Stavolta è davvero finita per Berlusconi e soci. È finita come finiscono tutte le ideologie idolatre: di colpo, con gli idoli abbattuti nella polvere e calpestati a furor di popolo. Certo, il governo cercherà di sopravvivere, ma l’onda non gli lascia scampo. Nel tripudio referendario è sfuggito ai più un altro segnale indicativo: le elezioni amministrative siciliane che hanno decretato la vittoria del centro sinistra e del terzo polo nell’ex feudo del Cavaliere. Elemento che rafforza l’impressione generale: gli italiani non vogliono più saperne di una politica prodiga di promesse e avara di risultati, protesa al successo di un solo uomo a scapito di tutti gli altri.
Ed è proprio questo che rende impossibile un’inversione di tendenza. Berlusconi non è capace di fare altro: non sa ascoltare, non sa mediare, non sa fare i conti con la realtà. Quindi non è in grado di cambiare rotta. Bisogna vedere se il ceto politico che gli sta intorno accetterà di andare a fondo con lui. Di fatto il fuggi fuggi è già cominciato. La Lega, svillaneggiata dal suo stesso elettorato, cercherà di smarcarsi. I potentati pidiellini sono in subbuglio al grido di si salvi chi può. L’implosione è alle porte.
E non basta ad evitarla il dominio sulle tv. Questa è un’altra novità assoluta: prima dei referendum si temeva per il quorum perché Rai e Mediaset si erano guardate bene dall’informare sui quesiti. E invece la Rete è diventata protagonista e Berlusconi si è ritrovato senza potere. Dunque è finita anche la forza manipolatoria delle tv, e non è poco.
Tuttavia non si può dire che tutto questo produca automaticamente la vittoria del centro sinistra e del terzo polo, separati o insieme che siano. Perché il movimento in atto nella società italiana è ancora tutto da decifrare. C’è un diffuso sentimento antipartiti che investe tutti, nessuno escluso. Alla festa dei comitati promotori che si è svolta a Roma, nel mirino dei ragazzi in piazza è finito perfino il Tg3, reo di avere in studio a discutere dei risultati i rappresentanti dei partiti, compreso Bersani. Di Pietro l’aveva capito, e infatti ha subito assunto un profilo basso, ecumenico e rispettoso.
Anche Bersani sembra consapevole della sfida. Va detto che il Pd, pure arrivato in ritardo all’appuntamento referendario, ha avuto comunque un peso non irrilevante. I sondaggi, anche quelli commissionati da Berlusconi, danno il Pd come primo partito, e dunque c’è da credere che il suo impegno abbia contribuito non poco al risultato. Ma non basta: bisogna presentare proposte concrete e comprensibili, costruire una leadership credibile, e alimentare un clima di coesione convincente. Il vantaggio del centro sinistra rispetto al berlusconismo è quello di avere una cultura politica capace di mediazione e dialogo. E’ la premessa indispensabile per vincere, ma va tradotta in realtà. E non è un compito facile perché bisogna superare la diffidenza di chi ricorda bene i fallimenti passati del centro sinistra.
Il primo elemento da tenere in conto (e Bersani lo sa) è l’insofferenza degli italiani per le geometrie politiciste. Il che significa che tutte le dispute sulle alleanze producono un sentimento di ripulsa. Il paese è stanco, vuole che si affrontino temi come economia, lavoro, welfare senza gingillarsi nelle schermaglie care al ceto politico, nelle liti tra dirigenti, nei personalismi buoni solo a soddisfare le vanità contrapposte. L’importante è governare bene, non scegliere il timoniere.
In questo quadro è chiaro che non c’è spazio per governi di transizione. L’unica strada percorribile è quella delle urne, anche se, purtroppo, bisognerà andarci con la pessima legge elettorale che ci ritroviamo. Ci vorrebbe un miracolo per cambiarla. Ci vorrebbe che, in quattro e quattr’otto, il Parlamento riuscisse ad approvare, anche contro Berlusconi, un’altra legge. Magari il ritorno al Mattarellum, e cioè la cosa più semplice e veloce. Ma al momento questa è solo fantasia. Oggi la cosa più urgente da fare è disarcionare il Cavaliere. Poi comincerà un’altra storia.
Un piccolo contributo a mio avviso è venuto, il giorno e nell’ora giusti,in cui è giunto in Italia (con qualche strano intoppo all’aeroporto) l’Economist con quella foto di prima pagina del maniaco sessuale che ci fa fessi da 17 inverni.
