Un Paese stanco e logorato, rassegnato a un destino di decadenza culturale e materiale. Un Paese senza futuro, troppo vecchio per partorire qualcosa di nuovo e troppo infantile per capire che deve finalmente voltar pagina.
All’indomani delle elezioni amministrative e dei referendum la classe dirigente è arenata, e il governo ha una vera maggioranza soltanto nelle dichiarazioni dei suoi sostenitori. Forse l’Italia è destinata al collasso o forse no. Nessuno lo sa veramente, tutti lo temono, nessuno corre ai ripari.
Il cittadino comune si sente sospeso sull’orlo di un fallimento inevitabile come i rifiuti di Napoli.
Nessuno sa da dove si debba e si possa ripartire. Nella maggioranza l’occupazione principale è quella di misurare le proprie personali convenienze: quanto resistere a fianco del Cavaliere, quanto cominciare a separarsene e per andare dove.
Berlusconi e Tremonti si alleano nella scelta di allontanare il calice amaro a un tempo abbastanza lontano e imprevedibile, comunque il tempo degli altri.
L’opposizione vive un momento cruciale: protesta per la manovra sbagliata nei contenuti e nei tempi, dannosa. Gli italiani capiranno di chi sono le responsabilità? Bersani, Vendola, Di Pietro, e Casini sanno molto bene di essere tenuti sotto osservazione dai cittadini elettori in vista di scelte future. E sanno anche che i voti referendari non sono affatto trasferibili su elezioni politiche: che, comunque, non si sa quando saranno e con quale legge elettorale andremo a votare. La sensazione è che nessuna forza politica voglia veramente affossare il Porcellum che dà ai dirigenti la possibilità di continuare a distribuire il potere secondo il proprio interesse.
Adesso l’opposizione guarda con curiosità alla società civile, a quell’insieme di movimenti, comitati, associazioni, cittadini attivi che sono stati il motore del vento di cambiamento che ha caratterizzato la primavera appena passata. Sembra convinta che qualcosa di utile potrebbe arrivare da quella parte: dalla parte cioè che in questi anni ha silenziosamente lavorato sul territorio che era stato abbandonato proprio dalla politica e che ha cercato di fare da ponte tra la società e quei partiti ritenuti essenziali al funzionamento delle istituzioni ma anche giudicati al di sotto di ogni aspettativa quanto a proposte utili a sconfiggere il berlusconismo e quanto a strategia di opposizione in Parlamento.
E’ interessante che il discorso di Bersani alla direzione abbia affrontato questo tema, è interessante che si discuta oggi apertamente su come recuperare l’impegno referendario, il vento di cambiamento che è cominciato a soffiare all’inizio di febbraio col Palasharp di Eco, Saviano e Zagrebelsky e con le manifestazioni delle donne per culminare con il successo alle amministrative e ai referendum.
Un patrimonio da non disperdere: ma da dove cominciare e chi deve fare il primo gesto e come?
Cerchiamo di riassumere alcune (poche) delle questioni che certamente stanno a cuore al complesso arcipelago della società civile.
C’è prima di tutto una questione di priorità: la costruzione di una cultura politica che sia diametralmente opposta a quella di Berlusconi. Trasparenza e legalità innanzitutto, ma anche autorevolezza e non populismo, Costituzione e diritti, autonomia della magistratura, uguaglianza, bene pubblico e libera e completa informazione.
Con la parola “diritti” intendiamo la cura di tutto ciò che oggi è vilipeso e deriso: dei più deboli perché migranti in cerca di una patria o perché disoccupati o precari senza speranza. Intendiamo gli studenti senza istruzione e le donne e una visione laica della vita. Su tutte queste cose il popolo dei movimenti chiede impegni chiari e non sotterfugi, severità e rigore. Qui siamo davvero alla premessa. Senza la condivisione ferma e rigorosa di questi principi non c’è nemmeno inizio di discussione. Tutto questo non basta però a formare il cuore di un progetto di governo, ne forma l’ispirazione concreta. Ne è un riferimento preciso e riguarda il voltar pagina da ciò che abbiamo vissuto in questi anni.
C’è poi il problema di un generale e profondo cambiamento: esso riguarda sia la dirigenza delle forze politiche, e dunque dei partiti in quanto tali, sia la composizione delle liste elettorali e dunque dei nostri rappresentanti alla Camera e al Senato. E’ un discorso delicato ma anche non rinviabile e la società civile ne sta già discutendo in cerca di proposte e soluzioni. Riguarda infatti l’essenza stessa della forma dei partiti, non solo se debbano essere “pesanti” o “leggeri”, ma il loro ruolo, gli obiettivi a cui devono rispondere. I tempi sono cambiati, probabilmente oggi nessuno più penserebbe di rifare la vecchia Dc o il vecchio Pci, anche se ad essi si guarda spesso con nostalgia che forse non meritano.
E’ una domanda che ci coinvolge tutti: quali partiti vogliamo, quali dirigenti, quali istituzioni? Quale legge elettorale?
Credo che questa volta la società civile dovrà valutare bene il grado di coinvolgimento in una sfida dalla quale dipenderà la sorte di questo Paese. Ma qualunque impegno diverso dal passato dovrà sempre rispondere, a mio avviso, a due principi: di salvaguardare la propria autonomia e non chiedere nulla per sé (ma tutto per tutti, secondo la lezione di Zagrebelsky). Si entra in una terra abbastanza inesplorata, che va oltre la composizione delle liste e dei programmi.
Intanto, la prima scelta da fare potrebbe essere la seguente: la società civile dovrebbe lavorare da sola, aprendo propri tavoli di ricerca e di proposte di personalità (da candidare poi in liste proprie o da “offrire” ai partiti affinché le inseriscano nelle loro)?
Oppure: dovrebbe chiedere da subito ai partiti a cui è interessata di non decidere in solitudine ma di aprire il loro tavolo decisionale anche alla società civile? Marciamo insieme o marciamo separati?
Ricordo una importante esperienza di “democrazia partecipata” che ebbe luogo a Firenze nei primi anni novanta quando si trattava di scegliere un candidato sindaco e i partiti erano messi male anzi malissimo: un certo numero di garanti (cittadini al di sopra di ogni sospetto e che non correvano in proprio) “ascoltarono” tutta la città: i partiti, i sindacati, le organizzazioni di volontariato, le associazioni. La scelta di Mario Primicerio fu dunque frutto di una consultazione ampia, disinteressata e vincente.
E’ una via: la società civile non ha candidati “suoi” ma diventa lo strumento per individuare i candidati della comunità.
Un’altra sarebbe se improvvisamente ci trovassimo a disposizione personalità straordinarie per competenza e moralità (e consenzienti) da “offrire” o cercare di imporre ai partiti (sia come candidati in Parlamento che come candidati premier) oppure da sostenere autonomamente o con liste civiche.
Potremo discutere le forme migliori per questa nuova sfida: come partecipare alla ricostruzione del paese in maniera vincente, generosa, lungimirante. Come prendere in mano il destino del nostro paese senza chiedere nulla per noi. Come poter contare e pesare senza pretendere il potere.
Come fare la nostra rivoluzione mite, trovando la forza di cambiare tutto, a cominciare da noi stessi.
Presidente, la prima che hai detto!
Il pericolo è che dopo le elezioni di Milano e Napoli e dopo i referendum le aperture alla società civile siano un passo obbligato, senza troppa convinzione. Vedremo.
Penso che siano necessari contatti con i partiti di centrosinistra e soprattutto con il PD per capire cosa intendono fare e se alle parole seguiranno comportamenti concreti. Per esempio, cosa intende Bersani quando dice che il PD deve mettersi al servizio della riscossa civica. E’ un ottimo segnale ma è solo un inizio.
Ai partiti bisogna far capire che la misura è colma e che non si può più pensare di far politica come hanno fatto fino ad oggi.
Devono capire – e comportarsi di conseguenza – che la questione dell’etica e della legalità è la questione dei diritti costituzionali di giustizia sociale.
