Processo breve, maratona alla Camera

07 Apr 2011

Ripartito il dibattito, dopo la seduta notturna. Ostruzionismo delle oppisizioni alla legge ridotta a un articolo, che consente la prescrizione abbreviata per gli incensurati. Potrebbe avvalersene il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel processo Mills. Per il Csm è un’amnistia mascherata. Favoreggiamento della prostituzione parlamentare

Si è conclusa poco dopo la mezzanotte nell’aula della Camera la seduta notturna nella quale è iniziato l’esame del testo sul processo breve, che è ricominciato stamani con l’ostruzionismo di Idv e Pd: i deputati dipietristi e democratici infatti intervengono a titolo personale a raffica sui singoli emendamenti ritardando le votazioni. Una manovra tuttavia limitata dal contingentamento dei tempi del  provvedimento.

Il Pdl ha presentato il processo breve alla camera e l’allunga-processi al senato.(qui il resoconto stenografico in corso di seduta). Un voto che appare però a rischio per il centrodestra: il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha convocato, sempre per stamani, una riunione dei parlamentari aderenti a Nuova Italia, all’interno della quale in diversi spingerebbero per non partecipare alle votazioni. E proprio per permettere ai rappresentanti di governo di votare ai lavori della Camera, il Consiglio dei ministri è stato convocato oggi dalle 13 alle 15: incardinato tra le due sedute di Montecitorio.

La cosidetta “legge sul processo breve” è ormai nei fatti ridotta al solo articolo che consente la prescrizione abbreviata per gli incensurati, di cui potrebbe avvalersi il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel processo Mills.

Il Csm, al termine di una lunga e tesa seduta a palazzo dei Marescialli ha definito in un parere formale «un’aminstia sostanziale di fatto» la prescrizione abbreviate, trasmettendo il documento al ministro Angelino Alfano che ora dovrà decidere se tenerne conto o meno. La bocciatura della legge all’esame della Camera da parte del Csm è avvenuta a larga maggioranza: 21 i consiglieri dell’organo di autogoverno della magistratura a favore, contrari i 4 laici indicati dal centrodestra: Annibale Marini, Filiberto Palumbo, Bartolomeo Romano e Nicolò Zanon. Mentre non ha partecipato al voto il laico leghista Matteo Brigandì. Dura la reazione della maggioranza. «E’ sorprendente – hanno commentato i capigruppo del Pdl in una nota congiunta- la ostianzione con cui il Csm persiste nel voler interferire sul lavoro ancora in corso in Parlamento. Non aiuta certo la leale collaborazione fra istituzioni richiamata dalle istituzioni più alte».

«Nessuna interferenza ma pieno rispetto delle prerogative e della legge», ha ribattutto il Vicepresidente del Csm Michele Vietti, esprimendo «l’augurio che il Guardasigilli Alfano ne tenga conto». Anche l’Anm, per parte sua, in un documento ha voluto rinnovare «la forte preoccupazione della magistratura per il merito e la tempistica delle annunciate proposte di riforma costituzionale e di alcune riforme ordinarie in corso di discussione in Parlamento». E ha ribadito «il forte disagio della categoria per i quotidiani attacchi e per il conseguente clima di tensione, accompagnato anche dall’organizzazione di manifestazioni di piazza in prossimità dei palazzi di giustizia e persino all’interno degli stessi, con grave rischio di turbamento della serenità dei giudici impegnati nella decisione di delicate controversie».

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