Così parlò il Grande Architetto

08 Apr 2011

Per avere in Italia una vera democrazia bisogna cambiare l’architettura istituzionale e riformare la Costituzione, è necessaria una riforma dell’architettura costituzionale perché il Governo non ha il potere di decidere. Il calendario giudiziario di Berlusconi

Dispesa consigli, invita le giovani studentesse al bunga-bunga e poi, ualà, come un disco che s’incanta torna sul progetto di sempre: riformare la Giustizia (a modo suo) e riscrivere la Costituzione (sempre a modo suo). Man mano che nei saloni di rappresentanza di Palazzo Chigi sfilano i giovani premiati del “Campus mentis”, Berlusconi spende parole di incoraggiamento per gli imprenditori del futuro. Ma i discorsi migliori, le pacche sulle spalle più forti, le riserva a se stesso. “Non sono riuscito a fare la riforma della giustizia – spiega – perché non sono stato capace di avere il 51 per cento dei voti. Mi sono trovato ad avere una maggioranza di coalizione in cui c’erano dei partiti, quelli di Fini e Casini, che ogni volta stavano dalla parte dei privilegi dei giudici. Ora ho una maggioranza esile nei numeri, ma più coesa e dunque in grado di fare le riforme”, a cominciare da quella della giustizia. Poi è la volta della Costituzione: “Per avere in Italia una vera democrazia bisogna cambiare l’architettura istituzionale e riformare la Costituzione, è necessaria una riforma dell’architettura costituzionale perché il Governo non ha il potere di decidere ma può al massimo suggerire al Parlamento un provvedimento. Questo va poi nelle Commissioni parlamentari, poi in aula, infine deve piacere al Capo dello Stato”.

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