La Costituzione Italiana come limite al potere. Rispettiamola!

10 Mag 2011

Allo Stato spetta il compito di garantire a ciascuno il massimo della libertà d’azione e di scelta nella realizzazione di sé ma sempre accompagnata da due valori fondamentali dell’individualismo competitivo: responsabilità e reputazione, il cui organo di controllo non può che essere sociale. L’incontro

Costituzione italiana

Il circolo triestino di Libertà e Giustizia, insieme con l’Istituto Gramsci del Fvg, invita la cittadinanza all’incontro di mercoledì 11 maggio alle ore 17.30 dal titolo “La Costituzione Italiana come limite al potere. Rispettiamola!” che si tiene in sala Vulcania 1 del Centro Congressi Stazione Marittima (Molo Bersaglieri 3). Saranno tre docenti di Diritto Costituzionale dell’Università di Trieste, Sergio Bartole, Paolo Giangaspero e Flavia Dimora (modera la giornalista Gioia Meloni) ad affrontare i temi essenziali inerenti natura e funzione della Costituzione Italiana.

Temi dotti, riservati a pochi, professorali? Bartole, Giangaspero e Dimora dimostreranno che no e che ne va della nostra vita (civile). Che allo Stato spetta il compito di garantire a ciascuno il massimo della libertà d’azione e di scelta nella realizzazione di sé ma sempre accompagnata da due valori fondamentali dell’individualismo competitivo: responsabilità e reputazione, il cui organo di controllo non può che essere sociale. E che è garantito da una Carta che vigila sui possibili abusi, su dovere e disciplina, e da quegli organi di controllo di cui si sta sistematicamente attentando l’indipendenza anche attraverso la denigrazione: Magistratura e stampa.

Un’occasione per i cittadini di intervenire con delle domande. Cominciando ad esempio proprio dalla testa, l’art. 1 della Costituzione che recita “L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro”, domandando a degli esperti perché mai dia tanto fastidio la parola “lavoro” al punto da proporne l’abolizione, almeno da parte di alcune forze politiche. Magari perché mettere insieme declino del valore del lavoro e peggioramento della qualità della democrazia non è una forzatura?

Ricordare il lavoro dell’Assemblea Costituente “rigidamente democratica e arditamente sociale” come la definì Aldo Moro all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale e del fascismo, serve oggi a comprendere quale formidabile strumento di vigilanza sia stata e sia ancora oggi la Costituzione.

Perchè gli articoli della Costituzione non servono solo a istituire il potere ma sono anche fonte di diritto e tutela per tutti i cittadini, e in un momento -questo momento- tanto delicato per la sopravvivenza delle libertà istituzionali e quindi civili dell’Italia è fondamentale non consentire a nessuno di mortificarli fino a svuotarli di senso.

È proprio la forza della parola il fondamento su cui fa leva il circolo triestino di Libertà e Giustizia, la cui filosofia si fonda sul saldo convincimento che la democrazia vive solo quando le regole costituenti sono interiorizzate dai cittadini. Per questo il titolo dell’incontro mette l’accento su “rispetto” piuttosto che su “difesa”della Costituzione. Il rispetto come responsabilità personale, non solo comincia dal singolo e nel migliore dei casi si estende ai più in un circolo virtuoso, ma include in sé anche la difesa senza necessariamente delegarla a terzi.

Libertà e Giustizia ha anche sottoposto indiscriminatamente a tutti i candidati triestini in lizza per le elezioni amministrative (Sindaco e Presidente della Provincia) una “Carta del buon governo locale” contenente linee di principio alle quali attenersi nel corso del mandato. A rispondere finora sono stati Renzo Maggiore, candidato Sindaco per Trieste Giovane e Giorgio Ret, candidato Presidente della Provincia per il PdL. Libertà e Giustizia si è inoltre fatta promotrice di una mozione per richiamare l’attenzione degli elettori triestini sulla necessità di difendere i valori di solidarietà, laicità, rigore e trasparenza nella soluzione dei problemi amministrativi e strutturali del territorio.

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