Il nucleare nel paese delle cricche

Sentita in tv: il nucleare non è più pericoloso di altre fonti di energia. Perfino l’idroelettrico ha mietuto vittime, basta pensare al Vajont, che ha fatto molti più morti di Chernobyl.

A sostenere questa tesi spericolata, nell’ultima puntata di Anno zero, è stato il portavoce dei giovani del Pdl, e si capisce che, data la verde età, non abbia ricordi di quella tragedia. Ciò che meraviglia è che nessuno dei più attempati presenti si sia preso il disturbo di spiegargli la verità. Che è la seguente.

Non fu l’idroelettrico a causare la catastrofe del Vajont, ma il fatto che la diga fosse stata costruita sulle pendici di un monte franoso, le cui condizioni erano note, a patto che si fosse voluto vederle. Invece nessuno dei responsabili volle vederle, perché il business era troppo grosso per buttarlo via dando retta agli esagitati uccelli del malaugurio.

Questa era l’Italia allora. E oggi? Oggi è anche peggio. Oggi si sono costruite case dello studente di marzapane in una città ad alto rischio sismico come L’Aquila. Si sono sopraelevate scuole senza curarsi se la struttura potesse reggere il sovraccarico. E vogliamo affidare al sistema che ha prodotto questi disastri la costruzione di centrali nucleari? Ma per carità!

In questi ultimi anni si sono allentati i controlli sulla realizzazione delle opere pubbliche e sulla affidabilità delle imprese appaltatrici per privilegiare la velocità di costruzione. Snellimento e sburocratizzazione: queste sono state le parole d’ordine. Che non sono sbagliate in sé, ma che di fatto hanno favorito soprattutto la proliferazione di cricche affaristiche impegnate a massimizzare i propri profitti senza che dall’altra parte, e cioè dal versante pubblico, ci fosse un’adeguata vigilanza sul fatto di spendere bene i soldi dei contribuenti. Al contrario, gli affaristi si sono spesso associati ai politici, in una commistione che vedeva i cittadini nelle vesti di polli da spennare.

Ora, non solo chi è contro il nucleare ha molte buone ragioni. Anche chi è a favore ne ha. Ma tutti dovranno convenire sul fatto che un sistema malato e inquinato come quello italiano non è in grado di affrontare una faccenda complicata come quella di costruire centrali nucleari con un grado affidabile di sicurezza.

Il giovane pidiellino ospite di Santoro può saper poco del Vajont, una storia vecchia e conclusa. Ma può star sicuro che se sul monte Toc, quello che franò, fosse stata piazzata una centrale nucleare, oggi ne saprebbe tutto. Perché un pezzo d’Italia sarebbe stato desertificato, e la cosa riguarderebbe lui, i suoi figli e i suoi nipoti fino all’ennesima generazione.

8 commenti

  • parlando di nucleare, c’è un altro punto che mi sembra sia stato trattato con una certa superficialità, ed è quello relativo ai picchi di consumo. il fatto è che l’italia è perfettamente in grado di fare fronte ai picchi di consumo, mentre importa energia quando il fabbisogno è minore. proprio perché le centrali nucleari non sono in grande di modulare la quantità di energia prodotta in funzione del fabbisogno, nelle ore notturne il prezzo dell’energia importata cala in modo sensibile, tanto da rendere conveniente l’importazione rispetto alla produzione.
    chi invece non è in grado di far fronte ai picchi di consumo energetico durante l’inverno è proprio la francia, nonostante il nucleare.

  • penso che si debba fare una precisione non credo che tutti coloro che sono contrari alle centrali nucleari siano contrari alla ricerca nucleare anzi tutt’altro.
    io, ipotesi, sono contrario allo sfruttamento della fissione nucleare dimostrata pericolosa e oggi, e bene ribadirlo, economicamente insoddisfacente, ma sono interessato ipotesi sulla fusione o ad altre ricerche.
    non mi piace l’idea che si diffonde che coloro che sono contro il nucleare vogliono una società legata alle candele, oppure soffocata dai fumi delle centrale convenzionali, perché la prima non è desiderata da nessuno la seconda sarebbe evitata se venissero girati solo una parte dei milioni di euro destinati al tanto desiderato nucleare.
    diciamo la verità il governo attuale gli interessa non tanto la produzione energetica con il nucleare ma la costruzione delle centrali e di queste in special modo le opere civili (cemento) che sarebbe pari alla quantità che servirebbe per la costruzione, guarda caso, del ponte sullo stretto ( 1,5 milioni di mc. cemento). chi ha buone orecchie intenda………….