Devono capire, se non vogliono essere travolti dall’antipolitica, che i cittadini non accettano più un sistema in cui i ricchi vivono alle spalle dei poveri che sopportano la maggior parte del carico fiscale mentre l’evasione è alle stelle. Che sono stati il malaffare e la corruzione a provocare un debito pubblico che paralizza lo stato sociale.
Appena possibile bisogna parlare con i partiti, capire e poi decidere cosa fare.
Per tutte le ragioni espresse dalla Presidente e per altre ancora, io credo che tutti i movimenti e le associazioni dovrebbero aprire un grande dibattito senza perdere un minuto, allo scopo di esprimere un candidato della società civile alle primarie del centro sinistra, che nel frattempo vanno chieste e rese possibili. Un candidato che possa essere per il Paese quello che Pisapia è stato per Milano.
Naturalmente un candidato deve essere associato a un programma: ma i candidati di società civile difficilmente si candidano da sé, senza un sostegno calorso ed entusiastico da parte della base.
Da voci girate sul web si sa che gira la candidatura di Concita De Gregorio, che anch’io ho salutato con estremo interesse. Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensano i simpatizzanti della nostra associazione. Manderò alla nostra Presidente la lettera aperta che le avevo scritto, che pur non essendo stata pubblicata sull’Unità è girata sul web – per il caso le sembri opportuno pubbblicarla anche in questo sito. Comunque la cosa importante, a mio patrere, è che una candidatura capace di suscitare larghissimi consensi venga discussa ed espressa, il prima possibile, dalla società civile, e il dibattito sia concretamente orientato in questo senso. Senza di che si arriverà troppo tardi all’appuntamento con la svolta vera, o non essendo i partiti pronti, sarà rinviata all’infinito.
Roberta De Monticelli
Penso che “la società civile diventa lo strumento per individuare i candidati della comunità”. E su questo può fare molto.
Quello che a me pare urgente è precisamente che la società civile esprima una candidatura alle primarie del centro sinistra capace di essere per il Paese quello che Pisapia è stato per Milano. Dunque deve avere la possibilità di un sostegno vasto ed entusiastico. Natutralemente anche il programma è importante. Insomma io credo che ciò che tutte le associazioni debbano fare è unire le forze per promuovere un vasto ma concreto dibattito, orientato appunto a questo scopo: una candidatura veramente forte e capace di unire anche le forze dell’opposizione, ma senza soggiacere agli egoismi di partito. Altrimenti o arriveremo alla scadenza impreparati, o subiremo un rinvio sine die della vera svolta, perché impreparati sono i partiti.
Pr questa ragione ho scritto una lettera aperta a Concita De Gregorio perché si candidi, esponendole brevemente le mie ragioni (ne ha parlato “Il fatto quotidiano” qualche giorno fa). La lettera è già girata sul web: l’ho mandata anche alla nostra Presidente, per il caso che intenda renderla nota anche in questa Associazione. In ogni caso, l’importante è semplicemente che il dibattito parta, e che una candidatura forte, convincente, popolare e capace di unire ne emerga.
Altre associazioni inoltre (ad esempio quelli di Micromega, i girotondini ecc.) stanno lavorando a tener vivo il movimento – la stessa De Gregorio, all’Università di Barcellona, parlerà pubblicamente della crisi delle rappresentanze politiche tradizionali, cioè partitiche. La nostra speranza dipende anche dalla nostra capacità di non sottolineare rivalità o creare esclusioni, ma informarsi reciprocamente e sintonizzare le azioni.
Roberta De Monticelli
Roberta De Monticelli
Cara Sandra, su di un punto nella tua analisi credo tutti debbano soffermarsi: l’eventuale tramonto del berlusconismo (e del bossismo) non significa da noi la fine del populismo (e del localismo). Tutt’altro. Per questo i partiti del cx farebbero bene a capire che non ci sarà automatico travaso di voti:ma capirlo è affar loro. Per quanto riguarda le associazioni, queste vivono o muoiono in base al sistema elettorale di cui si dota una paese:il porcellum azzera qualsiasi ruolo attivo, riducendo il cittadino a plebe, ma urge chiarire altrettanto che volere un ritorno al proporzionale, seppure sul modello tedesco con adattamenti “all’italiana” (sogno dei centristi ma segretamente ambito anche da altri…), e volere invece un sistema uninominale maggioritario, rappresentano due visioni diverse della democrazia. Il primo finisce per valorizzare il ruolo dei partiti, il secondo il rapporto diretto con gli elettori. Credo che per chi intende tenere viva una certa idea di democrazia (maggioritaria, tendenzialmente bipartitica e, soprattutto, “accountable”), che ahimé non fa parte della nostra storia repubblicana ma delle democrazie più avanzate sì, sia questa la battaglia prioritaria (ovviamente se si ha l’ambizione, legittima, di poter minimamente influire sui processi)…
Filippo di Robilant
caro filippo, sono d’accordo con te che le associazioni sono legate alla legge elettorale: noi infatti abbiamo bisogno di scegliere i nostri rappresentanti con i quali intessere un dialogo continuo, ferma restanmdo la loro sacrosanta autonomia da tutto e da tutti. Dunque, personalmente prediligo il ritorno al mattarellum via legge e non via referendum, se possibile. e comunque in attesa di una legge migliore, ancora più rappresentativa della volontà popolare (LeG non avrà una posizione univoca, i circoli decideranno da soli, noi daremo tutte le informazioni).
cara Roberta, grazie per il tuo importante intervento. avremo tempo di riflettere sulle tue proposte. siamo solo all’inizio anche se non possiamo andare alle calende greche.
vorrei ricordare quello che dice la Costituzione, all’art. 49. I partiti politici stanno dentro la nostra carta a stanno soprattutto dentro la nostra democrazia. E credo che bisogna discuterla bene questa cosa. Che poi i partiti siano diventati associazioni a delinquere di stampo mafioso, ci deve far riflettere sulle degenerazioni ecc. ecc., ma anche sulla possibilità di rigenerazione.
Io penso, a differenza di tutti quelli che hanno finora postato, che i movimenti, se in un certo qual modo esprimono candidati “si fanno” partiti e tendono a scivolare in quella stessa deriva. ma penso anche che i movimenti devono essere lo stimolo perchè i partiti si ossigenino, introducano in sè i mutamenti e i cambiamenti.
Non sono per l’affossamento dei partiti (qualcuno però sì, ma non lo ritengo un partito, bensì un mostruoso centro di luridi interessi) e se i partiti, o un partito sarà “fecondato” dal pensiero dei movimenti, non potrà che essere buona cosa.
Saluti.
Silvana
E’ molto interessante quanto scritto da Sandra. In realtà la chiave di tutto sta proprio qui: la posizione dei partiti nella nostra democrazia e il processo decisionale che porta alla scelta dei nostri rappresentanti. E’ vero, i partiti sono “dentro la nostra Carta”, ma la Costituzione li considera “strumenti” con cui i cittadini si “occupano DELLA Politica”, della cosa pubblica. Ora invece in Italia i partiti “occupano LA Democrazia” e considerano i cittadini quasi esclusivamente degli sponsor, dei meri sostenitori delle loro posizioni (di potere): chi ne ha di piu’ vince e puo’ comportarsi come gli pare.
Ora, è naturale che se i movimenti e la società civile si “intromettono” in questi processi rischiano di diventare dei partiti, ma potrebbero anche diventare dei partiti “migliori”, nel senso che dovrebbero avere sempre chiare le finalità che caratterizzano la loro azione attuale: “senza chiedere nulla per noi”, come dice Sandra. E’ il “come” che fa la differenza, non tanto il “cosa”.
Io ho pochissima fiducia nei partiti attuali, ormai incapaci di comportarsi come dovrebbero. Ai partiti attuali, anche molti del cx, basta anche rimanere all’opposizione: meno responsabilità e stessi interessi (economici). Ma chi glielo fa fare, di impegnarsi “senza chiedere nulla per noi” ?
Saluti
Fabio Battagion
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É UNA DOMANDA CHE CI COINVOLGE TUTTI: QUALI PARTITI VOGLIAMO, QUALI DIRIGENTI, QUALI ISTITUZIONI? QUALE LEGGE ELETTORALE?
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Signora Bonsanti,
limito questo mio commento all’ultima delle Sue domande di sopra riportate, non perché io la ritenga più importante delle altre, ma solo perché più immediata nel tempo.
