Il calendario di Silvio

08 Apr 2011

Appuntamenti in scadenza con le aule giudiziarie milanesi, da un lato, dall’altro la rincorsa della Camera per votare il processo breve, quell’amnistia mascherata che secondo il Csm potrebbe mettere a rischio 15 mila processi.

Salvo impegni dell’ultimo momento, Silvio Berlusconi sarà in aula lunedì, a Milano, nell’ambito del processo relativo ai presunti fondi neri creati da Mediaset attraverso la compravendita dei diritti televisivi e cinematografici, che lo vede imputato di frode fiscale. Lo fanno sapere i legali del presidente del Consiglio. All’udienza della prossima settimana, davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale, dovrebbero essere sentiti alcuni testi di uno degli imputati e cioè del produttore americano Frank Agrama.

Il 31 maggio è atteso in aula, sempre a Milano, per l’udienza del caso Ruby. Resta da capire che sorte toccherà a quel processo, dopo la decisione della Camera di votare a favore del conflitto di attribuzione. Tra qualche mese la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità del conflitto, se il parere sarà positivo, ci vorrà un’altra sentenza per chiarire se spetta alla procura o alla Camera stabilire la ministerialità del reato di cui è accusato Berlusconi. Il processo potrebbe essere sospeso per “opportunità”, come accaduto altre volte. Secondo le più facili previsioni, i legali del premier, in aula chiederanno ai giudici di sospendere il processo in attesa che la Corte decida: non prima di ottobre l’ammissibilità dell’istanza e poi, l’eventuale merito all’inizio dell’anno prossimo. Ma la prima eccezione procedurale in ordine di tempo riguarderà sicuramente la presunta incompetenza del collegio della quarta sezione penale del Tribunale di Milano in favore del Tribunale dei Ministri.

Poi c’è la questione delle intecettazioni che riguardano Silvio Berlusconi e che, finite agli atti “probabilmente per errore”, dovrebbero in realtà avere l’autorizzazione della Camera, per essere trascritte e inserite nel fascicolo.

Intanto, la Camera continuerà l’esame del Processo breve che come annunciato dal presidente Fini, potrebbe concludersi con votazione mercoledì 13. Ora c’è anche il parere del Csm che ritiene il provvedimento una sorta di “amnistia sostanziale” e parla di un 10 per cento dei processi a rischio, per un numero più o meno pari a 15mila. Tanti sarebbero, in Italia, i dibattimenti destinati a finire al macero. Con imputati fino a quel momento incensurati, e quindi liberi fruitori della prescrizione in versione scontata che sembra studiata apposta per l’altra grana del Presidente del Consiglio, il caso Mills.

Che farà il presidente della Repubblica? Nel momento di passaggio del ddl da una Camera all’altra, chiamerà a sé il Guardasigilli Alfano? O eserciterà un’efficace moral suasion attraverso i suoi uffici legislativi, per spiegare che forse qualche dettaglio va ripensato? Sembra un film già visto. E, infatti, l’abbiamo già visto per le intercettazioni e per il processo breve. Potrebbe accadere anche per la prescrizione breve?

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