Franceschini: “Referendum elettorale, è il momento di correre”

08 Set 2011

Il presidente del gruppo pd alla Camera: “Il referendum deve funzionare come strumento di pressione sul Parlamento. Ora è importante andare a firmare”. La proposta Pisanu? “È simile a quel governo di transizione che chiediamo noi. Ma Berlusconi è chiuso nello schema Muoia Sansone con tutti i filistei“.

“Dobbiamo correre. Davvero dobbiamo correre, per poter raccogliere entro la fine del mese oltre 500 mila firme per promuovere il referendum che cancella la legge elettorale Porcellum”, dice nel suo studio alla Camera il presidente del gruppo Pd, Dario Franceschini, fra coloro che nel partito sono più impegnati nel sostenere l’iniziativa. Ha firmato domenica scorsa il modulo di adesione al referendum. Non sono tutti d’accordo nel suo partito. Hanno compiuto la medesima scelta Romano Prodi (“La legge Calderoli va cancellata, è iniqua”), Rosy Bindi, presidente del Pd, Walter Veltroni, e poi Chiti, Fassino, Castagnetti, Errani, Rossi e tanti altri alle Feste del partito che in questi giorni sono in corso in tutta Italia. E il segretario Pierluigi Bersani spiega così la posizione del partito: “Noi siamo amichevoli verso un’operazione referendaria che ha come obiettivo quello di essere uno stimolo a cambiare la legge elettorale. Non mettiamo il cappello sopra il referendum, ma ospitiamo nei nostri luoghi, a cominciare dalle Feste, i comitati referendari. D’altronde abbiamo una nostra proposta di legge elettorale, che non è il Mattarellum di cui abbiamo visto i limiti dal punto di vista della governabilità”. Bersani non ha firmato per il referendum, neppure D’Alema; e non in tutte le feste del Pd si raccolgono le firme.

Chiedo a Franceschini se non teme che la scelta ufficiale del Pd sia poco chiara. “No, siamo assolutamente impegnati nella raccolta delle firme, nelle nostre Feste chi firma sono centinaia, spero migliaia, di militanti democratici. Più trascorrono i giorni, più dovremo impegnarci e maggiore sarà per l’organizzazione del Pd  la mobilitazione. Ripeto che dobbiamo correre per ottenere il risultato. Dobbiamo  lavorare bene e rapidamente. C’è una grande disponibilità dell’opinione pubblica ma l’organizzazione ancora non è soddisfacente: io incontro spesso persone che vorrebbero firmare ma non sanno dove andare, non trovano i banchetti per le adesioni. Il clima è favorevole, ma, certo, in un momento in cui l’attenzione degli italiani è concentrata sulle conseguenze della manovra economica nelle vite di ciascuno di noi, la legge elettorale non è in cima alle preoccupazioni. Tuttavia di fronte alla richiesta di abrogazione della legge Porcellum, tutto il nostro popolo si schiera senza esitazione. Da anni denunciamo le nefandezze della legge Calderoli e la nostra gente non capirebbe esitazioni o tentennamenti nel referendum”.

Tempus fugit, quindi: con il contributo determinante della società civile, con ogni probabilità si riuscirà a raccogliere le firme necessarie (per la nostra associazione siamo all’ultima chiamata per cambiare la legge elettorale). A coloro che desiderano aderire, segnaliamo che sul sito di Libertà e Giustizia è possibile sapere città per città dove sono i banchetti di LeG per firmare, sul sito dei referendari c’è la mappa completa dei banchetti in tutta Italia, e sul sito referendumcontroporcellum.it un ulteriore elenco relativo alla città di Roma. Repubblica.it rilancia in rete la mobilitazione.

È possibile, tuttavia, che la maggioranza nei prossimi mesi, pur di mantenere la Calderoli, scelga la via della crisi e delle elezioni anticipate al 2012, evitando così la consultazione referendaria primaverile: questo scenario è un rischio o una soluzione?

“Noi abbiamo già detto più volte che, nella situazione attuale, la via migliore sarebbe un governo guidato da una personalità di grande credibilità internazionale con una maggioranza parlamentare vasta, che approvi una nuova legge elettorale e abbia la capacità di affrontare la crisi. E poi si vada a votare. Questo progetto di buon senso però cozza contro la volontà di Berlusconi (e della sua maggioranza) che vuole resistere a tutti i costi. Allora: se il referendum ci portasse a votare un anno prima della fine della legislatura, vorrebbe dire che l’era di Berlusconi si concluderebbe nel 2012. E questo sarebbe un bene. Ma potrebbe anche accadere che la convocazione del referendum induca la maggioranza a svegliarsi e a capire che la soluzione dei problemi non sarebbero le urne anticipate ma una nuova legge elettorale. Cioè il referendum porterà comunque a risultati positivi. E d’altronde  la strada che noi Pd preferiamo non è il semplice ritorno al Mattarellum previsto dalla consultazione. Il referendum deve funzionare come strumento di pressione sul Parlamento per arrivare a modificare la legge elettorale. Ma sostenere il referendum, ora, è necessario”.

Ecco: il progetto di riforma della legge elettorale presentato dal Pd a luglio in che tempi può essere messo all’ordine del giorno del dibattito in Parlamento?

“Il Pd ha finalmente raggiunto una posizione unitaria sul progetto di una nuova legge elettorale (doppio turno di collegio con correzione proporzionale). È la soluzione che servirebbe al Paese. La proposta è stata da noi votata negli organi dirigenti, ed è stata depositata in Parlamento. Su questa proposta insisteremo. La riforma elettorale è incardinata, come si dice in termine tecnico, al Senato. Noi  chiediamo che venga calendarizzata e che vada in aula per essere discussa e votata. Prima delle vacanze estive, il presidente della Camera Fini aveva sollecitato un incontro e un chiarimento al presidente del Senato Schifani, per stabilire il momento della discussione. Credo che ne parleranno in tempi brevi. Ma la maggio- ranza non ha alcun interesse alla modifica dell’attuale legge perché il sistema di potere che hanno creato Berlusconi e Bossi regge solo se i parlamentari vengono nominati. Se essi fossero eletti per meriti, a Berlusconi sfuggirebbe il consenso, da lui stesso controllato. Hanno bisogno della legge Porcellum. Ma potrebbero trovarsi costretti ad una riforma, dall’incombere del referendum abrogativo. Ecco perché dobbiamo mobilitarci in questi giorni”.

Il senatore Beppe Pisanu, Pdl e presidente della commissione Antimafia, ha chiesto a Berlusconi un “passo indietro” a favore di un governo di fine legislatura fra “uomini di buona volontà”. Somiglia alla proposta del Pd?

“Certo, è molto simile a ciò che noi stessi chiediamo. Pisanu è l’unica voce nel centrodestra che ha il coraggio di parlare chiaro. Per noi ci vuole, appunto, un governo di transizione guidato da una personalità credibile in Europa e nel mondo, che chiuda finalmente questa fase. Ma Berlusconi è chiuso nello schema ‘muoia Sansone con tutti i filistei’. Purtroppo, i filistei siamo noi italiani”.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Leggi anche

Le scuole di Libertà e Giustizia

L’Unione europea come garante di democrazia, pace, giustizia

In vista della legislatura 2024-2029, l’associazione Libertà e Giustizia propone sette incontri - dal 29 febbraio al 23 aprile - sul ruolo del Parlamento europeo e le possibilità di intervento dei singoli cittadini e delle associazioni.

Approfondisci

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.