Il Palagiustizia presidiato per solidarietà ai giudici

22 Apr 2011

«Br in Procura? Toghe rosse? Sì, ma rosso sangue»: non ha bisogno di spiegazioni il messaggio che ieri mattina il circolo bresciano di «Libertà e giustizia» ha voluto lanciare con un presidio che si è tenuto all’esterno del Palagiustizia di via Gambara.

«Br in Procura? Toghe rosse? Sì, ma rosso sangue»: non ha bisogno di spiegazioni il messaggio che ieri mattina il circolo bresciano di «Libertà e giustizia» ha voluto lanciare con un presidio che si è tenuto all’esterno del Palagiustizia di via Gambara. Dalle 9 alle 13 i membri dell’associazione, accompagnati dal coordinamento provinciale di «Libera», hanno distribuito volantini per ricordare che la magistratura va difesa in quanto è uno dei tre poteri che reggono l’ordinamento dello Stato.
«Libertà e giustizia» ha deciso di far sentire la propria voce dopo l’ennesimo attacco ai giudici, operato stavolta da Roberto Lassini, candidato del Pdl alle prossime elezioni comunali di Milano, che ha ritirato la propria candidatura dopo le polemiche suscitate dai manifesti con cui ha tappezzato il capoluogo lombardo, che recitavano «Fuori le Br dalla procura». Ma secondo la coordinatrice di «Libertà e giustizia» di Brescia, Gisella Bottoli, quello di Lassini è un gesto che «riprende ciò che il suo “padrone” dice da anni, attaccando sistematicamente la magistratura. Berlusconi non accetta di sottostare ai poteri dello Stato, si comporta come se l’Italia fosse di sua proprietà e attacca la giustizia cercando di delegittimarla». Il premier, per gli attivisti del movimento, dimentica le sentenze a suo favore – come il Lodo Mondadori, per cui il reato di corruzione è stato dichiarato prescritto -, «mentre lui e i suoi servi usano il potere economico e quello mediatico per affermare il proprio potere».
PER DIFENDERE la dignità dei giudici, «Libertà e giustizia» ha voluto ricordare i 25 magistrati morti dal 1969 al 1995 per mano del terrorismo rosso e nero e della mafia, con cartelli appesi al collo degli attivisti su cui erano scritti tutti i nomi di chi ha perso la vita solo per aver fatto il proprio dovere e per non essersi fermato davanti alle minacce. E per mettere fine a questa situazione definita «insostenibile», «Libertà e giustizia» ha chiesto l’intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Deve parlare alla Nazione a reti unificate – ha sostenuto Bottoli -; questo non per attaccare qualcuno, ma per chiarire alcune cose che gli italiani sembrano non capire. Per esempio, che solo lui, il garante della Costituzione, può sciogliere le Camere, e che come capo del Csm non tollera più attacchi violenti come quelli che Berlusconi lancia giornalmente ai giudici».

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