Berlusconi all’Europa: “Commissariatemi”

13 Set 2011

Dopo le invettive contro opposizione e giudici, si rivolge direttamente al parlamento europeo: “se mi date indicazioni, sarei felice. Sarei felice di aumentare l’età per andare in pensione perché obbligato, mentre ora siamo in grandi difficoltà, perché se aumentiamo l’età perdiamo voti”

La galoppata europea del Cavaliere, oltre all’evidente imbarazzo dei suoi interlocutori, ci ha regalato una perla degna di comparire sotto il titolo “incredibile ma vero”. Dunque, deciso a smentire i sospetti di fuga dai magistrati napoletani, Berlusconi si è prodotto nell’ennesima replica delle consuete invettive contro l’opposizione parlamentare, i giudici e chiunque altro gli metta i bastoni tra le ruote. E poi ha aggiunto: se l’Europa “decidesse di dare indicazioni” sulle pensioni “i governi sarebbero felici di aumentare l’età per andare in pensione perché obbligati, mentre ora sono in grandi difficoltà perché se aumentano l’età perdono voti”.

Avete capito bene: il nostro premier chiede di essere “obbligato”, con buona pace dei giuristi che avevano cominciato a tormentarsi sul fatto che l’ingerenza europea nelle politiche nazionali, per quanto giustificata, non fosse proprio in linea con la democrazia di cui tanto ci riempiamo la bocca. Stiano pure tranquilli. Berlusconi vuole essere commissariato, e con la spudoratezza che lo contraddistingue non esita a dirlo in pubblico.

Inoltre, ammette candidamente che la politica serve a costruirsi consenso, non altro. Il bene del paese? Il futuro dei giovani? La giustizia sociale? Balle: l’unica cosa che conta è non scontentare i propri elettori, e gli altri si arrangino. Intendiamoci: il consenso è sempre in cima ai pensieri di un uomo politico. Ma un buon politico persegue un progetto e ne usa la buona riuscita per convincere gli elettori delle proprie ragioni. Non Berlusconi, per il quale l’unico obiettivo è restare a Palazzo Chigi altrimenti rischierebbe di affogare nel mare dei suoi guai giudiziari. Tuttavia l’inevitabile corollario del suo ragionamento è un altro: se i governi politici non sono in grado di governare un fase difficile, dove può essere necessario rischiare l’impopolarità (Silvio dixit), allora è meglio scegliere un governo tecnico, o istituzionale o di salvezza nazionale, che sappia fare quel che deve essere fatto. Elementare.

Infine, chissà che ne dirà Bossi. In fin dei conti il Cavaliere è andato a implorare aiuto all’estero anche per battere la Lega. Concorda, il capo del Carroccio? E i suoi elettori che cosa ne penseranno? E’ un pezzo, ormai, che i leghisti non ne possono più di Berlusconi e della sua corte dei miracoli. Speriamo che questo scivolone colmi la misura della loro pazienza.

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