Berlusconi: “Tangentopoli fu golpe giudiziario. Ora riformo Csm, Giustizia e Costituzione”

21 Ott 2011

Il premier parla al Congresso dei Responsabili: a casa mia soltanto cene molto eleganti. .”Duro fino al 2013, farò la riforma della giustizia e riformerò il Csm”. Legge elettorale: “Bisogna introdurre le preferenze. Il Porcellum? Colpa dell’ex presidente della Repubblica Ciampi”

“In questi 18 anni non mi hanno fatto mancare nulla. Aggressioni politiche, giudiziarie di cui sono il recordman e anche fisiche perchè se quella statuetta del Duomo invece che sulla guancia l’avessi presa in un’altra parte del viso sarei sotto terra”. Silvio Berlusconi, intervenendo al primo congresso del Movimento di Responsabilità Nazionale di Domenico Scilipoti, rinnova l’elenco delle sue lamentele, chiuso con i “500 milioni al signor De Benedetti, tessera numero 1 del Pd”, e con “la calunnie che hanno trasformato le mie cene eleganti in cose incredibili e licenziose, cose che io non ho mai visto capitare nemmeno una volta”.
Del resto, ricorda, quando si decise ad entrare in politica “coloro che mi volevano bene mi dissero: ‘Te ne faranno di tutti i colori, ti verranno addosso con la loro stampa e i loro giudici’, ed è stato anche peggio di quanto preventivato”. Berlusconi parla di come “nell’ultimo periodo hanno trasformato quelle che sono state cene eleganti e divertenti a casa mia in cose indicibili”. E aggiunge: “Io ho giurato che in casa mia non c’è stato mai nulla di quello che hanno raccontato”.
Parlando del governo il premier si dice sicuro della sua stabilità: «Sono riuscito a durare cinque anni la prima volta e penso anche questa volta. Semplicemente grazie alla mia personale autorevolezza e anche con il vostro aiuto». Il presidente del Consiglio, poi, descrivendo come funziona l’iter di approvazione di una legge, ha rivolto un complimento esplicito a Giorgio Napolitano. Arrivato al punto in cui è necessaria la firma del presidente della Repubblica, Berlusconi ha detto: “Quando c’è un Capo dello Stato intelligente e puntuale, come quello che abbiamo oggi, firma la legge che arriva dal Parlamento”. Tra gli argomenti trattati anche quello della riforma della giustizia: “La prima cosa da fare è non consentire che nella giustizia ci siano dei partiti politici ed in particolare rivedere la formazione del Csm per ottenere che i giudici facciano i giudici e non utilizzino la giustizia come arma politica. Faremo le riforme che non abbiamo potuto fare fino ad ora perché io ho avuto la colpa di non aver preso il 51% dei voti e ho dovuto fare i conti con i miei alleati che non erano d’accordo”.
C’è spazio anche per un ritorno al passato: ”Nel ’93 insieme ad altri matti decidemmo di dare vita ad un partito politico perche’ dopo il golpe giudiziario che aveva spazzato via i cinque partiti della democrazia occidentale, dovevamo evitare che il potere e il governo andasse in mano ai comunisti ortodossi del Pci”. ”Alle elezioni del ’94 – prosegue – io parlai con i sopravvissuti che non erano stati colpiti dai provvedimenti dei pm di Milano per vedere se si riusciva ad andare alle elezioni insieme sotto un unico simbolo, ma non fu possibile raggiungere un accordo e quando Giuliano Urbani mi porto’ un sondaggio in cui il Pci in base alla legge elettorale di allora avrebbe preso il 70% dei seggi decisi di lasciare la mia professione e scendere in politica. Ebbi tutti contro, a partire dalla mia famiglia che mi metteva in guardia su tutto quello che avrebbero potuto dire contro di me”.
Berlusconi, dal palco del congresso, ricorda la cena in cui decise di ”scendere in campo” per impedire che i “comunisti” prendessero oltre il “70% dei seggi in Parlamento”. I suoi amici e parenti, in particolare sua madre, ricorda il Cavaliere, erano contrari. Per cercare di dissuadermi, racconta il capo del governo, “mi dissero: ‘Te ne faranno di tutti i colori, ti verranno addosso con la loro stampa, con la televisione, con i giudici’. Tutto ciò che è poi puntualmente avvenuto, anzi quello che è accaduto dopo è stato ancora peggio”. “Faccio una parentesi per uno sfogo”, prosegue Berlusconi. “Da quando sono entrato in campo – aggiunge – non mi hanno fatto mancare nulla: aggressioni mediatiche quotidiane, basta accendere la televisione o leggere un giornale; aggressioni politiche, basta sentire i discorsi che fanno in Parlamento; aggressioni giudiziarie, visto che sono il recordman dell’universo con 103 indagini e 40 processi; aggressioni fisiche, basti pensare che se quel duomo in marmo invece che sulla guancia mi avesse colpito più in alto sarei sotterrato; aggressioni patrimoniali, 600 milioni al signor De Benedetti, tessera numero uno del Pd; e infine, aggressioni di immagine con le menzogne e le calunnie di cui mi hanno ricoperto trasformando le mie cene eleganti e corrette, divertenti e allegre certo, in cose indicibili e licenziose cosa che io ho giurato non ho mai visto in casa mia, sotto gli occhi di un mare di gente, non ho mai visto capitare nemmeno una volta”.
“Non lascerò la politica prima di aver lasciato in eredità una nuova formazione che si riconosca nei valori del Ppe e da contrapporre alla sinistra dilaniata dalle divisioni”.
“Sono convinto – prosegue – che gli Stati Uniti ci indichino la strada e cioé il bipolarismo perché una democrazia funziona bene se ci sono due parti in campo. Io ho fatto un grande sforzo di convincimento nei confronti delle forze di centrodestra perché entrassero nella grande casa dei moderati fondando il Pdl”.
Infine il premier parla del porcellum: “I cittadini, firmando in un milione e 700 mila il referendum per reintrodurre le preferenze, ci hanno dato un’indicazione chiara: dobbiamo introdurre una variante che consenta ai cittadini di scegliere il candidato”. L’altro aspetto da cambiare è il premio di maggioranza regionale al Senato: “Calderoli ha dato un giudizio negativo sul ‘Porcellum’ perchè la legge fu cambiata da Ciampi che pretese, in base a una interpretazione personale della Costituzione, di frazionare a livello regionale il premio di magioranza nel Senato, facendo cadere così le ragioni di un premio di maggioranza che viene dato per garantire la governabilità: oggi la legge garantisce governabilità alla Camera ma non al Senato”.

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