Paesaggio romano

“Ora la crescita”, scandisce la voce suadente nell’aula e dai televisori del Transatlantico. Fuori il palazzo è assediato: pomodori, uova marce e petardi e ambulanze e polizia.

Ma i ponti levatoi sono stati alzati e qua dentro filtrano soltanto raggi di sole cocente.  È il Palazzo del Paese che non c’è (se non nelle parole del Cavaliere), il Paese dei numeri, dei parlamentari comprati e venduti. Il Paese che finge di credere ancora che la crescita sia dietro l’angolo e che “nei mesi più bui della crisi i lavarotari nelle aziende non sono mai, mai stati lasciati soli”.

Fuori l’assedio continua, fuori c’è un’Italia disperata che è corsa a votare i referendum per riprendersi un poco del proprio destino. Ma le elezioni sono ancora lontane. Deve passare una lunghissima estate. Per ora tutto ciò che è sembrato nuovo, il vento, le parole e gli italiani, qua dentro non arrivano. finirà anche l’assedio dei Cobas. Ma il palazzo resterà blindato e la politica un enigma indecifrabile e ostile.

Il consulente Bisignani tornerà presto al suo ufficio di Palazzo Chigi, assicurano i ben informati.

3 commenti

  • Per questo, a costo di sembrare noioso e, come si dice, “ossessionato da Berlusconi”, io dico e ripeto sempre che mandare a casa questo governo deve rimanere l’impegno primario di tutti quelli che amano l’Italia, rimandando ad altro tempo i discorsi, pur generosi e nobili, sulla ricostruzione del Paese. Gli assetati di potere si stringeranno sempre più intorno a lui. Non è ancora finita. Con amministrative e referendum abbiamo fatto passi da gigante, ma dobbiamo vincere la partita fondamentale. Continuiamo tutti a dare il massimo. E grande appoggio alla nuova iniziativa referendaria anti Porcellum.

  • E’ impressionante come i comunicati, le interviste, le dichiarazioni rilasciate siano completamente vuote di senso: parole assemblate a caso (cioè: non a caso, ma con solo fini autoreferenziali, pura retorica di potere), senza legami con la vera vita del Paese e degli eventi che accadono.
    Sono chiusi in un mondo che non esiste e vogliono chiuderci dentro anche noi.
    Antonio teme di essere giudicato “ossessionato da Berlusconi”: e come non esserlo? Quando il delirio assurge a governo di una nazione e dai più ritenuto degno di consenso, l’impulso a soltarne fuori diventa davvero “ossessionante”, un dovere civico, e ancor di più civile.
    silvana

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