La legge elettorale che noi dovremmo cercare di realizzare con il prossimo referendum dovrebbe essere quella che, più di ogni altra, riportasse i due fondamentali poteri – quello di ‘scelta’ dei candidati e quello della loro ‘elezione’ – nelle mani degli Elettori, loro detentori naturali.
Il Porcellum é stato uno ‘scippo’ ai danni di noi Elettori da parte di quei Partiti che noi abbiamo fin qui’ ingenuamente guardato come le nostre seconde case, dove spendevamo tanto del nostro tempo lavorando e sognando la realizzazione dei nostri sogni di un’Italia migliore. E sarebbe scelta assai saggia che noi – in futuro – NON ci dimenticassimo mai di questo incidente in quanto esso ci ricorda che questi Partiti autori dello ‘scippo’ sono, di fatto, i nemici mascherati della nostra Democrazia.
Non solo la nuova legge elettorale dovrebbe togliere ai Partiti l’arrogato diritto di ‘nominare’ i nostri Parlamentari, ma dovrebbe anche rimuovere da loro l’altro diritto di ‘scegliere’ i candidati, diritto questo che appartiene a noi Elettori in quanto siamo noi che scegliamo direttamente – senza intermediari – di dichiararci disponibili a ‘servire la Cosa Pubblica’, e siamo ancora noi – senza mezzani – ad eleggere un nostro Concittadino fra i tanti che si sono dichiarati disponibili a servire.
Che ai Partiti rimanga il compito, certamente importante, di coordinare, programmare ed organizzare, ma in quanto a ‘poteri’ se ne stiano alla larga! Anche perché é bene che noi ci ricordiamo che il “Potere” é una droga potentissima che va rigorosamente ‘diluita’ in microscopiche dosi omeopatiche. Appunto come la Democrazia vuole che avvenga: un granello di ‘potere’ per ogni Elettore, cosi’ che nessuno si faccia del male e diventi l’oppressore degli altri. Ogni concentrazione di Potere é nemica della Democrazia, e dovrebbe essere percio’ rigorosamente prevenuta e legalmente vietata.
Con tanta stima,
jb Mirabile-caruso.
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LA TV É LO STRUMENTO DI CHI AMBISCE A DIVENTARE PADRONE DEGLI ALTRI. LA RETE, DI CONTRO, É LO STRUMENTO DI CHI AMBISCE A DIVENTARE PADRONE DI SE STESSO.
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Sarei felice se si riuscisse a smettere di parlare di “società civile” e si tornasse a parlare di “popolo sovrano”. Ormai sono convinto che se il sistema maggioritario sia servito per liberarci dai ricatti dei “Ghino di Tacco” ma che ha prodotto un’enorme personificazione della politica che, inevitabilmente, è sfociata nella “privatizzazione” della stessa per giungere infine all’attuale legge elettorale. Mi viene da dire che si è creato un ossimoro per cui la “cosa pubblica” è divenuta una faccenda riservata ad una più o meno ristretta cerchia di professionisti che di volta in volta decide se dare ascolto ai cittadini oppure no.
Credo che la necessità ormai impellente sia che i cittadini si riapproprino dei vecchi partiti e ben venga chi propone l’ineleggibilità per più di due mandati elettorali.
Cordialmente, Maiorino.
Credo sarebbe bene viaggiare assieme ! Visto che abbiamo la possibilità di interagire in rete, potrebbe essere un modo per avvicinarci e finalmente ”parlarci”! Grazie delle belle considerazioni Sandra!
“ci siamo svegliati?”
“M….adesso ci tocca fare qualcosa”
http://espresso.repubblica.it/altan/2155191
I partiti,e questi politici non hanno più niente da dire,le parole sono finite i fatti non ci sono mai stati.Ora rimane questo rincorrere la società civile facendo proprie le istanze delle piazze e dei referendum,questo è un indice di inaffidabilità,incapacità e opportunismo da parte dei partiti e politici.
La politica non è affarismo bensì servizio,passione e non occasione lavorativa nè privilegio ed a tal proposito auspicherei una forte riduzione dei benefici perchè non è possibile avere una situazione economica nazionale così grave e dei parlamentari che percepiscono tra stipendi,vitalizi,spese di rimborso ecc.ecc. il doppio dei loro colleghi tedeschi.
Ricordo quando a piazza navona subito dopo la sconfitta della sinistra, alle elezioni del 2001, salì sul palco, gremito dei massimi dirigenti responsabili della sconfitta stessa, e prese la parola l’allora sconosciuto geografo pancho pardi, oggi parlamentare dell’idv, che fu poi incoronato, quella sera stessa, da nanni moretti, come uno dei possibili nuovi leader della sinistra.
Per chi allora era in piazza navona, fu sufficiente che un uomo parlasse un linguaggio diverso da quello a cui si era solitamente abituati e che lanciasse un chiaro messaggio di opposizione unito ad una forte richiesta di regolamentazione del conflitto d’interessi, per esser immediatamente considerato un uomo nuovo della sinistra e un possibile candidato premier; poi sappiamo come andò.
Quante volte ho ascoltato paul ginsborg o stefano rodotà che con la loro passione politica e con il loro linguaggio non paludato, quasi sempre colpivano nel segno e ti facevano dire perché non ci sono, nella politica italiana, uomini capaci ed onesti come loro.
Questo per dire che, anche se la società civile ha persone degne e più presentabili di quelle che attualmente rappresentano la sinistra, non sempre una eccellente persona corrisponde ad una eccellente candidatura politica.
Non basta essere dei galantuomini per essere poi dei buoni leader politici, poiché nell’ars politica la mediazione ed il compromesso vengono considerate le migliori qualità di un leader politico ed un galantuomo, un vero galantuomo, difficilmente potrà accondiscendere ai suoi principi ed ai suoi ideali, per ragioni di bassa cucina politica.
Ricordatevi perché un galantuomo come rodotà abbandonò la politica: gli era stato chiesto di farsi da parte per ragioni di opportunità politica in favore di un politico organico all’allora maggior partito di sinistra, lui lo fece, ma abbandonò la politica attiva.
Detto questo ed espunto dal dibattito ogni ulteriore considerazione sui sistemi elettorali (mattarellum, ungherese, spagnolo, inglese, semipresidenziale alla francese etc.) che, prescindendo da ogni preferenza che ciascuno di noi potrebbe avere, dovrebbero essere sempre approvati con il consenso di tutte le forze politiche, credo che, per riformare la politica italiana, attualmente irriformabile, sarebbe indispensabile quantomeno mettere mano a due o tre cose del tipo: non più di due mandati parlamentari, come avviene attualmente per i sindaci, ineleggibilità dei condannati in via definitiva ed incandidabilità per le persone soggette a indagini giudiziarie; in quest’ultimo caso la legge dovrebbe imporre ai partiti politici un cogente codice di comportamento che regoli le candidature, autodisciplinando i casi di non candidabilità e poi introduzione di un rimborso spese forfettario di non più di 5.000,00 euro mensili per ogni parlamentare eletto e pensione non superiore a 1.500,00 euro mensili che, credo, siano più che sufficienti per una prestazione lavorativa (sic) di due legislature, corrispondente a 10 anni di servizio, peraltro non usurante.
Una vera forza di sinistra che ritenga la politica un servizio tout court e non un modo per sistemare sé e la propria famiglia, dovrebbe porre mano subito e senza ulteriori indugi a queste piccole riforme, che poi costituiscono solo delle precondizioni della politica, in modo da far riappassionare alla politica anche coloro che ne sono usciti, disgustati.
La vittoria di pisapia e di de magistris ed i loro primi passaggi ( giunte presentabili, tagli dei rami secchi, delibere rigorose e autodisciplina dei compensi), sono diventate un po’ come quei due o tre momenti di speranza in una nuova politica che corrispondono a quei tre o quattro momenti di felicità che ti capitano nella vita; quindi, per la sinistra, sarebbe già un bel passo avanti percorrere la stessa strada che stanno percorrendo i nuovi sindaci, non solo una speranza, ma anche un fare concretamente ciò che chi ti ha votato, ha chiesto che facessi, una volta eletto.
