Eco, anatema contro il governo: “Una barbarie colpire la cultura”

14 Set 2011

Violenta requisitoria contro i tagli all’istruzione, e in particolare a quella umanistica: “Scuola e università sono centri dove si insegna a criticare. Ecco perché stanno cercando di ucciderle”

“La politica in atto, che deprime finanziariamente le facoltà umanistiche, mette in questione l’interdisciplinarietà dei saperi: è una nuova forma di barbarie e di dipendenza coloniale da altre culture e paesi. Non solo a livello produttivo, ma anche dal punto di vista creativo”. Ad lanciare l’anatema contro il governo, in difesa della cultura, è Umberto Eco in persona, intervenuto ad un seminario all’Università di Bologna.

Eco lancia poi una provocazione: si parla tanto, dice, dei poteri forti. Che certamente sono identificabili nella televisione e nella radio (“Qualche giorno fa ho visto il film ‘Silvio Forever’ su La7“, rivela): “Ma sono anche – avverte – le scuole e le università. Sono centri dove si insegnano punti di vista, e dove si insegna poi a criticare quei punti di vista. Ecco perché si sta cercando di uccidere le facoltà umanistiche, mentre bisognerebbe umanizzare ancora di più quelle scientifiche”

Nel suo intervento, Eco ha parlato poi dei due diversi modelli di formazione, solo in apparenza non comunicanti: quello umanista e quello scientifico. E ha più volte sottolineato come i filosofi e gli uomini di lettere siano indispensabili nelle scienze esatte, soprattutto per la vena creativa e per la capacità di cogliere tutte le potenzialità della tecnologia.

Per dimostrare che il sapere umanistico oggi è ancora fondamentale per la scienza, Eco ricorda che proprio un

gruppo di scienziati dell’Università di Bologna ha riscoperto qualche mese fa l’importanza dell’opera di un filosofo del 1600, il “Mundus subterraneus” di Attanasio Kircher. Tanto che l’opera in questione è stata rieditata dal Dipartimento di Scienze della Terra.

“Oggi ci si lamenta dei troppi iscritti alle facoltà umanistiche, sostenendo che si dovrebbe disincentivare l’accesso a quelle umanistiche e spronare invece le iscrizioni a Geologia  – spiega Eco –. Avere altri insegnanti precari di filosofia non interessa a nessuno. Credo però che un buon filosofo sia ancora importante per un geologo”.

“Nella società odierna – ha concluso – i due saperi, quello umanistico e quello scientifico, sono ugualmente importanti. E’ chiaro, però, che gli umanisti vanno anche usati bene. Se Bush avesse saputo usare gli storici non si sarebbe impantanato in Afghanistan. Così come Hitler: se avesse letto due libri, avrebbe capito che non ce l’avrebbe mai fatta ad arrivare a Mosca prima dell’inverno”.

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