Ddl Alfano, primo rinvio per la riforma

03 Mag 2011

Incardinato alla Camera il disegno del Guardasigilli, slitta però la discussione. “Siamo aperti al confronto”, dice Alfano. “Introduce solo paletti e steccati per i magistrati”, ribatte Andrea Orlando, responsabile pd per la Giustizia. Firma l’appello di LeG contro contro questa riforma

La riforma costituzionale della Giustizia messa a punto dal Guardasigilli Angelino Alfano è stata incardinata ufficialmente alla Camera, nelle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali. I relatori, Gaetano Pecorella (per la Commissione Affari Costituzionali) e Manlio Contento (per la Giustizia) hanno illustrato la propria relazione. La discussione generale, però, è stata rinviata ad altra seduta. Soddisfatta la maggioranza: “Pecorella e Contento hanno fatto davvero un ottimo lavoro”, commenta Maurizio Paniz (Pdl) al termine della seduta. Decisamente più critica l’opposizione: “La via crucis è finita”, dichiara il finiano Nino Lo Presti subito dopo la relazione che ha visto i due deputati del Pdl illustrare gli articoli del testo un po’ alla volta. “È stato un gradevole duetto – incalza il responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando – che conferma le nostre valutazioni e cioé che questo provvedimento non affronta nessun nodo strutturale, ma introduce solo paletti e steccati per i magistrati”.

Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, difende la sua riforma e avverte che il testo “non è affatto blindato”. Spiega: “Noi siamo aperti al confronto, ma l’opposizione dovrà motivare i suoi ‘no’ perché in questo progetto di legge ipotesi strampalate di lavoro non ce ne sono”. “Siamo fiduciosi sul fatto che un confronto ci possa essere – prosegue – anche se è evidente che alcuni principi come, ad esempio, la parità tra l’accusa e la difesa e la responsabilità civile dei magistrati sono per noi del tutto imprescindibili e rappresentano anche un grande servizio per i cittadini”.

“Intanto oggi abbiamo cominciato“, risponde il Guardasigilli ai cronisti che gli chiedono come sia andata la seduta delle Commissioni dedicata alla riforma. “È la prima volta, dal 1948 ad oggi, che si comincia a dibattere di giustizia nel merito”, afferma. “Con questo testo – sottolinea – abbiamo recuperato il meglio di quelle che furono le opzioni dei padri costituenti”. Il ministro della Giustizia vede di buon occhio il fatto che il centrosinistra abbia chiesto di fare numerose audizioni sul tema: “Bene – dichiara – non ci opponiamo affatto a questa richiesta. Anzi. Siamo disposti ad ascoltare chiunque possa dare un contributo. Il dibattito, più sarà trasparente, più renderà chiare le nostre posizioni”. “Alla fine però – afferma Alfano, quasi sorridendo – la Commissione dovrà pur decidere …”.

Libertà e Giustizia che il 21 febbraio  ha lanciato l’appello La riforma della Giustizia non la fanno gli imputani (né i loro avvocati!) seguirà i lavori delle commissioni e dell’Aula, annunciando fin da ora la raccolta di firme per un possibile referundum contro questo progetto di legge che non riforma il sistema a favore dei cittadini, ma ha l’unico scopo di lenire le ossessioni giudiziarie di un presidente del Consiglio che non esita a stravolgere la Costituzione e ad attaccare la Corte costituzionale per risolvere i suoi personali guai giudiziari.

“Il ministro Alfano vuole sapere quali sono i nostri ‘no’ alla sua controriforma? Eccoli: no perché è un testo devastante, punitivo ed intimidatorio verso i magistrati. No perché non riforma, ma deforma la Costituzione. No perché la magistratura viene declassata a ordine. No perché il sistema giustizia viene posto sotto sequestro dal potente e dal politico di turno. No perché sancisce la morte per i due principi cardine della nostra Carta Costituzionale: l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”. Lo afferma il capogruppo Idv in Commissione Giustizia Federico Palomba. Il deputato prosegue: “No perché la magistratura viene messa sotto il controllo dalla Corte di disciplina. No perché con questa ‘deformazione’ della Costituzione il potere e i colletti bianchi la faranno franca e i poveracci riempiranno le carceri. No perché mette la polizia giudiziaria sotto il controllo dell’esecutivo”. “L’Idv – annuncia – farà le barricate e un’opposizione feroce, a partire dai tempi di approvazione: non permetteremo nessuna ghigliottina o strozzatura della durata della discussione. Ci batteremo dentro e fuori dal Parlamento per evitare il de profundis della giustizia”.

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