La società civile deve intervenire dove la politica manca. Quindi: la politica non vuole cambiare l’attuale legge elettorale? Proporre una legge di iniziativa popolare. La politica non affronta il nodo irrisolto del conflitto d’interessi? Proporre una legge di iniziativa popolare.
E così via per tutte le cose storte di questo paese.
Il lavoro è lungo e impegnativo certo, ma credo che arriveremo sempre noi prima di questi incapaci, falsi, spergiuri e opportunisti. Credo che bastino un paio di obiettivi raggiunti per far capire loro che il popolo non è più tanto bue.
Perche, purtroppo, sembra che ancora non l’abbiano capito.
La prof DeMonticelli scrive cose sensate : la ( mitica , troppo mitizzata società civile – quella buona sia chiaro !! ) deve interessarsi e prepararsi alle prossime elezioni e tirare fuori nomi giusti ( alla Pisapia si intende ) …..”.naturalmente anche il programma è importante “.
Credo e spero proprio che il programma sia importante , determinante per chiedere un voto ai cittadini, altro che messo in seconda battuta, quasi fosse una inutile appendice.
Che fare per l’immigrazione , la giustizia ( si è letto proprio su L6G i balbettii di Orlando PD ), i cambiamenti alla Costituzione ( non si tocca e perchè ? La stessa Costituzione indica la possibilità delle modifiche ),
……….insomma ad oggi l’opposizione NON ha indicato nulla di concreto ( lasciamo perdere la legge elettorale , sarà brutta questa ma quale altra vuole l’opposizione e non bastano certo i referendum ).
Poi la Concita sta bene , altri nomi spero ci possono devono esserci però senza programma chiaro serio preciso e non slogan non si va da nessuna parte . Grazie RR
E no,dovranno essere loro i partiti a venirci a cercare.Noi che per anni abbiamo sofferto a causa dell’immoralità e dell’imbarbarimento,noi che siamo stati privati della “felicità democratica”tanto cara a Zagrebelski e a Mauro,noi che siamo stati per lungo tempo dimenticati da quelle forze politiche che avrebbero dovuto esserci vicine dovremo saper proseguire per la nostra strada,quella intrapresa al Palasharp,proseguita con “Se non ora quando”, poi con la manifestazione per la Costituzione e per la scuola pubblica e via di seguito fino ad oggi.Saranno loro,i partiti, a volerci cercare,a corteggiarci,loro che alle amministrative e al referendum si sono fatti grandi di vittorie pur sapendo bene che il merito spettava esclusivamente alle associazioni e ai movimenti rappresentanti la società civile.La rivoluzione degli educati ha raggiunto traguardi insperati.Ora forse inizia il difficile.Nello sport come nella vita il raggiungimento dei risultati ti carica di ulteriori responsabilità e difficoltà per mantenerli.Ebbene è proprio in questo momento che occorre far quadrato e rimanere ancor più sul pezzo ed è soprattutto in questo momento che occorre tenere gli occhi ben aperti e non lasciarsi incantare dalle sirene di chi vorrà avvicinarsi.Sarà utopistico ma occorrerà tenere a dovuta distanza chi fino a qualche tempo fa si arrogava il piacere di non aver bisogno della società civile e si deliziava nel proprio narcisismo.
Buongiorno, a mio avviso questa mite rivoluzione della società civile chiede rappresentatività politica e la chiede a chi saprà indicare poche e semplici priorità per governare il nostro Paese:
- azzeramento di tutti i privilegi alle cariche poliche e istituzionali. Chi chiede sacrifici e rispetto delle regole DEVE avere gli stessi diritti e doveri dei cittadini che governa.
- RICAMBIO DEI VERTICI. Un mandato, ecco quanto si può “reggere” una poltrona per servire il Paese, poi si torna al proprio mestiere.
-La legge è uguale per tutti, ma se ricopro un mandato politico o una carica istituzionale o sono un Prefetto, un Generale ad esempio, quando infrango la Legge devo sapere che la mia colpa sarà riconosciuta più grave.
Aspettiamo un programma politico impostato sulla base di questi principi, e malgrado tutto, malgrado la legge elettorale, malgrado l’anestesia totale che sembrava affliggerci, i referendum ma sopratutto le amministrative di Milano e di più quelle di Napoli hanno mostrato che la società civile c’è e reagisce.
Arrivederci e buona fortuna.
Maurizio
Guardiamo a una rivoluzione mite che ha avuto successo: la vittoria di Giuliano Pisapia a Milano. Secondo me, ha vinto non solo perché è una brava persona, pure competente (di candidati con molte stellette se ne potevano trovare anche altri). Ha vinto perché ha abbandonato ogni personalismo. Non è l’uomo forte, alternativo che dice solo “io”, “io” e “io”, anzi, per tutta la campagna elettorale ha parlato solo al plurale: “noi”. La società civile ha visto aprirsi come una finestra; un politico che si propone di amministrare la cosa pubblica e si dispone all’ascolto. Ecco perché, secondo me, lo ha sostenuto, con la speranza di poter partecipare non solo lì per lì alla campagna elettorale, ma anche di dare un contributo, quello che sa dare la società civile, al governo della città.
Non credo che la società civile debba proporre suoi candidati, credo che siano i partiti a doversi prendere questa responsabilità. La società civile, poi sa scegliere da che parte stare, come è successo a Milano. E saprà anche seguire con occhio attento e orecchie tese le proposte per cambiare l’attuale legge elettorale.
La società civile è già cambiata, ora tocca alla politica che deve però trovare le forze al suo interno. E speriamo che sappia trarre ispirazione dalla società civile. Ma un partito che accettasse l’aiutino, per candidati e proposte, quello proprio non lo voterei. Sono i partiti che devono capire le proposte della società civile e aderirvi.
Se la nostra Olga Piscitelli intende per politica quella con la P maiuscola (del Pisapia per fare un esempio o dell’ascolto … per intenderci !),non possiamo non essere d’accordo con Lei. Se invece la intende quale espressione di una carriera professionale costruita nelle sezioni giovanili del partito di papà con relativo rilascio di patente di idoneità all’accesso esclusivo nelle sovrastanti stanze del potere che decide sulla vita dello Stato,cioè della comunità umana che lo sostanzia da qualche secolo,non ci siamo !.
Troppo machiavellismo congiunto a troppa prosopopea o alterigia in quei conventi di formazione privilegiata di quadri e quadretti,degenerati infine nella disponibilità a giustificare,con il potere e per il potere con alquanta noncuranza sui costi sociali, qualsiasi travisamento delle regole del gioco e qualsiasi atto corruttivo pubblico.
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NON CREDO CHE LA SOCIETÀ CIVILE DEBBA PROPORRE SUOI CANDIDATI, CREDO CHE SIANO I PARTITI A DOVERSI PRENDERE QUESTA RESPONSABILITÀ
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Signora Olga Piscitelli,
perché mai Lei – nella Sua veste di Cittadina Elettrice – assegna ai Partiti la responsabilità – e quindi anche l’autorità – di scegliere i candidati? Voglio dire, perché mai questa responsabilità non debba essere assunta – in prima persona – dagli stessi Elettori disponibili a servire?
I Partiti – quelli nuovi ancora da farsi – NON saranno centri di ‘Potere’, ma soltanto ‘segretari’ che assistono i veri e soli protagonisti della vita politica: gli Elettori. Siamo noi Elettori, gentile Signora Piscitelli, che “dobbiamo” assumerci ‘questa’ e tutte le altre responsabilità che la Politica comporta ed impone.
Siamo noi perché la traumatica esperienza berlusconiana ci ha fatto crescere, ci ha spinto quasi con violenza alla maturità, e ci ha detto anche che papà Partito e mamma Mafia vanno messi in pensione per raggiunti limiti di età.
Coraggio, Signora Piscitelli! Siamo diventati adulti, ed é per noi tempo di tirare la carretta delle responsabilità.
Con stima e simpatia,
Jb Mirabile-caruso.
