Pisapia: “Berlusconi al capolinea La sua fine politica è imminente”

08 Ott 2011

«Pare di essere su un monte e la nebbia che ricopre le valli e la pianura vada dissolversi nel vento». Questa una parte della citazione di Carlo Levi fatta in apertura della manifestazione dell’associazione Libertà e Giustizia dal presidente Sandra Bonsanti di fronte a circa 20mila manifestanti riuniti all’Arco della pace di Milano. Un corteo voluto da Leg (Libertà e Giustizia) per protestare contro la legge bavaglio e il lavoro che uccide con riferimento all’episodio drammatico di Barletta alle cui vittime è stato dedicato un minuto di silenzio. Un’iniziativa per chiedere agli italiani di pensare al «dopo Berlusconi e mostrare al mondo di che stoffa è fatto questo paese», ha sottolineato dal palco Bonsanti. Filo rosso è il manifesto «Ricucire l’Italia» stilato dal presidente emerito della Consulta Gustavo Zagrebelsky, fondatore dell’associazione. Le sue motivazioni sono chiare: «Il bisogno di ricucire la rottura fra i cittadini e la politica per portare avanti quel cambiamento di cui l’Italia non può più farne a meno», ha spiegato il presidente. Sul palco è salito anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia il quale ha sottolineato che «l’Italia sta offrendo uno spettacolo vergognoso e avvilente con un governo lacerato al suo interno che pensa solo a difendere Berlusconi e non riesce a fare le riforme e a nominare il governatore della Banca d’Italia. E la domanda che ci viene rivolta è perché gli italiani si tengono questo governo». Un interrogativo cui il sindaco di Milano risponde ricordando che il Paese «sta già cambiando e chiede una politica fatta da tutti e per tutti e non da pochi per tutti. Ci sono tante persone che vogliono un cambiamento e che ci riusciranno». Anche se per imprimere davvero una svolta, ha continuato Pisapia,«ci vuole più unità per il bene comune e dobbiamo essere più uniti contro chi ha distrutto il Paese». «Ormai il governo lacerato pensa solo a salvare il presidente del Consiglio per mettersi al riparo da una fine politica ormai imminente», ha concluso il primo cittadino. Al termine del sue intervento ha preso la parola il costituzionalista Valerio Onida che ha spiegato la tecnicalità e l’importanza del referendum per chiedere la modifica della legge elettorale. Infine, è stata la volta del videomessaggio di Roberto Saviano che ha dichiarato la propria adesione al manifesto e ha rivendicato «il diritto alla felicità», che «non può che avvenire in una società di diritto». Lo scrittore si è poi soffermato sulle operaie morte a Barletta, cui è stato dedicato un minuto di silenzio in apertura di manifestazione. «Il lavoro nero sta proteggendo l’Italia dalla crisi – ha proseguito Saviano – spesso i padroni sono ex lavoratori in nero a loro volta che vivono in queste condizioni». In un simile panorama «trovarsi insieme è un modo di non perdere la speranza, di resistere all’idea che il talento non serva nulla, che vale una segnalazione». «Se ragioniamo – ha spiegato Saviano -così hanno già vinto loro, chi è in questo momento al governo, cerca di far passare l’adagio che siamo tutti uguali e che chi critica è ipocrita, perchè si comporta nello stesso modo e vuole solo la nostra poltrona». A tutto questo, secondo l’autore di Gomorra, «si risponde trovando la possibilità di coinvolgere le persone in un grande progetto di riforme per cambiare passo e superare questa realtà ossidata».

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