Quando B. le spara grosse

18 Apr 2011

Se Berlusconi è in difficoltà, se per la Moratti è possibile il ballottaggio e dunque per Pisapia si apre uno spiraglio di vittoria, bisogna che tutte le opposizioni moltiplichino gli sforzi per spalancare quello spiraglio e trasformarlo in realtà. La lettera di Veltroni-Pisanu in questo senso è una novità da ben considerare.

Quando comincia a spararle sempre più grosse, vuol dire che Berlusconi si sente in difficoltà. Stavolta vede in pericolo la vittoria a Milano, e perciò rimette in campo tutto l’armamentario dei momenti difficili, riassumibile nel complotto finian-giudiziario-comunista. Non vale la pena, quindi, di dedicare troppe parole all’ultimo delirio del Cavaliere, tranne che per valutarne le implicazioni. Perché se lui è in difficoltà, se per la Moratti è possibile il ballottaggio e dunque per Pisapia si apre uno spiraglio di vittoria, bisogna che tutte le opposizioni moltiplichino gli sforzi per spalancare quello spiraglio e trasformarlo in realtà.
Il tentativo berlusconiano è quello di sempre: mettere se stesso al centro della scena, così da radicalizzare lo scontro e riprendersi i voti dei delusi o dei potenziali astensionisti del suo schieramento. È evidente che se si vuole inceppare un meccanismo ben collaudato (chiedere a Soru per ulteriori chiarimenti) bisogna evitare di scendere sul terreno prediletto dal Cavaliere, bisogna impedirgli di galvanizzare il suo elettorato, al quale invece vanno ricordati gli orrori, recenti e non, del berlusconismo.
E qui va detto che la reazione di pancia con cui è stata accolta la lettera al Corriere della Sera firmata da Walter Veltroni e Beppe Pisanu non fa ben sperare. La novità di quella lettera non era tanto nei suoi contenuti quanto nel fatto che un uomo come Pisanu sia uscito allo scoperto manifestando in modo tanto clamoroso il suo disagio per l’ultima deriva berlusconiana. Il popolo del centro sinistra si chiede continuamente cos’altro debba combinare il Cavaliere per disgustare le sue truppe. L’uscita dell’ex ministro dell’Interno, quello che fu messo da parte perché si rifiutò di pasticciare con i risultati elettorali che portarono Prodi alla vittoria per un soffio, dovrebbe perciò essere accolta da un applauso scrosciante.
E invece no. Invece ci si è interrogati sulle motivazioni occulte di Veltroni, sulla limpidezza della figura di Pisanu, sugli scopi reconditi dell’intera operazione. Ora, che Veltroni lavori per tornare sulla scena da protagonista è ovvio, fa parte del gioco politico. Allo stesso modo, non ci sono dubbi che Pisanu sia stato un berlusconiano entusiasta. E allora? Ben venga Veltroni se la sua tattica, oltre che giovare a lui stesso, fa bene anche allo schieramento di cui fa parte. E ben venga Pisanu, se si è reso conto che le speranze con cui si era accostato al Cavaliere erano mal riposte.
Infine, la proposta contenuta nella missiva al Corriere: un governo di decantazione che consenta di svelenire il clima e di affrontare alcuni problemi di fondo, come la riforma della legge elettorale. Forse adesso appare fuori tempo, come si è detto e scritto, ma se Pisanu non è solo (e cioè se la maggioranza berlusconiana non fosse così salda come adesso appare) potrebbe tornare di attualità. E nessuno dovrebbe dispiacersene tra quelli che, a suo tempo, avanzarono proprio una proposta di questo tipo. Se si vuole vincere, la strada è questa. Bisogna fare in modo che l’esempio di Pisanu faccia scuola, che chi nel centro destra comincia a stare stretto si faccia coraggio ed esca allo scoperto. Non accadrà se la prospettiva è quella di essere coperti di insulti dallo schieramento abbandonato, e di essere guardati con sospetto dall’altra parte della barricata. Ma può accadere se centro e centro sinistra dimostrano spirito di accoglienza per gli uomini di buon senso che non riescono più a stare nel centro destra. E ce ne sono, sia tra gli eletti che tra gli elettori.

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