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E CHI CI DICE CHE QUESTA NOSTRA TRAUMATICA ESPERIENZA BERLUSCONIANA NON DEBBA ESSERE PER NOI IL PROPULSORE CHE CI SPINGERÀ ALLA REALIZZAZIONE – PRIMI AL MONDO E NELLA STORIA – DELLA “DEMOCRAZIA VERA”?
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leggo, di ritorno dalla presentazione a Rosignano del sesto circolo toscano di LeG. tanta gente, anche un pò emozionata. Sindaci, amministratori, insegnanti, giovani enstusiasti. C’è la sensazione diffusa che la battaglia si possa vioncere solo con una profonda unità di tutte le forse in campo: società civile e politica rinnovata. Dobbiamo farcela. Continuando a discutere per ora.
Non mi convince l’ipotesi che la società civile proponga propri candidati alle primarie del centrosinistra.
Significherebbe in fin dei conti rassegnarsi alla semplice testimonianza.
Si partecipa da “esterni”, magari in aperta contrapposizione ai candidati dei partiti, si perde, e a casa, a trattare poi con la “politica” da posizioni di debolezza.
Secondo me la prima cosa da fare è avviare un confronto serio con i partiti per capire cosa significhino i riconoscimenti di questi giorni della importanza della società civile. Se è un discorso serio bisogna stringerli sui programmi, pretendere di dire la nostra sui contenuti e sui candidati. Bisogna ovviamente che questo confronto sia pubblico, con dibattiti, incontri, uso della stampa etc.
Il caso Enac/Pronzato/Morichini e dintorni di questi giorni può essere il punto di partenza del confronto: si vuole continuare così? Volete o no dare forti segnali di rottura con questi sistemi e con questi personaggi? Lo capite o no che se non cambiate andate a fondo, e con voi il paese? Volete permettere ad Alfano di parlare del PDL come partito degli onesti?
Dalle risposte e dai comportamenti dei partiti, e del PD soprattutto, dovrà dipendere la scelta della società civile, senza escludere nulla.
La richiesta del capo partito è di condannare la violenza e tutto ciò che di negativo emerge dalla cronaca delle manifestazioni della società civile contro lo spreco di denaro pubblico e la manomissione geofisica e morfologica dell’ambiente di questo Paese per interessi meramente finanziari di pochi; la cronaca cioè,teleaudiovisiva o visiva soltanto,diffusa dai mezzi di informazione finanziati con il denaro dei contribuenti,ma controllati direttamente o indirettamente dai governi,dai partiti e da altri poteri politici,economici e ideologici che hanno in mano le chiavi delle casse pubbliche e condizionano comunque la vita del Paese.
Una richiesta leggittima e da condividere senz’altro,quella contro ogni atto violento,ma che lascia sconcertati per l’assenza assoluta di ascolto da parte dei poteri di cui sopra delle ragioni popolari sottese alle manifestazioni mentre essi impongono l’ascolto delle loro ragioni !.
E’ facile capire a quali partiti ed a quale ennesima manifestazione popolare in particolare mi riferisco.
Ce nè abbastanza a mio modesto parere per decidere nel tempo che rimane cosa e come bisogna fare per organizzarsi e affidare a persone competenti e oneste l’oneroso lavoro di pulitura di tutta la sporcizia che ha imbrattato la nostra Costituzione in questi vent’anni in specie e messo in forse la democrazia che avevamo sognato.
Nel quadro d’insieme dello scollamento tra nomenklatura di partito e realtà sociale,si inserisce l’operazione di obnubilazione a mezzo stampa e televisione e di appropriazione indebita, da parte della medesima, dei risultati dei recenti eventi elettorali amministrativi e referendari.
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….. COME BISOGNA FARE PER ORGANIZZARE E AFFIDARE A PERSONE COMPETENTI E ONESTE L’ONEROSO LAVORO DI PULITURA DI TUTTA LA SPORCIZIA CHE HA IMBRATTATO LA NOSTRA COSTITUZIONE………
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Signor di cui non so ancora il Nome,
eleggere persone RIGOROSAMENTE “competenti ed oneste” é SOLO UNA delle responsabilità cardinali che incombono su noi Elettori, ma vorrei ricordarLe che ce n’é un’altra – non meno cardinale – senza la quale la prima é destinata a fallire: quella del quotidiano MONITORAGGIO da parte di noi Elettori – attraverso apposite Commissioni popolari permanenti – dell’operato dei nostri Eletti.
In una Democrazia ‘VERA’ – e non ‘nominale’ com’é la nostra presente – gli Elettori NON vanno a letto prima di aver controllato cosa hanno detto e fatto le persone ‘competenti ed oneste’ a cui hanno affidato l’altissima responsabilità di mandare avanti la Nazione. Perché a farlo – andandosene a letto, voglio dire, pensando che la loro conpetenza ed onestà siano sufficienti – in men che si dica questi Elettori si ritroveranno con l’amara sorpresa che i lori Eletti sono diventati un po’ meno competenti e un po’ meno oneste di quando erano stati eletti.
Democrazia significa partecipazione PERMANENTE degli Elettori. E significa anche – mi dispiace sollevare questo controverso problema, ma a non farlo non farei il mio dovere di Cittadino responsabile – che quegli Elettori che, per qualsivoglia ragione, non sono disponibili ad addossarsi la responsabilità della ‘partecipazione permanente’, dovrebbero rinunciare al diritto di voto.
Perché un qualsiasi ‘diritto’ implica un ‘dovere’, il dovere essendo nient’altro che il prezzo che si paga per avere il diritto. NO pagamento NO diritto. Il concetto di ‘suffragio universale’ NON SIGNIFICA – né ha mai significato – ‘diritto a sbafo’.
Cordialmente,
jb Mirabile-caruso.
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LA TV É LO STRUMENTO DI CHI AMBISCE A DIVENTARE PADRONE DEGLI ALTRI. LA RETE, DI CONTRO, É LO STRUMENTO DI CHI AMBISCE A DIVENTARE PADRONE DI SE STESSO.
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Buon giorno Mirabile-caruso,condivido.
Perciò se mi è consentito,io dico seguitando:
il governo del bunga bunga,edizione estiva 2011,dice che per ora deve pensare al fisco e alla giustizia e non gli passa per la materia grigia sua,o se gli passa se ne fo..,che noi siamo stanchi di leggi e leggine di tutela dei mestatori messi al sicuro dai capi partito nei recinti della casta e della ricchezza finanziaria e patrimoniale conseguita più o meno lecitamente,come dire di leggi a tutela dei ca.. suoi e sodali.
A ridurre a dimensione ragionevole l’attuale numero politico dei commensali affamati ai tavoli delle trattorie romane o sparsi nel territorio della federazione italica,si penserà poi..poi poi…: uno sciroppo di olio di fegato di merluzzo somministrato probabilmente dalla cosiddetta op-posizione.
Chi vivrà vedrà ! … più o meno consapevole che LA RETE,FISSA O MOBILE, SI AVVIA A DIVENTARE LO STRUMENTO UNIVERSALE DI TUTELA REALE DELLA LIBERTA’ DI PENSIERO,DI DIFFUSIONE E AFFERMAZIONE DEI PRINCIPI SOSTANZIALI DELLA DEMOCRAZIA,DELLA GIUSTIZIA SOCIALE E DELLA PARTECIPAZIONE DIRETTA DEI CITTADINI ALLA SCELTA E AL CONTROLLO DEI LORO RAPPRESENTANTI.
p.s.: tranquillo,il nome vero del “signor” è Salvo. Il cognome è un incrocio di suffissi longobardi.
” Come fare la nostra rivoluzione mite, trovando la forza di cambiare tutto, a cominciare da noi stessi “.
Questa ultima frase di Sandra non deve essere stata letta con la dovuta attenzione. Non v’è traccia , infatti, in gran parte degli interventi , nè della forza rivoluzionaria che deriva dalla mitezza ( indice di rigoroso governo etico delle proprie pulsioni e non, certo, di
pusillanimità ), nè della disponibilità ad interrogarsi sulle proprie responsabilità. Il comune denominatore della maggior parte degli interessanti interventi è l’enfatizzazione del ruolo dei movimenti e il ‘ dagli all’untore’ rivolto ai partiti. Senza uno straccio di analisi, di serio approfondimento su temi – come, ad esempio, il rapporto tra oligarchie e democrazia – sui quali, peraltro, il nostro Presidente onorario elabora da anni, con una costanza ammirevole, riflessioni e moniti per noi tutti preziosi.
