Un compromesso, l’ennesimo. Il ddl anti-corruzione approvato al Senato fa acqua da tutte le parti. Ma ad aggravare la già pesante situazione si aggiunge anche questa novità, raccontata da Liana Milella nel blog Toghe.
Si arriva al compromesso, tra Pdl, Pd e Idv (è contro l’Udc), di affidare il compito di vigilare sulla corruzione in Italia, facendo piani e riferendo al Parlamento, a una rivisitata e ampliata Civit, fantasmatica “Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza, l’integrità delle amministrazioni pubbliche”. Ne avete mai sentito parlare? Il governo l’ha costituita il 27 ottobre 2009 con l’obiettivo, è scritto sul sito della Civit, di “ottimizzare la produttività del lavoro pubblico” e garantire “l’efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”. Non basta. Chi è il presidente della Civit? L’ex toga di Unicost Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione e un passato da presidente dell’Anm, che il 29 luglio 2010 ha dovuto lasciare la magistratura, prima che fosse il Csm a intervenire, perché era finito nell’inchiesta sulla P3. Aveva partecipato anche lui al pranzo a casa del coordinatore del Pdl Denis Verdini (con il ben noto faccendiere Flavio Carboni e Pasquale Lombardi finiti entrambi in cella).
Il tema della trasparenze è caro a LeG e in particolare al circolo milanese che da anni punta il faro sulle misure ideate in Senato da Pietro Ichino e stressate da questo governo Berlusconi fino a farle diventare la riforma Brunetta contro i fannulloni. L’ultimo incontro, dal titolo Il collasso della riforma Brunetta è stato illuminante. La fantasmatica Civit, in realtà, è un organismo a modello anglosassone. Ichino lo aveva immaginato così, almeno. Trasparenza, valutazione dei servizi e meriti sono rimasti però solo le buone intenzioni di un disegno di legge completamente stravolto. La testimonianza di Pietro Micheli, componente dimissionario della Civit, ha svelato tutte le debolezze di un sistema nato per controllare ma che per statuto esclude di andare a guardare proprio i due punti nevralgici dell’amministrazione e cioè il Ministero dell’Economia e la presidenza del Consiglio.
Siamo alle solite costituiscono commissioni per fare posto ai bocciati amici degli amici.
In Italia chi è condannato per il delitto di corruzione rischia cinque anni di reclusione mentre un povero ladruncolo (furto) se condannato può rischiare una pena detentiva fino a un massimo di dieci anni; invece di alambiccarsi nella trasformazione di fumosi ed inconcludenti carrozzoni in altrettanti fumosi ed inconcludenti enti di vigilanza anticorruzione, basterebbe, a costo zero e senza ulteriori aggravi per le casse erariale conseguenti alle spese di funzionamento ed ai gettoni di presenza per i membri di simil finti consessi, sostituire alla sanzione prevista per il reato di corruzione quella stabilita per il reato di furto e sono convinto che decrescerà sensibilmente la percentuale sia dei corrotti che dei corruttori.
Cosa vi aspettavate e vi aspettate ancora da un socio della P2,di un finto partito inventato,posseduto e retto (con divieto di dissenso intra ed extra moenia) da altro socio della P2 con tessera n.1816 ?. Alle cui mani (ed altri organi del suo corpo) una fetta di italiani ha inoltre affidato i servizi segreti dello Stato,con delega ad un faccendiere di … affaccendarsi con essi ?.
Sarebbe molto interessante valutare le varie commissioni, agenzie, nate con questo Governo, come lavorano, quanto ci costano, chi sono i capi. Ma è mai possibile che ci dobbiamo ingoiare tutti i giorni, gente indagata, mafiosa, corrotta, che ci governa. Non conosco la giurisprudenza, ma mi viene da pensare.. ma possibile che non esista un modo per farli andare via dal Governo e farli andare davanti ai giudici? Se ci fosse anche solo una possibilità sarebbe assolutamente importante che venisse cavalcata. Solo noi possiamo mettere fine a questa VERGOGNA!!!
Bisignani & C. che rabbia e che amarezza che persone così non paghino mai, come invece succede alla povera gente!!!
ricordate il celebre discorso di un Kennedy? “non chiedetevi che cosa l’America può fare per voi, chiedetevi che cosa voi potete fare per l’America”
L’Italia, invece, è una grassa vacca da mungere ad oltranza, sempre e solo per i propri interessi e possibilmente per arricchire chi è già esageratamente ricco.
