Studenti e indignati, anche in Italia la protesta viaggia sul web

11 Ott 2011

I tagli e il degrado della scuola, ma non solo. Dietro alla protesta degli studenti italiani ci sono la precarieta’, la disoccupazione, la ”rabbia” verso le corporazioni e le speculazioni finanziarie. Forse ancora solo nei gesti e negli slogan, sembra pero’ arrivato in Italia il vento della protesta degli Indignados di Wall Street. Almeno cosi’ sembra dalla lettura delle frasi ‘postate’ sui social network, Twitter e Facebook in testa. La tentata irruzione degli studenti nella sede Moody’s di Milano e le dimostrazioni davanti alle banche sembrano strizzare l’occhio, infatti, alle manifestazioni Usa di questi giorni. Nella rete web la ribellione viene annunciata al mondo. Tradotta in inglese nei ‘tweet’ o sui blog, si fonde in un movimento globale. Stamattina la sveglia degli studenti su Twitter e’ suonata presto. Da Trieste a Reggio Calabria i messaggi sono arrivati a centinaia: i giovani si mostrano esasperati ma per niente rassegnati. ”L’autunno comincia il 7 ottobre” e’ uno dei primi cinguettii arrivati da Trieste sul profilo Twitter di ‘Rete della Conoscenza’, il network nazionale di cui fanno parte l’Unione degli Studenti e Link-Coordinamento Universitario. All’indomani della scomparsa di Steve Jobs, c’e’ spazio anche per lui, il visionario idolo di molti giovani: la sua famosa frase pronunciata davanti agli studenti di Stanford (”Siate affamati, siate folli”) e’ risuonata attraverso la rete, citata molte volte su Twitter e Facebook dai movimenti studenteschi e dai loro sostenitori. Anche la musica accompagna gli studenti nelle piazze: a Trieste, viene annunciato via Twitter, ”nonostante la pioggia incessante gli studenti si accendono sulle note di 99 Posse e Caparezza”. A Firenze risuonano le note di ‘El Pueblo Unido’. C’e’ musica anche a Bari, anche metaforicamente: ”Con i tamburi in piazza ve le suoniamo perche’ la musica deve cambiare”, avvertono i ragazzi sul social network. La protesta studentesca, quindi, non ha piu’ a cuore solo la scuola. Nel mirino ci sono le corporazioni e il mondo della finanza. A Napoli Piazza Borsa e’ stata ribattezzata ‘Piazza reddito per tutti’. Gli studenti chiedono Borse di studio. Non ci fidiamo dei mercati”. Anche a Genova gli studenti, dimostrando davanti alla sede della Banca d’Italia, annunciano: ”Noi il debito non lo paghiamo”. Ma non sono solo gli studenti a scendere in piazza in questi giorni. Sabato a Milano e’ prevista la manifestazione di Liberta’ e Giustizia ‘Ricucire l’Italia’, dal titolo del manifesto-guida scritto dal giurista Gustavo Zagrebelsky. In rete, sulla scia di Occupy Wall Street, si sta organizzando per il 12 ottobre a Roma l’iniziativa ‘Occupiamo la Banca d’Italia’. ”Siamo il 99% – dicono gli organizzatori, prendendo a prestito uno slogan degli Indignados statunitensi – abbiamo un mondo intero da reinventare”. Il 15 ottobre a Roma, inoltre, scenderanno in piazza altri Indignati, contro le ”grandi corporazioni e le classi politiche (di centrodestra e di centrosinistra)”. Resta quindi da vedere se l’onda delle proteste americane, che ha ”contagiato” vari continenti e nazioni, sia giunta ora anche in Italia.

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