POPPI (AREZZO) – «C´è ormai una frattura profonda tra una parte del popolo e chi è chiamato a governarlo. Si dice che il governo ha la fiducia della maggioranza parlamentare ma questo può davvero bastare se il Parlamento non ha la fiducia dei cittadini? Un Parlamento che di fronte a fatti così gravi non revoca la fiducia al governo non è forse esso stesso la prova che il rapporto di rappresentanza si è spezzato?». Parole durissime quelle pronunciate ieri dal presidente emerito della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky a conclusione del seminario di studi organizzato da Libertà e Giustizia, l´associazione guidata da Sandra Bonsanti, nel castello di Poppi, dove la leggenda vuole che Dante abbia scritto l´ultimo canto dell´Inferno maledicendo corti e cortigiani. Tre giorni di riflessioni sul tema della libertà e della giustizia nel pensiero filosofico moderno animate dagli interventi di Salvatore Veca, Nadia Urbinati, Amalia Signorelli, Marco Revelli, Gabriele Magrin, Ermanno Vitale e altri esperti che con Bonsanti e Zagrebelsky danno vita a corsi di formazione frequentati da studenti universitari di ogni parte d´Italia.
«Siamo consapevoli della gravità di ciò che diciamo e mai avremmo immaginato di doverlo dire», spiega Zagrebelsky, «ma è in gioco la qualità della nostra democrazia e sono convinto che ci sia bisogno di reagire». Spetta a lui il compito di riassumere in un documento, a nome dell´associazione, le proposte emerse nel dibattito. «La celebrazione della ricorrenza dei 150 anni dell´Unità, a cui gli italiani hanno partecipato con tanta passione, rischia di chiudersi con una frattura profonda nella nostra vita pubblica», dice. «Da un lato ci sono istituzioni che continuano a funzionare come se tutto fosse normale, dall´altro si avverte che sotto la normalità apparente c´è qualcosa che non funziona. Il mondo politico si è chiuso dentro una fortezza mentre movimenti e associazioni chiedono di dar loro voce. Referendum vinti, stravinti e da vincere nell´ostilità, nell´indifferenza o nell´ambiguità dei maggiori partiti, elezioni che premiano candidati non scelti dagli elettori, strutture dirigenti bloccate da meccanismi autoreferenziali in cui prevale la logica del potere per il potere». Di fronte a tutto questo, come spiega Bonsanti, serve un appello diretto ai cittadini, ai politici, ai parlamentari, a tutti gli italiani, ciascuno nel proprio ambito di responsabilità. «Chi ci governa e chi sostiene il governo», conclude Zagrebelsky, «vive in un altro mondo, anzi contro il mondo che dovrebbe rappresentare. Noi che viviamo in questo mondo proviamo scandalo e siamo increduli di fronte a parlamentari che pur di non mollare sono disposti a fare, con un voto, vero il falso». E non va assecondata, avverte Zagrebelsky, «la prudenza di chi assiste passivamente agli eventi aspettando un deus ex machina che risolva tutto». La parola va ridata ai cittadini, non esiste altra strada.
Allarme non certo nuovo ne fresco, ma che ci accompagna con l’urlo continuo, lacerante e crescente della Democrazia calpestata e offesa, ormai da lustri. E se la via d’uscita proposta, “La parola va ridata ai cittadini, non esiste altra strada.”, è pronunciata pensando ai soliti riti elettorali, non è certo la più sicura nei risultati, ne la più rapida, ne la sola democratica. Il rischio che il risultato ci offra un nuovo Parlamento con una qualità media di poco migliore di questo, è molto alto. Con i soliti tempi decisionali eterni per arrivare a qualche riforma di compromesso al ribasso con influenze vaticane garantite.
La via maestra sta nell’esercizio, da parte del Popolo Sovrano, non schegge o frange più o meno piccole che recitano l’enunciato dell’articolo uno, ma dal Popolo Unito e quindi realmente Sovrano, della Democrazia Diretta che la Costituzione offre alla Cittadinanza all’articolo 71 “Proposta di legge di iniziativa popolare”. Un decalogo di proposte di legge e riforme sottoscritto come da norma da almeno 50 mila elettori e sostenuto nella forma della “Petizione Popolare” (art. 50 Cost.) dal già citato Popolo Unito e Sovrano con 15/20 milioni di firme.