Chi detiene il potere dovrebbe essere al servizio dei cittadini, e invece siamo noi cittadini al loro servizio, li manteniamo lussuosamente (a vita, anche quando escono dalla scena) e ce li dobbiamo pure far piacere (dato che non li scegliamo).
Il vento sta cambiando…..
Silvana
Il vuoto di verità in cui è immersa la “distribuzione dei pani” a favore,diretto o indiretto,della casta allocatasi nei posti chiave delle istituzioni politiche e amministrative della Repubblica,è divenuto una voragine in questi due anni e passa di maneggio diretto del denaro pubblico di chi ha ingannato con i suoi mezzi il popolo italiano.
A quanto è dato sapere questo Civit pare oggi più che mai testimoniare la miope visione e il grave danno prodotto al dovere di onestà e di rettitudine nell’espletamento di una funzione pubblica amministrativa,legislativa,deliberativa e burocratica,nazionale e locale, di questo Paese,dai politici che fecero qualche anno addietro il diavolo a quattro per cancellare dal codice penale gli articoli 318-322,riducendo a mere contravvenzioni per infrazioni amministrative gravi reati quali PECULATO,MALVERSAZIONE,CONCUSSIONE,ABUSO D’UFFICIO E CORRUZIONE.
Non è il caso di rimettere al loro posto gli articoli anzidetti del Codice Penale,evitando malversazioni e abusi d’ufficio,con la creazione di commissioni mangiasoldi ?.
Altra Commissione, quindi altri stipendi che i componenti della Casta continuano ad accumulare agli altri: stipendio da Deoputato, gettoni di presenza per partecipazioni in CDA vari, ecc.. Nel frattempo i “Precari” si arrabattano, pensioni e stipendi dei lavoratori normali continuano a perdere come potere di acquisto, e così via. Ma cosa si aspetta a scendere veramente in piazza?! Il dramma non è solo questo “Governo”, ma sono i politici in genere che si arroccano e continuano a fare i privilegiati a lla faccia dei Cittadini!!!…basta, basta…
Civit, cane non mangia cane
Ma Pd e Idv che accettano un P3 in piena P4, per giunta con il “no” dell’Udc, ci sono o ci fanno? Nemmeno dopo il “vento” delle amministratyive e dei referendum?
Non ci resta che rassegnarci con il proverbio: cane non mangia cane.
Che tristezza!
Io dico e mi domando
inoltre seguitando:
a che gioco sta giocando
la casta accasata ancora nei due emicicli di camera e senato alle prese con un dibattito politico che ricorda “I civitoti in pretura” di Martoglio o qualche dialogo colorito tra il pubblico e Petrolini in uno di quei teatri romani che si vorrebbero ora liquidare,data la tristezza politica dei tempi..
Una casta che tira a campare finchè può ben sapendo che il popolo ha girato ormai la testa dalla parte opposta a quella verso cui è diretta la sua con l’arroganza che la distingue,chè tale è non rappresentando ormai nessuno tranne l’apparato di mezzi e uomini al suo servizio dislocati anche nei salotti o negli stadi o arene televisive e nella carta stampata e mantenuta con i soldi dei contribuenti.
La richiesta plateale e clamorosa di Di Pietro a Bersani,con quel suo reiterare pervaso quasi di insofferenza del sostantivo sinistra, è l’unica novità di rilievo sulla sonnolenta,monotona lettura del comizio del bunga bunga al decadente parlamento di questo Paese allo sbando.
A parte il Di Pietro che a ragione si intesta i referendum,ma è preoccupato del calo di voti del suo movimento alle amministrative e della posizione assunta dal De Magistris nei suoi confronti,per non parlare dei facili acquisti del suddetto bunga tra gli uomini da lui elevati al rango di onorevoli,il resto dei politici che occupano l’area di sinistra e di centro pare abbia dimenticato l’esito del recente responso elettorale sull’acqua,sul nucleare e sulla giustizia,partecipando con la cosiddetta destra del bunga al sollecito deposito di esso tra i robivecchi della Repubblica. Perciò,mentre la delinquenza affaristica opera more solito dietro le quinte,ufficialmente si ricomicia o si continua,come nulla fosse,con lo sgretolamento delle strutture portanti della Costituzione del ’48 e delle sue regole.