In piazza per ricucire l’Italia Aderisce anche Saviano

08 Ott 2011

Oggi a Milano (Arco della Pace, dalle 14 e 30) la manifestazione di Libertà e Giustizia: “Questo governo è finito”. Videomessaggio dello scrittore di Gomorra. Bonsanti: “La società civile vuole pesare”
La grande mobilitazione di Ricucire l’Italia. Le fratture secondo Zagrebelsky; L’Italia che dice no agli scandali. L’adesione della Camusso Strappare il Bavaglio per ricucire l’Italia don Ciotti: dimostriamo di che stoffa è fatto il nostro Paese” Guarda le FOTO. La diretta su Repubblica.it; RadiopopolareNetwork

ROMA – C’è un filo rosso che collega la manifestazione del Palasharp del 5 febbraio scorso e l’iniziativa di questo pomeriggio all’Arco della Pace, sempre a Milano. Allora, Libertà e Giustizia e intellettuali come Umberto Eco, Maurizio Pollini, Salvatore Veca, avevano chiesto le dimissioni di Silvio Berlusconi. Ora escono dal palazzetto per essere in piazza con la società civile, e lanciano proposte che servono a ricostruire, a rimettere insieme i lembi stracciati di dignità e diritti, certezze e valori. C’era e c’è il presidente emerito della Consulta Gustavo Zagrebelsky, che lì aveva lanciato una parola d’ordine ancora valida: “Non chiediamo niente per noi, ma tutto per tutti”. C’era – e ci sarà con un messaggio video – lo scrittore Roberto Saviano, che a Repubblica anticipa il senso del suo intervento: “Oggi la difficoltà sta in questo: nel non cedere alla certezza che niente possa cambiare, che vivere onestamente sia inutile. Nel non cedere allo sconforto che nessun merito riuscirà mai a farsi largo, ma vincerà l’alleanza sul talento, la segnalazione sulla bravura, la furbizia sull’impegno”. Entra nel merito, Saviano. Parla dell’oggi, e di quel che bisogna fare: “Questo governo da lungo tempo è politicamente finito, ma questa lunga agonia si regge sull’incapacità di coinvolgere un nuovo grande e trasversale consenso popolare in nuovi progetti, in riforme credibili. Non ci resta altro che osare di più dinanzi

a questa ossidata quotidianità che sembra immutabile, per scorgere ancora una possibilità di bene e dargli spazio. Sul brandello di stoffa vorrei scriverci come diritto da difendere: “il diritto alla felicità”, ora manca ovunque e spesso coincide, per meridionali e più in genere italiani, con l’emigrazione”.

L’appuntamento di Libertà e Giustizia per chi vuole “Ricucire l’Italia” è alle 14 e 30. La manifestazione andrà avanti tre ore, e vedrà avvicendarsi sul palco – moderati da Luisella Costamagna – gli storici Paul Ginsborg e Salvatore Veca, gli ex magistrati Bruno Tinti e Giuliano Turone, il sociologo Marco Revelli, il presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia, Claudio Fava per Libera, il giornalista e autore televisivo Michele Serra, il segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi; i costituzionalisti Lorenza Carlassare e Valerio Onida. Chiuderanno Gustavo Zagrebelsky con i giornalisti Lirio Abbate e Marco Travaglio. Ad aprire, invece, ci sarà il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. E ci sarà ovviamente la presidente dell’associazione Sandra Bonsanti. “Ho fiducia che verranno in molti, perché ho l’impressione che più forte della delusione e della disaffezione sia la certezza che la mobilitazione e la partecipazione servano”, ci dice.

“Le manifestazioni dei giovani, quelle per la libertà di stampa, il Palasharp, il milione di donne in piazza del 13 febbraio, sono state il vento che ha portato alle vittorie referendarie di giugno. Un’onda lunga che è proseguita con la raccolta delle firme per il referendum anti-porcellum, oltre un milione e duecentomila, un traguardo incredibile. È un peccato che il Pd non ci abbia creduto fino in fondo”. A chi dice che no, nulla è servito, Sandra Bonsanti risponde: “Come si fa a dirlo? Ora il centrodestra è consapevole di non avere la maggioranza nel Paese. E l’opposizione sa che quando si andrà a votare sarà obbligata a portare un volto rinnovato. Noi non faremo i portatori d’acqua, la società civile vuole pesare, troveremo il modo”.

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