Il gioco delle tre carte

27 Apr 2011

La truffa è svelata. E a farlo è chi l’aveva organizzata: Silvio Berlusconi. Ha fatto approvare al Senato un emendamento che, formalmente, blocca le norme per le costruzione di nuove centrali, ma in pratica serve a evitare un giudizio popolare avverso all’esecutivo.

Dunque, è ufficiale. La truffa è svelata. E a farlo è chi l’aveva organizzata: Silvio Berlusconi. Le dichiarazioni del premier vengono al termine della conferenza stampa con Sarkozy : “Il nucleare è il futuro per tutto il mondo. Ma in Italia l’accadimento giapponese ha spaventato moltissimi cittadini, circostanza  di cui ho avuto conferma a seguito dei sondaggi. Se fossimo andati al referendum, il nucleare non sarebbe stato possibile per molti anni. Di qui la moratoria decisa perché, dopo uno o due anni, si possa avere un’opinione pubblica più favorevole”. Avete sentito bene? È una confessione piena. L’opinione pubblica era turbata dalla catastrofe di Fukushima. Si sarebbe pronunciata contro il nucleare. E, allora, il governo ha pensato di non farla votare in questa condizione di emotività. Si è costruita un’altra legge su misura, che risponde alla solita logica ad personam. Ha fatto approvare al Senato un emendamento che, formalmente, blocca le norme per le costruzione di nuove centrali, ma in pratica serve a evitare un giudizio popolare avverso all’esecutivo. È lui, Berlusconi, a decidere quando è il momento, per i cittadini, di esercitare il loro potere di controllo.

C’è in questo l’essenza della filosofia del Cavaliere: il gioco delle tre carte; addirittura, l’istituzionalizzazione dell’inganno. Né il premier intende fermarsi qui. Dopo il nucleare viene l’acqua. E’ pronto un secondo intervento legislativo ad hoc per bloccare, sul filo del traguardo, anche un altro referendum, quello sulla privatizzazione delle risorse idriche. L’obiettivo finale Berlusconi non può dichiararlo. Ma è ugualmente risaputo: rendere nullo il terzo referendum, quello sul legittimo impedimento, che tocca la questione politica per lui più calda. Il suo ragionamento è semplice: sgomberato il campo dal più sentito dei referendum, quello sul nucleare, disinnescata anche la mina della privatizzazione dell’acqua, dovrebbe venire a mancare il traino per la consultazione sul legittimo impedimento. Il 12 giugno, che è la data fissata dal governo per evitare l’abbinamento con le amministrative, con scuole già chiuse e un certo numero di famiglie in vacanza, sarà ben difficile, per chi propone l’abrogazione del legittimo impedimento, ottenere il quorum necessario a rendere valido l’esito del referendum.

Insomma, una volta di più si usano le leggi per fare gli interessi del  premier, mettendolo al riparo dai rischi di una consultazione democratica. Ma non è Berlusconi l’uomo che ogni giorno si appella, esaltandola, alla sua investitura popolare? La contraddizione è solo apparente. L’appello al popolo, il giudizio dei cittadini, vanno bene quando Berlusconi è sicuro di vincere. Altrimenti, trucca il gioco, rovescia il tavolo, pronto alla manipolazione più sfacciata degli istituti democratici. Questa volta, il Cavaliere ha paura di perdere. Quindi,  preferisce evitare di correre  rischi. I sondaggi di cui si nutre lo hanno avvertito che il suo consenso personale è in calo, che la disillusione investe il suo elettorato. La legge che si vorrebbe abrogare, il legittimo impedimento, è stata “ridimensionata” a gennaio dalla sentenza della Corte costituzionale, ma conserva tutta la sua valenza politica. La consultazione si trasformerebbe in un referendum sulla politica berlusconiana. E il Cavaliere lo perderebbe. Meglio, dunque, cancellare i referendum uno dopo l’altro. Evitando che l’ondata di ripulsa investa il governo. Già in passato, tra 1991 e il 1993, i leader della prima Repubblica fecero l’errore di sottovalutare i rischi dei referendum, e sappiamo come andò a finire.

Tuttavia, non è così semplice, per il premier, raggiungere l’obiettivo che si è prefisso. Quando l’emendamento sul nucleare diventerà legge, toccherà all’ufficio centrale della Corte di Cassazione valutare se ci sono le condizioni per vanificare il referendum. Berlusconi ha  studiato il delitto perfetto per cancellare il quesito. Ma, come accade al protagonista di un giallo di Agatha Christie, nell’ultimo atto, si è rivelato. E, ora, è reo confesso.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Le scuole di Libertà e Giustizia

L’Unione europea come garante di democrazia, pace, giustizia

In vista della legislatura 2024-2029, l’associazione Libertà e Giustizia propone sette incontri sul ruolo del Parlamento europeo e le possibilità di intervento dei singoli cittadini e delle associazioni

Approfondisci

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.