Io vorrei invitare tutti ad essere più severi verso il demos che verso il kratos. Meno indulgenti verso il popolo, non sempre ‘ costretto ‘ alla sudditanza, e meno spietati verso chi, chiamato ad ‘ usare ‘ il potere come direzione e amministrazione della cosa pubblica, ne ‘ abusa ‘ fino a privatizzarlo in modo odioso.
Ma vorrei, soprattutto, invitare Sandra e noi tutti a recuperare la dimensione internazionale, globale, della crisi del liberismo di cui il berlusconismo è davvero un piccolo frammento.
Senza la ‘ curiosità ‘ di battere strade nuove ed alternative a questo sistema infelicitante e senza regole, causa di guerre assurde e di inaudite ingiustizie, il dibattito sui sistemi elettorali, sul reclutamento di una nuova classe dirigente, sull’emergenza legalità e sull’irrisolta ‘ questione morale ‘ che affligge da decenni il nostro Paese, questo e gli altri dibattiti importantissimi , che sono stati richiamati in quasi tutti gli interventi, non aiuteranno granchè la crescita nè della libertà nè della giustizia nel nostro Paese.
Giovanni De Stefanis, LeG Napoli
In discussione a me appaiono i mezzi idonei a stimolare la partecipazione della “società civile” alla “ricostruzione del paese in maniera vincente,generosa,lungimirante”,auspicata giustamente dalla nostra Bonsanti,dopo vent’anni di sporcizia sparsa a piene mani sulla nostra Costituzione,come mi sono permesso di dire altrove attenendomi alla dura realtà (v.una per tutti,il dispregio quotidiano dei suoi precetti da parte di ministri,sottosegretari,politici con responsabilità istituzionali e capi esecutivo).
Orbene se si vuole che la prima e l’ultima parola in materia spetti ai comitati centrali ed alle segreterie dei partiti,strumenti associativi che avrebbero dovuto concorrere democraticamente tra di loro a determinare la politica nazionale interna ed estera (v.art.49 Costituzione),ad avviso di chi ha già fatto esperienze disinteressate di vita associativa politica e professionale e valutando la realtà dei giorni che viviamo,è bene non illudersi.
Perciò personalmente ripongo la mia speranza sulla scoperta della democrazia sostanziale con il mezzo con il quale quì interloquiamo e con il quale si mantiene in vita la nostra LeG,e sul progresso di esso con la banda larga e con gli strumenti più recenti di relazione umana e di diffusione universale della libertà di pensiero.
A proposito di ricostruzione dell’Italia ridotta in macerie e di “rivoluzione mite”.
“L’eterna sfida tra Berlusconi e De Benedetti”,così uno dei numerosi pappagallini ammaestrati allocati nelle odierne gabbie pubbliche e private della cosiddetta informazione virtuale di questo Paese sostenuta con esborsi dalle tasche dei soliti.
I datori di lavoro che li hanno addestrati temono la notizia intera e la verità che potrebbe emergere. Perciò è meglio vivere quietamente e nasconderla,conservando posto e denaro.
Nel frattempo si avvia l’operazione confusione e cancellazione dalla memoria della massa di italiani del SI segnato sulla scheda al recente quesito referendario sulla giustizia,un SI che ha sorpreso anche il Di Pietro,il quale ora si “catamia” tra le anime del purgatorio per raggiungere la gloria del paradiso promessogli forse dal “povero” bunga bunga tra gli scranni del foro boario.
Con il tentativo di modificare surrettiziamente la normativa sui risarcimenti, inserendo un paio di commi ad-hoc in articoli di legge che regolavano tutt’altro , il grande truffatore ci riprova. Ecco che il grande Stavisky “de noantri” cerca di nuovo di conservare il maltolto con una truffa ai danni di tutti e soprattutto delle vittime di precedenti malefatte.
Eppure da oltre 20 anni tutti conosciamo la verità …facciamo quattro esempi su quattro fandonie facili facili :
IL GRANDE COMUNICATORE: chiunque analizzi la comunicazione di B politico ha ben chiaro che non sa comunicare : non è in grado di sostenere un contraddittorio televisivo; non accetta domande in conferenza stampa; comunica con monologhi in video e per telefono : mai stato un comunicatore, solo un enorme bluff.
IL GRANDE IMPRENDITORE : dove sarebbe il successo imprenditoriale senza corruzione,evasione fiscale, distrazione di fondi ? Dalla fondazione delle 24 Holding Italiana 1-24 con 24 teste di legno, tutti sapevamo che senza scambi con Craxi non vi sarebbe stato alcun impero televisivo.
IL GRANDE CONQUISTATORE : uno che paga le donne è un grande conquistatore ? dove ? quando ? nel paese dei latin lovers lo sanno anche i sassi che il conquistatore non paga cash ragazzine decerebrate e prostitute professioniste.
IL GRANDE POLITICO : non ha combinato nulla, non ha mantenuto un impegno, non aveva un progetto, solo chiacchiere. Ha portato in politica i peggiori cialtroni mai visti grazie al disimpegno ed alla imbecillità della gente perbene.
Se passasse di nuovo in tv “IL GRANDE STAVISKY” di Alain Resnais qualcuno potrebbe riconoscere finalmente il maggior riferimento storico-culturale di B: il grande truffatore francese degli anni trenta, interpretato da un Belmondo bello e affascinante .Guardate come B si veste , come si trucca ,a quale immaginario si riferisce : una simpatica canaglia …quello che avrebbe voluto essere, quello che disinvoltamente afferma tutto ed il contrario di tutto, soggetto a mille ricatti, mantenendo tutto immobile per poter galleggiare…e gli italiani l’hanno preso sul serio: una nazione intera ha dilapidato un decennio abbondante… e non è finita.
il 1 luglio scrivevo: “I partiti,e questi politici non hanno più niente da dire,le parole sono finite i fatti non ci sono mai stati” !
dimostrazione? ieri in parlamento per l’abolizione delle province,il pdl vota contro,e ci sta,sappiamo chi sono.
il pd ?…si astiene, perchè? interesse di partito.
e non parliamo della raccolta firme per abolire il porcellum dove il pd è in contrasto perchè ? Bersani :”altrimenti non vinciamo”!
ora mi chiedo, e l’interesse del popolo?
signori penso sia ora di agire di fare qualcosa che non siano solo parole,spingere LEG a diventare una nuova forza politica che cancelli tutta questa ipocrisia che ci circonda.
spero che il mio appello sia condiviso ed appoggiato pronto a dare la mia collaborazione.
Vi seguo dalla battaglia “DIMETTITI” e raduno bellissimo al Palasharp, leggo i commenti e mi conforta trovarmi con gente interessante, che rincuora chi ha ancora speranze x questo paese. Va bene tutto ciò di cui Vi occupate e scrivete..ma come mai sulla Tav non trovo commenti e pensieri? Non credete che in un paese in cui non passa settimana dove non si scopre qualcuno della classe dirigente, politica ed economica, che viene denunciato per affari loschi o ruberie varie, oltre alle varie denuncie di Report (a cui non segue alcuna azione!!!), non sia più possibile parlare di “grandi opere” e investimenti, senza prima avere alcuna garanzia su chi dovrebbe controllare e avere cura dei nostri soldi?? Bande di malfattori, cosche mafiose e “caste” si sono impossessate dell’Italia e noi dovremmo accettare o essere daccordo con proposte che nulla hanno di serio e razionale? Investire 20 mld in un opera della durata di 20 anni, solo x non “essere tagliati fuori dal mondo”, Vi sembra una cosa seria? Io penso che prima bisogna rimettere in piedi uno stato civile, con gente affidabile a dirigere ed amministrare, altrimenti è meglio lasciare perdere e finirla di sperperare così tante risorse!
Un cordiale saluto a tutti (in particolare ai Valsusini, si battonno anche x tutti noi).
Mi chiedo: servono altri partiti?
