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Etica”,”dignità”, “lavoro”. A leggere tutto quel che è stato dipinto o ricamato sui brandelli di stoffa, i diritti si ricompongono facilmente: c’è voglia di un’Italia migliore nelle parole che fazzoletto dopo fazzoletto, maglietta su maglietta, canovaccio per canovaccio, sono stati assemblati all’Arco della Pace, l’8 ottobre, nel corso della manifestazione Ricucire l’Italia, organizzata da Libertà e Giustizia. I 25 mila che si sono stretti sotto al palco, invitati a portare un pezzo di stoffa con una parola da salvare, un diritto dimenticato, un valore da ricordare, hanno riposto nelle ceste oltre 10 chili di tessuto. L’idea, partita da Isabella Allegri, socia di LeG Milano, ha poi trovato forma sotto le mani abili di Mirella Allegri e Maria Barattin (in un tassello di stoffa c’è la loro firma, come per le opere d’arte). Ne è nata una coperta dei diritti che, dopo aver simpaticamente invaso l’ufficio di LeG, è stata presentata alla stampa martedì 18 ottobre, in piazza Sant’Eustorgio a Milano.
La coperta, che è un work in progress, per il momento si compone solo dei primi pezzi raccolti durante la manifestazione. Altri pezzi, spediti in ufficio, nella sede di LeG, saranno aggiunti. Una mostra itinerante porterà la coperta nei circoli di Libertà e Giustizia che sono più di 40 sparsi su tutto il territorio, dove man mano si arricchirà di nuovi messaggi e nuove stoffe, perché è un lavoro aperto. La coperta dei diritti, infine, è attiva, perché andrà in trasferta, là dove i diritti siano seriamente “assediati”.
“Prima l’omega e poi l’alfa”, invita una delle scritte sulla stoffa, come a dire ricominciamo d’accapo, dalla fine. C’è chi si affida ai classici e cita Toqueville, “Non c’è nulla di peggio di un cattivo governo che cerca di correggersi“, o Hemingway, “Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi“. “Competenza”, “istruzione”, “decoro” si rincorrono nella lunga scia di stoffa che, assemblata, occupa una superficie di 20 metri quadrati, la moquette quasi di un monolocale per la dignità. C’è chi avanza proposte: “Donne alla guida”, spiegando, “Le esperte di cucito siamo noi, dateci il filo”.
Il tema del lavoro è particolarmente sentito, in tempi di crisi come questi. Un diritto che si è sfilacciato o perso del tutto, accostato a quelli di solidarietà e accoglienza, per non dimenticare anche chi arriva da altri paesi per trovarlo da noi. “La patria è lì dove si vive felici”, scriveva Voltaire. Ce lo ricorda un angolo di questo gigantesco lenzuolo che annoda gagliardetti partigiani e t-shirt all’ultima moda, grembiuli da cucina e federe con scritte double-face. Ci sono brandelli di quotidianità in questa coperta lunga e larga che fotografa meglio di un’istantanea la nostra penisola. C’è il tricolore dell’Anpi che Sandra Bonsanti ha donato a nome di Giovanni Ferrara al presidente Anpi Carlo Smuraglia. Ci sono frasi d’amore per la nostra Costituzione e per la democrazia. “Vogliamo leggi ad Italiam”, urla uno dei fazzoletti.
“8 ottobre 2011, Milano, noi siamo qui, dunque la verità oggettiva esiste, non si può eliminarla nemmeno per legge, l’Italia non lo permette“, scrive uno degli autori, in diretta dalla piazza. C’è il diritto alla felicità che si affaccia con prepotenza, riecheggiato anche nelle parole di Roberto Saviano che ha mandato un lungo video per la manifestazione dell’8 ottobre.
C’è comunque in ogni messaggio la voglia di partecipare, la consapevolezza che esserci può cambiare il corso delle cose. Lo sa bene chi ha scelto di testimoniare la sua presenza riproducendo con un pennarello, in bella grafia, una frase di Einstein: “Il mondo è quel disastro che vedete non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e se ne stanno lì a guardare“.
Poi c’è anche l’amara riflessione di Corrado Alvaro: “La disperazione peggiore di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile“.