Può un Parlamento Democratico ignorare un simile evento anche in assenza di espliciti obblighi nella Carta? E’ evidente che no, non possa! Ma se anche il nostro si dimostrerà capace di farlo, l’art. 40 che regola lo sciopero, consentirà alla Cittadinanza di inventarsi il “Conclave Laico” e pretendere il rispetto della Costituzione nella sua essenza, per ottenere, in tempi contenuti, riforme e leggi attese da decenni, predefinite dalla Libera Società Civile e non da compromessi al ribasso.
La sempre consistente partecipazione della Cittadinanza ad ogni sorta di manifestazione, riti che si ripetono sempre più frequentemente, i recenti successi di partecipazione referendaria, fanno raginevolmente ritenere che quanto suggerito sia alla reale portata di un Popolo che vuole ritrovare nell’impegno diretto per la salvaguardia della qualità della Democrazia, la propria dignità smarrita.
se vuoi sapere se una persona è un delinquente controlla che frequenta. se i suoi amici sono delinquenti, al 99,99%, lo è anche lui.
questo è il caso di berlusconi silvio.
dare corpo alla idea di “rivoluzione”, di qualche tempo fa, espressa da Sandra Bonsanti. solo la società civile, noi tutti, possiamo liberare i palazzi del potere da delinquenti, lenoni e puttani/e.
Un grazie infinito a Zagrebelsky che ha saputo dare voce alle nostre preoccupazioni e al nostro disagio.
Domenica penso che tutti, me compreso siamo caduti nel solito errore: delegare chiedendo al Dott. Gustavo Zagrebelsky di illuminarci, rappresentarci, farsi carico dei nostri e sicuramente gia’ suoi malumori rispetto all’attuale situazione politica italiana.
Cosa ci aspettavamo?
Esco da questa 3 giorni con un appagamento umano/culturale bellissimo, ma con l’idea che quella non fosse la sede opportuna per cercare chiarificazioni profetiche…
Cercando di dar risposta ai nostri problemi, il Dott. Zagrebelsky parla di questo stallo politico/economico/amministrativo, ipotizzando un totale ISOLAMENTO INTERNAZIONALE e questo mi destabilizza ancor di più!
“SE MI CHIEDETE SE LA DEMOCRAZIA ABBIA UN AVVENIRE E QUALE SIA, POSTO CHE L’ABBIA, VI RISPONDO TRANQUILLAMENTE CHE NON LO SO”
(Norberto Bobbio)
“… è in gioco la qualità della nostra democrazia…”, dice Zagrebelsky. E credo che l’espressione non sia felice.
Vorrei citare Maurizio Viroli che, ne La libertà dei servi (Laterza), scrive che «… l’Italia non è una democrazia ma una “Repubblica democratica”, come recita appunto l’articolo 1 della Costituzione. La differenza è di sostanza ed ha riflessi importanti sui comportamenti politici. La parola “democrazia” evoca oggi – e la corte non perde occasione per rafforzare questa convinzione – l’idea del popolo sovrano e onnipotente, signore delle leggi e della giustizia. Repubblica vuol dire invece popolo sovrano limitato dalla Costituzione: con il potere di fare le leggi per mezzo di rappresentanti, ma non onnipotente e servo delle leggi. Una corretta idea di che cos’è l’Italia, secondo la Costituzione, mette al riparo dal potere illimitato, non importa se di un uomo, di pochi o del popolo.»
Purtroppo a distanza di sessant’anni circa dalla fondazione della Repubblica di cui siamo cittadini e della codificazione di una delle più belle costituzioni che ne regolano la vita,passata la sbornia della cultura neorealista durata qualche decennio e scoperti gli effetti del benessere virtuale dispensato dal tubo catodico,entrato nel frattempo di prepotenza nelle nostre case,la media borghesia italiana ha trovato alimento alle sue speranze di sempre ed al suo rapporto esistenziale con questo Paese,nella “dolce vita” e in “Via col vento”. Ha smesso perciò di tenere desta nei suoi figli la memoria della ragione profonda della nascita della nostra Repubblica, riassunta nel MAI PIU’ gridato alto e forte insieme ad un popolo ridotto alla miseria dopo un ventennio di bugie,di perdita della libertà,all’indomani della sua tragica conclusione tra miserie,lutti e distruzioni.
