Vittime senza giustizia, la protesta fuori dal Palazzo

13 Apr 2011

Manifestazione contro il processo breve, mentre l’Aula approvare la norma che manderà al macero migliaia di processi. Prima a Montecitorio e poi al pantheon sfila la rabbia dei familiari delle vittime de L’Aquila, di Viareggio, della Moby Prince, ma anche dell’amianto e della mafia. I twitts

Quando esplode la rabbia, si urla “vergogna”. Ma è quieto il sit-in delle Vittime senza giustizia. La protesta contro il processo breve che l’Aula di Montecitorio sta per approvare comincia alle 15, dietro le transenne, oltre l’obelisco. Il salvacondotto giudiziario per Silvio Berlusconi indigna chi manifesta pacificamente, perché sa che così andranno al macero migliaia di processi. Ci sono i familiari delle vittime del terremoto de L’Aquila, dei morti nella strage ferroviaria di Viareggio, o a causa dell’amianto, della mafia, dell’incendio sulla Moby Prince. Vittime che ora potrebbero restare senza giustizia. Al loro fianco, tante associazioni: Libertà e Giustizia, Articolo 21, Anpi, Popolo Viola. Sfilano nel pomeriggio parlamentari dell’Italia dei Valori, del partito democratico, di Futuro e Libertà e di Sinistra è libertà. La bandiera che si vede di più è il Tricolore. C’è il governatore toscano Enrico Rossi. “Noi stiamo con le vittime e non con i carnefici – dice al megafono Gianfranco Mascia dei Viola – mentre nel Parlamento la maggioranza se vuole portare avanti questa prescrizione breve sta con i carnefici”. Quando l’Aula boccia lo stralcio su L’Aquila e Viareggio, la piazza alza la voce: “Vergogna, vergogna”. La mobilitazione coinvolge centinaia di manifestanti. Cantano l’Inno di Mameli. “La verità non si compra la giustizia si pretende – recita un grande striscione adagiato per terra – verità, giustizia, sicurezza per Viareggio. Perche non accada mai più”. “Non servono sentenze colpevoli – si legge su un altro – solo uomini”.

Per Libertà e Giustizia intervengono Sandra Bonsanti, presidente dell’associazione, Massimo Marnetto, che coordina il circolo di Roma e il garante Giovanni Bachelet che è anche deputato del Pd.

Duro faccia a faccia fra Maurizio Paniz, relatore Pdl della legge sul processo breve, e il Popolo viola. Ma oggi di fronte all’esperto legale del premier, c’era anche il leader dei Viola, Gianfranco Mascia. E la protesta prende anche la forma della contestazione quando passa in piazza la sottosegretaria all’Attuazione del programma Daniela Santanchè: “Vergogna”, le gridano gli esponenti del Popolo viola. Anche a Montecitorio i toni non sono pacati. «Questo disegno di legge è contrario alla giustizia e all’accertamento della verità», urlano dal sit-in.  Tra i manifesti esposti, oltre alle foto delle vittime delle varie stragi, cartelli contro il Governo e contro Berlusconi e frasi come “la legalità è il potere di chi non ha potere”. Un coro di cantanti amatoriali, chiamato Resistenza musicale permanente, intona il Coro del Nabucco “a difesa della Costituzione e per le dimissioni di Berlusconi”. Poi, dalle 18, la protesta si sposta al Pantheon.

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