Nella coperta dei diritti io desidero metterci anche il diritto della PERSONA di dichiarare al fisco la sua VERA CONDIZIONE ECONOMICA che è composta di RICAVI E SPESE! Del resto è chiedere un DIRITTO COSTITUZIONALE cioè di essere tassato sulla capacità contributiva e non sul reddito! Infatti i nostri PADRI COSTITUENTI avevano inserito nella capacità contributiva tre elementi economici: 1) tutti i redditi globali effettivi( non come sono, per i lavoratori indipendenti oggi, cioè forfetari)
2) tutti i patrimoni, tutte le spese per le necessità della vita quotidiana.
Questi tre elementi economici devono essere presenti nelle dichiarazione dei redditi di tutti i contribuenti per essere tassati sulla differenza REDDITI + PATRIMONI/SPESE quest’ultime dimostrate dai relativi documenti fiscali. Per chi ne vuole sapere di più visiti il sito dell’associazione articolo 53: http://sites/google..com/site/articolo53
troelli roberto
Mi spiace non esserci stato, avrei portato il mio pezzo di stoffa co su scritto ABBASSO LA MALAGIUSTIZIA – Invito a Convegno 11 e 12 novembre prossimo a Napoli http://www.facebook.com/IovinoLuigi?ref=name#!/note.php?note_id=296541973695530
Sono d’accordo a cio’ che scrive Roberto Croelli i diritti vanno applicati per tutti affinche’ , si possa vivere nella propria dignita’ non con un fisco mascherato per vivere senza tener conto delle spese di tutti i giorni. Chi si ingrassa lo sanno tutti , il piccolo indipendente se riesce a portare a termine il suo cammino e’ gia’ un eroe . Dario
“da capo”, non “d’accapo”…
È ovvio che non si possa non condividere l’auspicio rivolto da Zagrebelski ai professionisti. Tuttavia ricordo che l’impegno a difesa della legalità e al rispetto delle regole democratiche era stato il cavallo di battaglia dei Radicali negli anni ’70 del secolo scorso. Tale battaglia era stata però accompagnata da quella contro le leggi liberticide in nome della quale furono vinti i referendum sul divorzio e l’aborto e fu conquistato il diritto all’obiezione di coscienza da parte di chi non voleva prestare il servizio militare. È di attualità il ripristino della legge Reale e il divieto di manifestare a Roma per un mese, per non parlare delle cosiddette leggi “ad personam”. La legge non vive nel mondo delle idee di platonica memoria, ma è un prodotto degli uomini che, come stiamo vedendo, possono piegarla ad interessi di parte quando (come si usava dire un tempo) non di classe. La difesa della legalità non può essere astratta, ma deve essere calata nella realtà politica e culturale in cui si attua. Le leggi dovrebbero ispirarsi, se vogliono essere rispettate, a una visione del mondo in cui gli ideali di giustizia, libertà, solidarietà e uguaglianza si inverino nelle buone pratiche politiche, sociali ed economiche, pena il rischio di decadere, come sempre più spesso accade, in un insieme di regole che vestono poteri fuori controllo con i panni della democrazia, lasciandoli agire indisturbati.
Caro Zagrebelski , ormai il berlusconismo è alla frutta ,ma il colpo di coda di un uomo che si è arricchito con leggi ad personam ,può essere ancora pericoloso e pericolosa potrebbe essere una improvvisa mancanza del nostro beneamato Napoletano. Rischieremmo che il premier con i soldi che ha potrebbe essere eletto lui al posto di capo dello Stato . Quindi è URGENTE proporre le primarie al centro SX ed essere pronti ad andare al voto. M abisognerà ricordarsi, senza essere vendicativo ,i danni che questo personaggio ha fatto agli italiani. Sia di immagine, sia economici , sia legislativi. e se non si potrà mettere in galera ,per giustizia nei confronti di tutti gli italiani ,dovrà rendere quanto impropriamente e con leggi ad hoc ha portato via al popolo. Oppure la Giustizia non sarà giusta e la Magistratura sa difendere soltanto i ricchi ed i potenti.