Purtroppo essa non c’è più e quella rimasta è in gran numero accasata o risucchiata dalla tromba d’aria che si muove nei luoghi più o meno visibili della politica che non ha tempo da perdere con la democrazia.
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“MA E’ IN GIOCO LA QUALITA’ DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA E SONO CONVINTO CHE CI SIA BISOGNO DI REAGIRE”
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Presidente Zagrebelsky,
sono in sintonia con la Sua convinzione, ma quando si parla di “bisogno di reagire” occorre determinare la direzione della nostra reazione. Non e’ possibile, infatti, seguire una terapia senza aver prima determinato la diagnosi della problematica.
Purtroppo – proprio a livello di diagnosi – Lei si riferisce alla “qualità” della nostra Democrazia, di una Democrazia, cioè, che non esiste e non e’ mai esistita. E, del tutto francamente, a me torna assai difficile – da questo punto in poi – seguirLa in una qualsivoglia terapia di un malato inesistente.
Quella a cui spesso ci riferiamo come ‘nostra Democrazia’ abbisogna di due precisazioni:
- 1. ‘Nostra’ di CHI? Che io abbia appreso dalla Storia, ci sono sempre state, in seno all’Umanità, due classi sociali che io appellerò con un solo termine declinato nella sua forma attiva ed in quella passiva: parassiti e parassitati. Suppongo – ma soltanto suppongo – che Lei con ‘nostra’ si riferisca alla Democrazia ‘di noi parassitati’, nel qual caso bisogna subito chiarire, appunto, che noi parassitati NON abbiamo mai avuto una Democrazia ‘nostra’ per il semplice fatto che – non essendo mai stati ‘Cittadini’ ma solo ‘sudditi’ e ‘servi’ – non abbiamo mai avuto la possibilità di esprimere una Democrazia. Non possiamo quindi parlare – e addirittura preoccuparci – della ‘qualità’ di qualcosa che NON possediamo e non abbiamo MAI posseduto.
- 2. ‘Democrazia’. La Democrazia a cui ci riferiamo quando ci esprimiamo in termini di ‘nostra Democrazia’ appartiene, di fatto, alla classe sociale dei ‘parassiti’ i quali, in tutta verità, – e lo si può osservare con assoluta chiarezza nel presente contesto politico Italiano – NON operano per nulla una loro Democrazia, ma una Dittatura travestita da Democrazia. Lo hanno fatto questo mestiere sin dalla caduta del Fascismo e continuano a farlo ancora oggi alla luce del sole – e con crescente arroganza – comprando i voti di noi ‘parassitati’ con il popolare ‘piatto di lenticchie’. E spesso con nemmeno questo, ma solo con le minacce mafiose, con le manipolazioni televisive o un posto in Paradiso.
NON, quindi, di una fantomatica ‘qualità’ della Democrazia dobbiamo parlare, ma di come noi ‘parassitati’ possiamo diventare ‘Cittadini’ ed avere – finalmente!!! – la nostra Democrazia. Diventare CITTADINI, Presidente Zagrebelsky, e’ il nostro problema alla cui soluzione dobbiamo dedicare tutte le nostre energie. Conseguire quella COSCIENZA CIVICA che ci fa Cittadini e’ la sfida che dobbiamo trovare la determinazione di affrontare e superare. La Storia sembra venirci incontro: avvalendoci, infatti, delle moderne tecnologie della Comunicazione noi possiamo lanciare una grande Rivoluzione Culturale mirata alla formazione di quella COSCIENZA CIVICA che e’ il magico COLLANTE per Essere un Popolo finalmente SOVRANO.
Finalmente artefici diretti del nostro destino!
Con stima e grande speranza,
jb Mirabile-caruso.
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NON SI NASCE CON IL DIRITTO DI VOTO. LO SI ACQUISISCE CONSEGUENDO LA MATURITA CIVICA NECESSARIA
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la qualità di una democrazia e definita dalla qualità del opposizione, questa opposizione fa caccare e si deve dimettere.