Oppure, occorre piuttosto che le buone idee siano “portate nei” partiti ed in essi sostenute?
Rischio di farla troppo semplice, ma, parafrasando qualcuno, “la buona politica è partecipazione”… di tutti noi.
Mi chiedo ancora: c’è un nesso tra la disaffezione alla politica (ed ai partiti in particolare) che si è registrata in questi ultimi anni, ed il degrado etico e morale che emerso sia nei partiti che, a volte, ahimè, nelle istituzioni?
Uno dei compiti primari della Società Civile, a mio modesto parere, dev’essere proprio quello di sviluppare e tenere viva la “cultura della partecipazione” e della “vigilanza civile”.
E’ necessario aprire i Partiti alla Società Civile, ma lo si può fare e lo si deve fare “partecipando” ad essi, e combattendo in essi affinchè, per esempio, i processi di selezione (delle persone e delle idee), anche lì, divengano più democratici e meritocratici.
Capisco che possa sembrare un processo lungo e faticoso, ma personalmente, non credo alle soluzioni facili e neppure alle soluzioni “stabili”: è stata, è e sarà una lotta continua e la soluzione sta proprio nel trovare sempre nuovi stimoli a non smettere di indignarsi.
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É NECESSARIO APRIRE I PARTITI ALLA SOCIETÀ CIVILE, MA LO SI PUO’ FARE E LO SI DEVE FARE “PARTECIPANDO” AD ESSI E COMBATTENDO IN
ESSI
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Signore dell’ultimo intervento,
non riesco proprio a capire perché mai questa nuova Entità sociale che chiamiamo ‘Società Civile’ debba RIENTRARE nei Partiti dopo esserne recentemente USCITA FUORI. A Milano, a Napoli ed ai Referenda milioni di Elettori ed Elettrici hanno SCELTO, infatti, di votare le loro spalle ai loro Partiti di appartenenza perché NON PIÙ CREDIBILI, ed hanno spostato la loro fiducia a supporto di due Candidati – Pisapia e De Magistris – in funzione della loro personale CREDIBILITÀ.
Ed ai Referenda, moltissimi più Elettori ed Elettrici hanno ancora SCELTO di BOCCIARE ben quattro Leggi fatte – con partecipazione attiva o passiva – dai loro Partiti, USCENDONE dai ranghi. Questa RIVOLTA contro i Partiti costituisce un evento di importanza storica nella vita sociale del nostro Paese e sarebbe un errore colossale se essa si affievolisse al punto che tutti questi milioni di Cittadini RIENTRASSERO – a mo’ di bambini pentiti delle loro marachelle – ai loro ovili.
Che nei Partiti rimangano pure tutti i PARASSITI della Nazione, tutti quelli che hanno in comune il programma di ‘farsi i fatti loro’ a spese della Società! Ma quanti hanno in comune il programma di ‘fare gli interessi della Nazione’ – perché di già in possesso della COSCIENZA che il benessere della Nazione é PRIMARIO in quanto da esso dipende il benessere di tutti i suoi Cittadini – che costoro RIMANGANO FUORI dai Partiti e si ritrovino attorno ad un Polo Comune da cui iniziare la ricostruzione della Nazione,.
I Partiti NON vanno riformati ma abbandonati al loro destino: la loro riforma, infatti, comporterebbe un cosi’ alto investimento di tempo e di energie da non potersi giustificare né sul piano strettamente logico né su quello rigorosamente economico. Questo tempo e queste energie la Società Civile li deve spendere nel costituirsi nuova Entità Civica con il compito primario di lanciare una Rivoluzione Culturale mirata alla demolizione del miraggio berlusconiano ed alla realizzazione di una nuova Italia in cui il Cittadino si identifica con la Nazione perché in Essa trova la sua realizzazione.
Con stima,
jb Mirabile-caruso.
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L’UMANITÀ? UNA RAZZA SMARRITA CHE NEMMENO SOSPETTA DI ESSERLO
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Spero di sbagliarmi, ma dubito che in Italia ci siano prospettive di buon governo a breve, che sia Destra (sempre più impresentabile) o Sinistra.
Anche la società sembra imbalsamata, chiusa, provinciale ed egoista.
Ho la sensazione che, proprio per questo, la “rivoluzione” civile dobbiamo farla noi tutti, senza scuse.
Io scrivo anche per condividere:
http://paologls.blogspot.com/2011/07/sud-dellitalia.html
http://paologls.blogspot.com/2011/06/italia-mia.html
Cordialità
PGLS
Giusto interrogativo quello di Claudio Allocco.
Sulla cosiddetta Tav a favore della quale si schiera l’attuale,discutibile e immutabile, classe politica,è doveroso aggiungere quei quattro conti della massaia che la magistratura contabile ha fatto,ma dei quali nessuno dà notizia.
Siamo così subornati,o suggestionati che dir si voglia,dalla demagogica,instancabile,reiterata predicazione mercantile della cosiddetta CRESCITA,arricchita da un corollario inesauribile di aggettivi immaginifici sulla modernità e prosperità dell’uomo (vedere,ad es., come sono ridotte le nostre città ed i livelli di invivibilità da esse raggiunto), da non farci passare per la testa che la traduzione nella realtà dei fatti vissuti in questi settant’anni in particolare,dimostra come essa CRESCITA non possa essere perseguita all’infinito, con gli stessi criteri altresì finora posti in essere,senza produrre danni irreversibili oltre che al modesto pianeta in cui viviamo e al suo ambiente anche alla nostra esistenza ed a quella delle generazioni future.
Perciò apriamo tutti quanti gli occhi (e la mente) finchè siamo in tempo e se possibile un consiglio,a chi si nutre del feticcio della CRESCITA teorizzandone la beltà e l’ineludibilità e magari ci campa sopra beatamente,quello cioè di osservare la massima di G.Sand: “ALLE VOLTE CONVIENE TACERE E FINGERE DI ESSERE STUPIDI,ANZICHE’ APRIR BOCCA E TOGLIERE OGNI DUBBIO”.
Al sig Allocco che indica i valsusini ( NoTav ) che vorrei ricordare che Comune di Torino, Provincia di Torino ( anche valSusa ) regione Piemonte , governi da Prodi a Berlusconi, molti comuni della val Susa sono d’accordo e dicono SI alla tav.
ed allora farne degli eroi che si battono ( per maggiori incentivi ! ) e sono il vento nuovo della nazione, mi sembra esagerato.
Non mescoliamo tutte le novità che si sono sviluppate nelle scorse elezioni : in passato la cosidetta società civile ha espresso voti diversi , magari sbagliando secondo lei, ma invece democraticamente reali .
Se ci sono novità ben vengano , accidenti, e se l’opposizione che oggi non vale un bottone ( v legge elettorale ! ) ce la farà a darsi una mossa e proporre qualcosa …evviva ! Oggi vedo ancora buio .LC
Grazie a Sandra Bonsanti che ci invita ad entrare “in una terra abbastanza inesplorata”, in cui partecipando alla vita politica si comincia a scoprire che salvaguardare la propria autonomia e non chiedere nulla per sé ci fa respirare, sentire meglio, provare un nuovo piacere.
Comprendo l’urgenza delle scelte, ma qualsiasi sia la strada intrapresa (nei partiti, a fianco dei partiti …) credo che si debba essere consapevoli che il percorso di costruzione di un’etica pubblica sarà lungo e richiederà pazienza e soprattutto coraggio e deve stare al primo posto. Per quanto mite, è comunque un cambiamento rivoluzionario!
Siamo inoltre di fronte alla nascita di nuove modalità di espressione politica che vanno seguite con grande attenzione.
A Venezia il Coordinamento Io Decido sta promuovendo interessanti iniziative di democrazia partecipata per ridare voce ai cittadini nelle scelte che riguardano il futuro della città, far circolare le informazioni, stabilire un dialogo con le istituzioni. Credo sia questa la strada giusta e penso anche che se le persone sono certamente importanti, più importante sia ragionare sui progetti.
