Manovra: sgombrate il campo!

31 Ago 2011

E’ proprio vero che spesso la realtà supera la fantasia: era facile previsione quella di aspettarsi grande tumulto nel governo di fronte alle immaginabili reazioni dei soggetti colpiti dall’ultima versione della manovra economica. Ma la velocità con cui tutto ciò sta accadendo ha dell’incredibile

Manovra: i conti non tornano//E’ proprio vero che spesso la realtà supera la fantasia: era facile previsione quella di aspettarsi grande tumulto nel governo di fronte alle immaginabili reazioni dei soggetti colpiti dall’ultima versione della manovra economica. Ma la velocità con cui tutto ciò sta accadendo ha dell’incredibile. Tanto da spiazzare perfino alcuni degli attori sulla scena. Per esempio la commissione del Senato che sta tenendo le sue audizioni in vista dell’approdo in aula del provvedimento. Su che cosa i senatori interrogano i loro autorevoli interlocutori? Sul testo presentato a Palazzo Madama e già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale? O su quello comparso sui giornali e strombazzato dal trio Berlusconi-Bossi-Tremonti, gongolanti per l’accordo raggiunto tra di loro? E’ chiaro che Ignazio Visco, vicedirettore della Banca d’Italia, non può commentare i giornali. Perciò parla della manovra prima versione, cioè di una cosa che non c’è più. Così come la Corte dei Conti.

Situazione surreale. Forse il Senato dovrebbe fermarsi e aspettare che il governo partorisca il testo definitivo, ma chissà quando questo avverrà. Il che fa a pugni con l’urgenza della situazione. E riporta in primo piano la plateale inadeguatezza del governo, che fa rimpiangere perfino i giorni peggiori dell’ultimo esecutivo Prodi.

Dunque, Berlusconi e Bossi, terrorizzati dal calo di consensi, non vogliono aumentare le tasse e non vogliono neppure diminuire le spese. O meglio: farebbero entrambe le cose se riuscissero a presentarle in modo tale da far credere alle loro vittime che non subiranno alcun danno. Ma questo giochino da prestigiatori non funziona più. E allora dicono e poi, al primo strillo di protesta, disdicono.

Pensavano che i pensionandi, di fronte allo scippo degli anni di laurea e/o di servizio militare, stessero zitti e buoni? Pensavano che le cooperative fossero solo rosse e non anche bianchissime come quelle che fanno capo a Comunione e Liberazione? Se fosse così si dovrebbe dubitare della loro capacità intellettiva. Speravano che i loro bersagli fossero distratti? Ma via.

Le scelte difficili, quando devono essere fatte come in questo caso, richiedono un’attenta ponderazione preventiva. Poi però, quando si è deciso, bisogna difendere la decisione presa. Se non se ne è capaci è meglio sgombrare il campo. E lasciare spazio a qualcuno che sappia ripartire i sacrifici necessari tra tutti, in proporzione alle loro possibilità. Qualcuno che, soprattutto, abbia l’autorevolezza e la credibilità necessarie per farlo.

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