Il bluff del governo: scure rinviata alla prossima legislatura

29 Giu 2011

Tremonti ha mantenuto i suoi numeri, ma Berlusconi ha ottenuto di rateizzarli. E qui viene allo scoperto l’aspetto più indecente di questa indecente vicenda. Sarà una manovra economica da lacrime e sangue. Però, articolata in modo tale che quasi tutto lo sforzo ricada sul governo prossimo.

Si era cominciato con un grande rullare di tamburi e vibranti dichiarazioni di guerra. Gli ultrà di Berlusconi erano all’attacco per mettere sotto tutela il ministro dell’Economia, la cui manovra era giudicata “roba da psichiatria”. E Tremonti non appariva certo pronto alla resa, ostinato a difendere la severità delle sue cifre, fino a mettere sul tavolo le sue dimissioni. Lo scontro, dentro il centrodestra, si sarebbe a questo punto fatto drammatico, provocando il collasso della coalizione. Come sono andate, invece, le cose? Secondo tradizione, la tragedia si è trasformata in farsa. Dal cilindro del Cavaliere è uscito un altro topolino, non il coniglione promesso. Tremonti ha mantenuto i suoi numeri, ma Berlusconi ha ottenuto di rateizzarli. E qui viene allo scoperto l’aspetto più indecente di questa indecente vicenda. Sarà una manovra economica da lacrime e sangue. Però, articolata in modo tale che quasi tutto lo sforzo ricada sul governo prossimo, quello che nascerà con la prossima legislatura. Ci sono da trovare, complessivamente, 47 miliardi, ma subito, con Berlusconi aggrappato alla poltrona di Palazzo Chigi, ne servono solo due, e cinque l’anno prossimo. I restanti 40 miliardi saranno ripartiti, venti per ogni anno, tra il 20 13 e il 2014, quando, come ci si augura, Berlusconi non sarà più al governo. E se dovesse essere il centro sinistra a vincere le prossime elezioni? Tanto peggio per Bersani e per i suoi alleati.

Si dibatte su chi abbia vinto la partita tra Berlusconi e Tremonti. Se il ministro dell’Economia sia davvero uscito sconfitto o quanto meno ridimensionato. Fino a che punto il premier possa dichiararsi soddisfatto. E, ancora, se Bossi si sentirà appagato, visto che gli elettori della Lega sono stati in qualche modo “risparmiati”. Francamente, tutte queste considerazioni hanno un valore relativo. Dovrebbero prevalere, nell’opinione pubblica, lo sconcerto e l’indignazione per la decisione del governo di “spalmare”, in maniera così sbilanciata negli anni, una manovra di proporzioni gigantesche. E’ stato molto “astuto”, il Cavaliere, a rinviare le spine al prossimo governo. In questo modo, può pensare di arrivare, senza intoppi, all’anno prossimo e, magari, di rotolare sino all’approdo naturale della legislatura nel 2013. Ma abbiamo seri dubbi che il trucco possa servire per imbrogliare i mercati e l’Europa. In ogni caso, non basterà a ingannare gli italiani. Ci eravamo abituati alla finanza “creativa” di Tremonti. Ma questa volta andiamo ben oltre. Il governo ha architettato una vera e propria truffa. Ha fatto il gioco delle tre carte. Pur di continuare a galleggiare.

Ci si richiama alla prima Repubblica, alla pratica dorotea, all’esperienza dei governi balneari. In realtà, è ancora peggio. Là, pur fra, contraddizioni, remore, inganni, c’era l’idea di una politica. E, dopo il governo balneare di Leone, venne il primo centrosinistra con Moro e Nenni. Qui c’è il calcolo cinico di Berlusconi. Che non esita ad avvelenare i pozzi. Tanto poco gli importa di chi verrà dopo e del costo dei sacrifici destinato a ricadere sulle future generazioni. Minoritario nel Paese, il governo rifiuta il mandato di operare nell’interesse di tutta la nazione. E ci lascia l’immagine di un’Italia degradata e paralizzata.

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