Libertà e uguaglianza nel pensiero moderno e contemporaneo. Al via la scuola di Poppi

16 Set 2011

Nel castello dei conti Guidi che ospitò Dante, filosofi della politica, storici, antropologi e costituzionalisti fanno il punto sulla storia del pensiero politico e sulla tradizione democratica che considera libertà e uguaglianza elementi fondativi della più moderna forma di Stato. Dal 16 al 18 settembre con Marco Revelli e Franco Sbarberi, Nadia Urbinati e Alessandro Ferrara, Gustavo Zagrebelsky, Amalia Signorelli e Salavatore Veca,per la scuola di LeG. Le foto

Cosa rappresentano Libertà e Uguaglianza per la democrazia? Valori inseparabili, detto con Russeau, “la libertà, perché ogni dipendenza particolare è altrettanta forza tolta al corpo dello stato; l’eguaglianza, perché la libertà non può sussistere senza di essa”. Per Tocqueville vi è “un punto estremo in cui eguaglianza e libertà si toccano e si confondono”. Ciò accade quando tutti i cittadini hannol’eguale libertà di concorrere al governo della cosa pubblica, e vi partecipano in maniera effettiva.

A Poppi, nell’aretino, nel castello dei conti Guidi che ospitò Dante, filosofi della politica, storici, antropologi e costituzionalisti fanno il punto sulla storia del pensiero politico e sulla tradizione democratica che considera libertà e uguaglianza elementi fondativi della più moderna forma di Stato. Da oggi a domenica 18 settembre, Marco Revelli e Franco Sbarberi, Nadia Urbinati e Alessandro Ferrara, Gustavo Zagrebelsky, Amalia Signorelli e Salavatore Veca, tra gli altri, si ritrovano per la scuola politica di Libertà e Giustizia, l’undicesima nella storia dell’associazione.
Tre intense giornate di lavoro, per per una ricognizione critica non solo delle convergenze storico-teoriche ma anche dei punti di tensione che sono emersi fra libertà ed eguaglianza. Cosa c’è di più attuale che indagare le origini dei pilastri della democrazia in un momento in cui diritti, risorse e beni sono tornati ad essere privilegio di pochi? Perché l’universo femminile continua a essere pesantemente sacrificato? Come si è potuti arrivare fino a questo punto? Non resta che guardare indietro con l’aiuto degli studiosi, per scovare errori e punti da cui ripartire, per recuperare quell’“ethos dell’eguaglianza” che può ispirare ancora politiche emancipative.

Qui tutte le informazioni sulla scuola, il programma e i docenti.

Il mio diritto non è un credito,
è un rapporto da misurare col diritto e le aspettative degli altri
ed è misurabile con lo spazio di libertà, di autodeterminazione
che dà non solo a me ma anche a quelli cui riesco a pensare”.
Vittorio Foa

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