Sempre a mio parere non si possono trarre facili conclusioni su possibili alleanze nazionali future tra PD e UDC,dal risultato elettorale amministrativo di sei degli undici modesti comuni di provincia, al ballottaggio altresì,in Sicilia.
Una regione per altro il cui vicereale capoluogo ha vinto il premio nazionale all’ultimo arrivato al referendum testè disputato.
A me non pare che Bersani sappia e sia consapevole ” …dell’insofferenza degli italiani per le geometrie politicistiche”; sarò lieto se l’autrice mi guiderà a cambiare parere con argomenti e documenti .
Grazie di cuore.
Montanelli in fondo non aveva sbagliato la diagnosi del berlusconismo, aveva solo omesso di precisare quanta dose di vaccino berlusconiano dovesse essere inoculato agli italiani (naturalmente solo a quella parte che pervicacemente ed ottusamente ha creduto e forse ancora crede al sogno, senza peritarsi di vedere l’inganno) per fargli capire in modo definitivo e radicale l’abisso morale ed il baratro culturale ed economico in cui li ha condotti l’aver confuso il carisma con la ciarlataneria, la bellezza con la volgarità, il sano profitto con l’affarismo illegale, l’etica con l’egolatria.
Ora al principio responsabilità (vittoria nelle amministrative ed ai referendum) dovrà seguire il principio speranza che, se laicamente coniugato, non potrà che rinforzare nuovamente i nostri cuori e rinsaldare il nostro convincimento che il tiranno sta per cadere dal suo piedistallo di argilla. L’Italia non è più un paese di gente stanca, vuole rinascere e vivere una nuova stagione in cui dare sostanza non ai sogni, ma al cambiamento, quello reale manifestato dall’orgoglio di quelli che quando dicono sì, anche se lo dicono quattro volote, vogliono accreditarsi un nuovo ruolo di protagonisti attivi della politica.
EVVIVA, abbiamo vinto: hanno vinto i comitati referendari; hanno vinti i partiti che ci hanno messo la faccia, l’impegno e qualche soldino; ha vinto la CGIL che ha sostenuto tutti i passaggi della compagna referendaria, specie nell’ultimo periodo; ha vinto l’ANPI, una delle associazioni più presenti nelle battaglie civili da un po’ di tempo; ha vinto LeG che ci ha creduto e che è stata costantemente presente. Anche il “non circolo” LeG di Pescara, che ha avuto un modesto impegno raccordandosi con quanti, associazioni e istituzioni, si sono spesi ed hanno dato una “mano” alla campagna referendaria, HA VINTO.
Pertanto ritengo l’analisi di Patrizia Rettori centrata e pertinente. Anche il modesto segnale proveniente dai comuni siciliani è di interesse e da valutare in modo molto positivo.
Il futuro prossimo non si prospetta facile: i partiti della sinistra e del centro sinistra non possono permettersi il lusso di sbagliare. Devono analizzare attentamente tutta la primavera elettorale e agire con attenzione. E devono analizzare anche il tasso di berlusconismo che loro stessi hanno assorbito.
BERLUSCONI IN QUESTA FASE HA SOLO DUE OPZIONI REALI: fuggire o adare in galera.
Il risultato del referendum è stata una grande RISATA liberatoria da parte di 28.000.000 di ITALIANI.
A me non pare che il PD sia preparato ad affrontare, assecondandolo, il “popolo apartitico” che sta disarcionando B.
Se così non fosse il PD avrebbe già aperto da un pezzo a Vendola non considerando minimamente l’ipotesi di un’associazione con Fini.
Ed invece c’è sempre la cricca Dalema che briga sottobanco per il potere: come faremo ad abbattere questi totem presenti nel nostro stesso schieramento?
Io lo so: ho votato per Vendola tutte le volte che mi è stata data la possibilità.
Ma il PD rimane sempre il primo partito della sinistra!
