“Ricucire l’Italia, basta con questo governo”. Domani scende in piazza Libertà e Giustizia

ROMA – Porteranno tutti un pezzetto di stoffa con su scritto un valore da difendere, un diritto da riscrivere, un brandello d’Italia da salvare. Faranno una richiesta all’opposizione: parlare forte contro la legge bavaglio, più forte di quanto non abbia ancora fatto. E manderanno una foto al governo: centinaia di telefonini tenuti in alto per gridare “intercettateci tutti, noi non abbiamo niente da nascondere”. L’appuntamento lanciato da Libertà e Giustizia 1 per domani alle 14 e 30 all’Arco della Pace di Milano ha un nome che dice tutto: Ricucire l’Italia. Ci riconosciamo nelle parole del manifesto firmato da Gustavo Zagrebelsky, dicono gli organizzatori: “Noi proviamo scandalo per ciò che traspare dalle stanze del governo. Ma non è questo, forse, il peggio. Ci pare anche più gravemente offensivo del comune sentimento del pudore politico un Parlamento che, in maggioranza, continua a sostenerlo, al di là di ogni dignità personale dei suoi membri, disposti ad accecarsi di fronte alla lampante verità dei fatti”.

Il presidente emerito della Consulta sarà sul palco, come già al Palasharp lo scorso 5 febbraio, insieme alla presidente di Libertà e Giustizia Sandra Bonsanti. A moderare gli interventi ci sarà Luisella Costamagna. Nel talk si alterneranno i giornalisti Marco Travaglio, Lirio Abbate, Claudio Fava, Michele Serra, il segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi; i costituzionalisti

Lorenza Carlassare e Valerio Onida; gli storici Paul Ginsborg e Salvatore Veca; gli ex magistrati Bruno Tinti e Giuliano Turone; il sociologo Marco Revelli, che sarà sicuramente tra i primi a parlare. Perché Libertà e Giustizia vuole partire dal lavoro. Il lavoro nero che uccide, com’è successo a Barletta, dove sono morte quattro operaie e una ragazzina. Il lavoro che è un orizzonte troppo lontano, uno degli strappi da cucire: quello tra giovani e vecchi, tra garantiti e senza futuro. All’iniziativa aderisce anche la Cgil. Susanna Camusso sarà in piazza a Roma con i dipendenti statali per una manifestazione già programmata, ma ha mandato una lettera. Lo ha fatto anche don Ciotti: “Per ricucire l’Italia serve un ago, e quell’ago siete voi, siamo noi, anzi è “il noi” – scrive il presidente dell’associazione antimafia Libera e del gruppo Abele – quel noi fatto di cittadini, gruppi, rappresentanti del mondo della scuola, della cultura e del sindacato che ogni giorno esprimono, con le parole e i fatti, il proprio amore per questo Paese e i suoi beni comuni, primo fra tutti la democrazia”. Ma, aggiunge don Ciotti, “Serve anche il filo. E il filo è la Costituzione. Un filo che lega l’Italia di oggi e di ieri, quella di chi si è battuto per affermare la libertà, l’uguaglianza e la giustizia sociale contro l’oppressione della dittatura”.

Le parole strappate che i partecipanti decideranno di portare saranno unite in una gigantesca coperta patchwork, l’immagine di un’Italia fatta a pezzi che, seppur a fatica, può essere riunita. Per cominciare a farlo, alla manifestazione accorreranno in molti: il numero di pullman si moltiplica di giorno in giorno, partono da Vicenza, Pordenone, Mantova, Genova, Brescia, Pescara, Firenze, Torino, Bologna. Da Cuneo e Roma si arriva in treno. Unica bandiera prevista, il tricolore.

5 commenti

  • Mi auguro che abbiate ben pensato di lasciare a casa il vostro Carletto.Avrà cosi modo di pensare alla povertà in aumento e scrivere un altro articolo su tale argomento così come ha fatto alcuni giorni fa,facendo storcere il naso a molti.

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  • Dobbiamo!!! riconquistare giustizia e libertà dal “popolo delle libertà (ironia) e suoi alleati secessionisti” i quali ce ne privano per i soli interessi loro. Ma chi li ha eletti, “l’altra metà”, sono anch’essi italiani; dobbiamo quindi convincerli a “ricucire l’Italia” presto e in modo democratico per non essere costretti a rimedi come i Francesi della rivoluzione o gli Italiani della liberazione.

  • Mi domando ormai ogni giorno, quando le nostre migliori elites lasceranno le inutili manifestazioni agiografiche e i vani discorsi usurati, per passare alla via maestra dell’ESERCIZIO CONCRETO DELLA COSTITUZIONE, ALLA DEMOCRAZIA DIRETTA con l’uso estremo dell’art. 71 (proposta di legge di iniziativa ppolare), abbinato all’art. 50 (petizione popolare) e abbinato all’art. 1 (la sovranità appartiene al popolo che la esercita secondo le norme), guidando un popolo, che partecipando volenteroso a mille e una manifestazioni, ha dimostrato di voler determinare il proprio futuro, sottraendolo alla mediocrità dell’offerta politica e parlamentare attuale.

    Mi domando perchè si continui cocciutamente e irrazionalmente con riti triti e ritriti, che la storia e la cronaca hanno avverato come improduttivi di alcunchè e si trascuri un percorso COSTITUZIONALE originale e foriero di risultati concreti predefiniti in tempi contenuti. Percorso perfetto per uscire in fretta dalla palude, con un decalogo di proposte di legge sostenute da una imponente espressione della sovrana volontà popolare, con una grande petizione.

    E la domanda rimane appesa…

  • Tutti i nostri politici è evidente che se hanno lasciato passare questea legge sono tutti corrotti, ma questa e solo l’ultima delle leggi vergogna che hanno lasciato passare,ci stanno spogliando di tutti quei valori morali che sono vitali per la linea di condotta di un governo che provoca solo scempi e disagi, siamo stanchi, non ce la facciamo piu a far finta di niente, vogliamo reagire prima che sia troppo tardi.Sono tutti strapagati,sono incollati a quelle sedie, parlano ,parlano ,ma non sanno nemmeno loro quello che dicono, anzi sanno benissimo che stanno dicendo stupidagini,tanto loro non hanno niente da perdere, sono la causa dei guai dell’italia, e adesso basta.Vogliamo essere risarciti da questi uomini che non hanno scrupoli, non hanno una coscienza, l’unico obbiettivo per loro e riempirsi le tasche con i soldi dei poveri cittadini che sudano sangue per arrivare a fine mese. Dobbiamo reagire mandiamoli tutti a casa, abbiamo bisogno di una linea nuova di gente onesta che ci porti alla salvezza.

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