. Ed è possibile che la crisi dia ai partiti la spinta che serve per inventare una soluzione e ritrovare il loro ruolo. Del resto, tutto è meglio dell’attuale pantano. Ma è impossibile fare previsioni, perché ormai la logica è stata espulsa dalla politica. E l’irrazionalità è sempre una pessima maestra.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Le scuole di Libertà e Giustizia

L’Unione europea come garante di democrazia, pace, giustizia

In vista della legislatura 2024-2029, l’associazione Libertà e Giustizia propone sette incontri sul ruolo del Parlamento europeo e le possibilità di intervento dei singoli cittadini e delle associazioni

Approfondisci

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.