La TAV in Val di Susa

07 Lug 2011

Dopo i violenti scontri dei giorni scorsi tra i No-Tav e le forze dell’ordine, molti ci chiedono un commento sull’argomento. Interviene Luciano Meineri, ingegnere e socio bolognese di LeG

Dopo la manifestazione di domenica scorsa in Val di Susa, contro la linea TAV, sono apparsi sui giornali molti articoli e molti servizi sono stati trasmessi sui canali televisivi e radiofonici, però il nocciolo della questione, cioè se un’opera faraonica di questo tipo, e in quella valle, si giustifichi o meno sul piano tecnico-economico, ecologico e su quello dello sviluppo, non è stata per nulla trattato, se non in qualche sporadico caso.

Ed è, invece, proprio sulla questione di merito che Libertà e Giustizia chiede lumi e vuole sapere, per poter esprimere un giudizio non ideologico e non prevenuto su quest’opera che ha dato origine a una resistenza tanto decisa e tanto persistente da parte dei “Valsusini”.

Allora cerchiamo di capire, con calma e razionalità, come stanno le cose sulla base delle, purtroppo, scarse informazioni e dei dati pubblicati in quei pochi interventi di merito che sono stati fatti sui media.

Anzitutto gli aspetti economici dell’opera, cioè i costi che si dovranno sostenere e i benefici che ci si aspetta dalla sua realizzazione. Il costo oggi preventivato ( però in base alle passate esperienze si sa che tali costi poi lievitano di 3 o 4 o anche più volte) è di 22 miliardi di euro (cifra enorme – superiore al costo preventivato del ponte sullo Stretto di Messina – di cui soltanto la minima parte (circa 600 milioni) verrebbe dall’Europa e tutto il resto sarebbe a carico del contribuente presente e… futuro). I benefici attesi sono nella capacità di trasporto della linea, destinata a sopperire alla saturazione della linea esistente e nell’alta velocità ma questo, alla luce dei rilievi e delle valutazioni che sono stati fatti da autorevoli tecnici indipendenti (docenti universitari che hanno analizzato il progetto) appare infondato in quanto negli ultimi anni sulla linea esistente vi è stata una continua diminuzione sia del traffico merci che del traffico passeggeri, che si è nell’ultimo decennio addirittura dimezzato, passando da circa 1.400.000 passeggeri annui a circa 750.000; quanto al traffico merci la linea attuale risulterebbe avere una capacità, oggi come oggi, dieci volte superiore a quella verificatasi nell’ultimo anno!

Da notizie apparse proprio in questi giorni su alcuni giornali risulterebbe inoltre che, tra gli altri, anche la Corte dei Conti abbia valutato inutile e antieconomica quest’opera; pare anzi che la Corte abbia anche espresso un giudizio di iniquità in quanto i suoi costi andrebbero a gravare in maniera eccessiva e insopportabile sulle future generazioni.

Veniamo ora a considerare gli aspetti ecologici. Qui, sempre gli esperti, valutano che i volumi di inquinamento prodotti dai cantieri e dal movimento di camion nella valle (si valuta un milione di viaggi/camion) per smaltire l’enorme volume del materiale di scavo non sarebbe mai compensato dalla riduzione d’inquinamento prodotta dal trasferimento su rotaia di una parte del trasporto merci che percorre la valle.

Poi, naturalmente, occorre considerare la sistemazione e il trattamento del materiale di scavo, che sarà costituito da rocce con presenza di amianto e uranio (minerali che si considerano sicuramente presenti), l’intercettazione e la derivazione delle falde acquifere presenti lungo il tracciato delle gallerie, ecc; e su questo non v’è compensazione.

Ultimo tema importante da considerare è quello dell’occupazione di personale per la realizzazione e la gestione dell’opera. Ma qui appare evidente a chiunque abbia un minimo di conoscenza di questi temi che la stessa enorme cifra di denaro, se spesa in parte per opere di ammodernamento, miglioramento e manutenzione della linea esistente e per il resto per il   miglioramento della infrastruttura ferroviaria nazionale genererebbe una quantità di posti di lavoro, tra l’altro stabili e non temporanei come quelli della linea TAV, enormemente superiore.

Ma forse tutto quanto detto sopra è inesatto e può essere smentito o rettificato; benissimo. Vorremmo però che chi ha deciso di rendere operativo questo progetto (il governo e alcuni politici locali favorevoli alla TAV) si facesse avanti e, anziché spendere tante inutili e squalificate parole per demonizzare i Valsusini e chi altri si oppone a quest’opera faraonica, ci fornisse, appunto, le controdeduzioni necessarie per smentire tutto il nostro argomentare.

Non ci sembra di chiedere più di quanto degli amministratori democratici, capaci e onesti della cosa pubblica dovrebbero dire e dovrebbero fare.

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