La questione TAV da questo punto di vista è emblematica e va affrontata partendo da un grande dibattito in cui le diverse ragioni emergano con chiarezza. Siamo ormai entrati in una fase storica in cui la tutela dell’ambiente e l’attenzione al modello di sviluppo non possono essere più subordinate ad interessi economici particolari. Si tratta di questioni vitali, decisive per il nostro futuro, in cui le scelte dei governi non possono essere imposte con la forza.
Visitate http://iodecido.blogspot.com/
Saluti e un abbraccio a tutte/i coloro che nei prossimi giorni saranno a Siena.
Silvia
società civile è, in una delle sue declinazioni, spazio sociale vissuto con sentimento di cittadinanza. un processo dinamico che sfugge alle geografie del re e che il potere senza vincoli vuole controllare, censurare, occultare, reprimere.
la società civile non è una bandiera da sventolare o ammainare secondo la convenienza da parte dei partiti della sinistra che ancora agiscono in separatezza l’elaborazione di linee politiche spesso vaghe, generiche, ma soprattutto oscure.
mancano al popolo dei democrarici in italia i luoghi del dibattito pubblico sui contenuti da parte dei politici della sinistra poichè, sia i luoghi (la manipolazione dello spazio mediatico), sia il dibattito (ridotto ad arena per la plebe), sia i contenuti (manomissione delle parole) sono stati devastati nell’era berlusconiana.
Credo che dovremmo chiedere gli Stati Generali della Sinistra Democratica.
Dove si confrontino in pubblici dibattiti su temi chiari e specifici i politici della sinistra e i cittadini che individualmente o collettivamente hanno qualcosa da dire e proporre per costruire un’italia migliore, da quella disastorsa che erediteremo. Ci sarà molto da ricostruire e bonificare ,la strada comincerà davvero quando e se questo governo cadrà e la sinistrà vincerà le future elezioni. Da subito, quindi, dobbiamo parlare in modo concreto , fuori dal modello della propaganda che ha contaminato molto, e riportare il dibattito pubblico al suo livello di civiltà, serietà, competenza, e darne testimonianza . Come è stato per il palasharp, la manifestazione delle donne e la grande partecipazione alle amministrative e ai referendum. C’è molto da ricostruire, bonificare, reinventare. abbiamo bisogno delle energie migliori.
francesca
A luciano33. Ma i politici di maggioranza e di opposizione dei comuni,delle provincie,delle regioni in cui sono stati eletti e decidono a nome e per conto di tutti i cittadini,nessuno escluso e il governo che governa dall’alto l’insieme e stipula per conto suo accordi interni e internazionali sulla testa di tutti gli elettori,perchè non ascoltano o accettano il contraddittorio con l’elettorato e con quanti,cifre,stime,analisi e studi alla mano (quelli della Corte dei Conti compresi) hanno dimostrato e dimostrano l’inverecondo spreco di denaro sottratto dalle tasche degli indefessi contribuenti,già oltremodo inc….. in queste settimane di supplizio informativo sul loro futuro economico e su quello dei loro figli,quale pietanza in corso di cottura nella cucina del potere politico corrotto di destra,di centro e di sinistra che ci ritroviamo tra i piedi.
Nel mio piccolo scritto è saltato ( rivolto al sig Allocco ) ” i valsusini che si battono anche x noi “: assolutamente NO , si battono per i loro interessi ( qualcuno dice pure di bottega , incentivi e compensazioni ) e se democraticamente sta bene , ma oltre NO.
Vuoi scommettere che gli interessi della Nazione ( parolone ) espresso dai governi di d e s, comune, provincia , regione , Francia che è arrivata a Modane vogliano dire qualcosa ? Io dico di Si , quindi si deve decidere e cominciare i lavori . Saluti LC
Vorrei fare alcune precisazioni al gentile Sig. jb Mirabile-caruso.
Purtroppo (o per fortuna), con i partiti dobbiamo fare i conti: la nostra stessa Costituzione li indica come libere associazioni atte a concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale (art. 49).
A tal proposito, vorrei, però precisare che non ho mai scritto che la Società Civile debba “rientrare” nei Partiti.
Le due Entità, condivido con Lei, è bene che rimangano ben distinte (da qui, infatti, i miei dubbi sulla nascita di nuovi partiti derivanti da movimenti della Società Civile).
Ho scritto, invece, che, a mio parere, sarebbe auspicabile (ed un gran bel risultato) se i partiti già esistenti si aprissero alla Società Civile ed alle (buone) persone ed idee che da essa provengono.
Dal momento che non mi aspetto che i partiti siano in grado di aprirsi loro sponte o “per soffio divino” (anzi, abbiamo già assistito a fenomeni di chiusura nell’autoreferenzialità), l’alternativa è che sia la Società Civile a “forzare la mano”.
Come? Appunto con la partecipazione di tutti noi alle attività dei partiti.
Sa cosa mi piacerebbe? Sarei davvero contento di vedere quelle persone che Lei dice (probabilmente con ragione) essere figgite dai partiti, rientrarvi e gridare da lì la loro indignazione e combattere per rendere più democratici i processi interni di selezione, sia delle persone che delle idee.
Infine, un’ultima considerazione: vista anche l’attuale legge elettorale, la autoreferenzialità dei partiti è quasi una certezza.
Questo problema non si risolve “scappandosene” da essi, ma partecipandovi, affinchè quella stessa autoreferenzialità almeno rappresenti anche me, Lei e tutto ciò di buono che c’è in Italia (possibilmente, estromettendo il marcio).
La saluto cordialmente,
Giagio.
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.. NON MI ASPETTO CHE I PARTITI SIANO IN GRADO DI APRIRSI LORO SPONTE, L’ALTERNATIVA É CHE SIA LA SOCIETÀ CIVILE A FORZARE LA MANO
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Signor Giagio,
i Partiti sono covi di tutti i PARASSITI della Nazione, ed i parassiti si lottano STACCANDOSENE.
Si stia bene,
jb Mirabile-caruso.
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É L’UOMO L’EVOLUZIONE DELLA SCIMMIA, O LA SCIMMIA L’INVOLUZIONE DELL’UOMO?
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A luciano33.
E’ vero che i valsusini fanno i loro interessi,ma,senza tirare in ballo presunti interessi nazionali,vogliamo dirla tutta la verità sugli interessi su cui si reggono le grandi opere in genere (v.anche la buonanima del ponte tra Scilla e Cariddi con funzione di mangiatoia per amici e amici degli amici) e quindi sui treni che a velocità supersonica,attraverso fiumi, montagne svuotate,boschi e valli innevate dovrebbero trasportare frutta e verdura,vini ,salumi,
latticini,homard alla cardinal,da un mercato all’altro di questo contraddittorio continente chiamato Europa,tribolato da perenni interessi e conflitti territoriali ?.
La Sinistra si sta arenando come una balena in acque inquinate. E Belusconi ,visto le continue cadute di immagine e di ricchezza ,trama .
TRAMA E TREMA , perchè ormai la NEMESI lo sta colpendo inesorabilmente. E purtroppo dovremo stare tutti attenti perchè farà come Sansone con tutti i Filistei. Ci porterà, anzi ci stà portando in un baratro economico. C’è qualcuno che possa fermarlo??? Perchè Di Pietro, Bersani , Casini e Vendola non riescono a trovare un filo conduttore? Bisognerà defenestrare anche loro? QUESTI POLITICI HANNO MESSO IL NOSTRO FUTURO E QUELLO DEI NOSTRI FIGLI IN MEZZO ALLA STRADA PUR DI ACCAPARRARSI POTERE E DENARO, COME DOVRANNO RIMEDIARE? LA GIUSTIZIA ITALIANA SARA’ CAPACE DI COLPIRLI??
Scusate il lapsus calami in cui sono incorso nella battitura del mio precedente post.
Mi sono infatti dimenticato di citare tra i prodotti che i nostri pronipoti trasporteranno a velocità supersonica nel loro andiriviene attraverso le montagne della Val di Susa,ci sono anche le scorie delle centrali nucleari attive e passive dei due affettuosi cugini. Con una certa riduzione dei costi dovuta all’abbattimento dello straordinario dovuto in atto ai trasportatori che trasportano di notte tale prezioso ornamento e perciò mentre la Valle dorme.
Quante e quali ore liete avremmo trascorso con le buonanime di Macario e di Totò !.