Bisogna chiedergli i danni morali e materiali. Bisogna cancellare tutte le sue leggi. Bisogna ricostruire una coscienza civile. Bisogna ricostruire la credibilità dell’Italia all’estero. Non voglio che l’Italia sia considerata lo zimbello del mondo per colpa di personaggi senza cervello. Bisogna impedire che vengano altri periodi come questo. Abbiamo avuto due dittature. Una di mussolini e una di berlusconi che si sta concludendo. Ne ho le tasche piene
Sono anch’io convinta che il PD non sia in grado di interpretare la grande onda che ha smosso un potere che sembrava granitico. Il nostro Paese ha necessità di un ricambio generale, nelle file del centro sinistra e in quelle del centro destra. Ma per nostra fortuna il secondo non è un nostro problema. Il nostro problema è che il più importante partito di opposizione NON è stato promotore di nessuna delle iniziative che hanno scosso le piazze le coscienze, che hanno riportato a fare politica centinaia di cittadini e che hanno portato a vincere sindaci anch’essi non appartenenti a questo partito. Il PD segue invece di guidare. Quindi non dobbiamo cedere, non dobbiamo rallentare dobbiamo costringerli a fare i conti con la realtà, e questa realtà è la società civile complessa, fremente e imperfetta. Ma una vera classe politica deve avere al suo interno la cura a questo suo male e deve reagire. Coloro i quali nel PD hanno l’idea il coraggio e la cultura per alzare la voce lo facciano ora. Noi saremo pronti ad appoggiarli. Non lasciamoci sfuggire l’attimo, la Storia è ora! Siamo gente che lavora che ha responsabilità che ha figli, progetti e sogni, siamo gli elettori! Sveglia!!!!!!
Vorrei dare un bacio a Valentina Ferrara,tanto grandi sono la passione e l’ intelligenza che animano il suo scritto !
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…….. ANCHE SE, PURTROPPO, BISOGNERÀ ANDARE ALLE URNE CON LA PESSIMA LEGGE ELETTORALE CHE CI RITROVIAMO.
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Signora Rettori,
c’é una soluzione semplice semplice per aggirare il Porcellun: che tutti i potenziali Presidenti del Consiglio – con un anticipo di almeno 6 mesi dalla possibile data delle prossime Elezioni Politiche – DICHIARINO i nomi delle persone che sarebbero da loro nominati al Parlamento nel caso vincessero le Elezioni.
Saremo noi Elettori a valutare le persone da loro proposte, e la nostra fiducia sarà accordata alla Compagine Politica di nostro orientamento ideologico SOLO rigorosamente sulla base dell’integrità morale ed intellettuale dei candidati e candidate presentati.
In parole diverse, noi Elettori proclamiamo di NON essere più disponibili a “comprare la gatta nel sacco”. Vogliamo sapere in anticipo chi saranno i nostri rappresentanti al Parlamento – uno per uno senza eccezione alcuna – non diversamente da come lo sapremmo in anticipo se votassimo con il vecchio sistema preferenziale.
Vogliamo RIPETERE Napoli e Milano!!! E lo faremo con la forza dei nostri VOTI e con il potere televisivo dei poveracci: la RETE!
Un modo semplice ma efficace per cominciare a ripulire il Parlamento di almeno una buona parte della marmaglia Umana che presentemente lo occupa.
Cho vuole scilipotare, scilipoti pure. Ma sappia che non andrà molto lontano.
Con stima,
jb Mirabile-caruso.
Cara o caro Clauderice ti ringrazio davvero, la passione politica è l’unica cosa che ho. Ma sento come fosse una intuizione essenziale, che questo che viviamo è un momento unico! Grazie…..
Pienamente d’accordo con VALENTINA FERRARA.
Vorrei solo aggiungere che se il diciassettenio di allegro imperio politico dell’imbonitore di Arcore si conclude in farsa e non in tragedia ciò si deve in gran parte al fatto che si reggono ancora taluni principi di fondo della vita civile democratica sanciti dalla più razionale e non facilmente distruttibile Costituzione Repubblicana di cui può vantarsi il mondo occidentale. Come dimostrano i tentativi al riguardo posti in essere nel diciassettennio di inciuci politici vari e intermezzi bicamerali i cui artefici occupano ancora i primi piani delle telecamere (ma non ancora quelli di Internet).
La più bella Costituzione democratica di cui la mia generazione può vantarsi,creata con la mente,l’animo e il cuore dopo aver subito vent’anni di menzogne e di umiliazioni imposte da un demagogo voltagabbana giunto al potere con le minacce,la violenza e gli imbrogli elettorali in anni di grave crisi morale ed economica del Paese.
Anche con il Premier di Israele….ma basta! Vattene che ci ridono dietro anche alle Fijii…
Assolutamente d’accordo