il Paese da salvare

06 Set 2011

Ezio Mauro

CON UN gesto inconsueto ma ormai assolutamente necessario, il Presidente della Repubblica ieri ha preso direttamente in mano la gestione della crisi economica e finanziaria, chiedendo una forte e immediata correzione della manovra in modo da recuperare la fiducia dei mercati e dell’Europa, salvando il Paese che sta precipitando.

CON UN gesto inconsueto ma ormai assolutamente necessario, il Presidente della Repubblica ieri ha preso direttamente in mano la gestione della crisi economica e finanziaria, chiedendo una forte e immediata correzione della manovra in modo da recuperare la fiducia dei mercati e dell’Europa, salvando il Paese che sta precipitando.

È un segnale di allarme gravissimo, e un’assunzione di responsabilità al massimo livello, dopo settimane di confusione e approssimazione da parte del governo che dopo aver negato la crisi ha cambiato quattro volte la manovra, facendo ogni volta retromarcia davanti alle proteste delle categorie e alle divisioni della maggioranza. Ora non c’è più spazio per trucchi contabili e furbizie politiche. La linea è tracciata direttamente dal Quirinale, che chiede non solo che la manovra sia approvata subito senza “pregiudiziali insostenibili”, ma che venga immediatamente rafforzata  –  già al Senato  –  nell'”efficacia” e nella “credibilità”.

Napolitano si è mosso dopo il crollo di Borsa di ieri, ma soprattutto dopo l’impennata degli spread, che ha letto apertamente come “un segnale di persistente difficoltà a recuperare fiducia”. Una fiducia dissipata in mesi di strategia contradditoria, di misure estemporanee, di guida politica incerta e inconsistente. Il recupero di fiducia, dice il Capo dello Stato al governo, all’opposizione e al Paese “è indispensabile e urgente”.

Proprio per questo, non ci sono più alibi. Il governo corregga la manovra secondo le indicazioni del Quirinale, al più presto. E Berlusconi compia finalmente un atto di responsabilità, annunciando fin d’ora che dopo l’approvazione della manovra si dimetterà perché ha dimostrato di non saper fronteggiare la crisi. Lasciando il campo libero a un governo di salvezza nazionale che regga l’emergenza preparando le elezioni.

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