  • L’uomo si sa’ è un’animale insaziabile,più ha più vuole,fino al suicidio più o meno cosciente.

    Il giovane nuclearista che tirato in ballo ad Annozero la frenata sull’energia idroelettrica,a suo tempo causata dal disastro del Vajont,giudicandola insensata,ignora il bel resoconto televisivo fatto anni addietro da Paolini,quale rinfresco della corta memoria degli abitanti di questo Paese.

  • Cari Liberi e Giusti, cari tutti,
    l’invito che rivolgo a tutti è di andare a votare SI per i quattro quesiti referendari senza tentennamenti.
    Anzi invito tutti voi, e i vostri amici che riuscirete a contattare, ad andare a votare nelle prime ore di domenica mattina.
    Sarebbe bello che le prime proiezioni dell’affluenza alle urne siano un’indicazione chiara di partecipazione consistente.
    Potrebbe essere un ultimo significativo invito, ai tiepidi, agli indecisi, a quanti ritengono superfluo partecipare, per prendere la decisione di andare a votare, magari all’ultimo minuto.
    Vi segnalo il sito della “Sora Cesira” con l’ultimo video”VOTE”. Ogni tanto un po’ di buon umore fa solo bene.
    Ciao a tutti, a lunedì 14 giugno.
    Alberto

  • Caro Camiscione,è quello che stiamo facendo.
    Mettendo nel conto non solo gli atti disperati della coppia padana PDL-LEGA ma anche la “discordanza”,come definisce Celentano il discorde impegno sul problema della nomenklatura dei partiti cosiddetti di opposizione.

  • Detesto Berlusconi, ho votato Pisapia, sono un liberal e anche un po’ di sinistra. Parteciperò ai Referenda e spero ardentemente che si raggiunga il quorum. Sono un ingegnere elettrotecnico e non parlo per sentito dire; conosco l’ ENEL, che saprebbe gestire perfettamente la costruzione di una centrale nucleare. E poi sono stufo di sentir dire che ” un sistema malato ed inquinato come quello italiano non è in grado di affrontare faccende complicate”. Davvero stufo.

  • Il referendum sul nucleare riguarda un tema assolutamente strategico per una comunità, qual è per l’appunto quello della scelta delle fonti di energia, che però troppo spesso nel nostro Paese è stato (e continua ad essere) affrontato in maniera irrazionale e per di più da persone non in grado di far capire i reali termini della questione. Si dovrebbe, per esempio, partire dall’inizio, anziché dalla fine, cercando di illustrare i motivi per i quali è possibile, attraverso una corretta scelta delle fonti di energia a seconda degli usi finali, ridurre, se non eliminare, la necessità di dover far ricorso a centrali nucleari per la produzione di energia elettrica. In modo assolutamente analogo si dovrebbe far capire ai cittadini italiani perché un’efficiente gestione dei rifiuti eviterebbe di dover far ricorso a inceneritori.
    Infine, com’è possibile affrontare in modo razionale il tema proposto dal referendum sul nucleare senza tener conto di quello che è l’Italia, cioè una nazione assolutamente priva del senso dello Stato, in cui interessi di privati cittadini (imprenditori, politici, intermediari) prevalgono sistematicamente sull’interesse generale, in cui il cosiddetto bene comune è semplicemente una chimera?

  • ho già avuto l’opportunità di scrivere che tutta questa fregola del nucleare è motivata esclusivamente per appaltare le opere civili ( 1,5 milioni di mc. di cemento) pari a quello che serve per il ponte sullo stretto a buon intenditore poche parole…………………

    a quel ragazzo che ha ricordato il Vajont come disastro da addebitare all’idroelettrico basterebbe ricordargli che primo è stato un esempio classico di pressappochismo tutto italico e se ci fosse stato un disastro nucleare nello stessa zona oggi ci sarebbe ancora l’isolamento del nostro paese verso l’europa dell’est oltre che problemi di contaminazione inimmaginabili.

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