Le bandiere della dignità

Chissà se esiste un deputato, uno solo su 314, capace di credere davvero che Berlusconi quella notte abbia telefonato in questura per evitare l´incidente diplomatico d´Egitto. Uno solo, un piccolo utile, ma onesto idiota. Uno che non abbia votato una menzogna puerile in totale malafede, in cambio di posti, Poste, poltrone, privilegi, soldi, auto blu, contratti, consulenze, ma per convinzione. Un Chance il Giardiniere della maggioranza, un fesso capitato in una banda di consapevoli mascalzoni. Se esistesse, si potrebbe ancora raccontare questa classe dirigente miserabile, troppo al di sotto anche delle peggiori aspettative. Ma quasi sicuramente non c´è e allora si può dire soltanto il resto, gli altri, quelli fuori a protestare. Davanti al palazzo, al Pantheon, in piazza Santi Apostoli. Tanti, pochi. Abbastanza in ogni caso per dar fastidio a un progetto di sistematica umiliazione.
Nella fase finale del berlusconismo, non tutto si spiega con la necessità stringente di sopravvivere ai processi, con l´interesse del capo e gli affari dei servi. Nel vecchio Berlusconi c´è come una libidine dello svacco, una scommessa, una provocazione. Vedere quanto il Paese, per lui, è disposto a degradarsi agli occhi del mondo. Oggi, a proposito, arrivano le telecamere e gli inviati dal mondo intero per raccontare il processo Ruby, la grottesca sfilata delle olgettine e degli olgettini. Ma ieri lo spettacolo del palazzo era perfino peggiore, da regime vero. Per esser chiari, un regime non è quando si censurano i telegiornali o si fa ministro un´amante o si fanno approvare venti leggi ad personam o ci si circonda di delinquenti e mafiosi o si attenta un giorno sì e l´altro pure alla Costituzione. Questa è soltanto una democrazia (molto) corrotta. Regime è quando riesci a comprarti quelli che fino all´altro giorno ti denunciavano in piazza per le «mignotte ministro», l´attentato alla democrazia, la collusione con le mafie. Perché ogni potere assoluto deve passare anzitutto dalla scomparsa della dignità.
Alla perdita generale della dignità l´ultimo Berlusconi lavora con lena instancabile, si direbbe con entusiasmo, ogni giorno, con qualsiasi mezzo. Si tratti di una legge per sé o d´una barzelletta su fica e culo, della riabilitazione implicita del fascismo o dell´esaltazione dei ladri di Tangentopoli, della spudorata compravendita di parlamentari o di festini con minorenni. È un programma che l´assorbe, lo eccita come un bunga bunga. I problemi veri, le guerre civili alle porte, Lampedusa e L´Aquila possono attendere. Nella furia di abbassare di continuo il prossimo, non risparmia umiliazioni neppure agli alleati fedeli. In fondo, non ha mai dimenticato gli anni in cui la Lega lo definiva il mafioso di Arcore, il riciclatore di soldi sporchi dell´eroina. Quindi pretende proprio da Bossi e dai leghisti il maggior tributo servile, la più isterica delle difese dei propri interessi. Naturalmente, l´ottiene. Poi ci sono i sedicenti responsabili, fenomeno estremo dell´antropologia politica italiana, ma si sconfina appunto nel non raccontabile.
Un gran pezzo dell´Italia, per dirla con Edmondo Berselli, gli va dietro con gioia, da sempre tifosa dello svacco. Ma lo scopo di tanto agitarsi non è ormai il consenso, la mobilitazione dei berluscones pronti a intonare «meno male che Silvio c´è». L´obiettivo vero è il non dissenso, la smobilitazione rassegnata degli altri. Per questa ragione, ogni volta che la protesta scende in piazza sotto la bandiera della dignità e non delle politiche, la reazione della corte è furibonda, uterina, fanatica, immensamente volgare. Come l´espressione di Ignazio La Russa o un titolo di Libero e il Giornale messi insieme. Così è stato dopo il Palasharp, la manifestazione delle donne, quelle di ieri in giro per la Capitale. Agli occhi del servo, la ribellione è un atto di libertà insopportabile. E comunque ricorda che le cose possono cambiare in fretta. I sindaci rideranno pure alle barzellette sguaiate, ma intanto il premier non può presentarsi a una piazza e deve girare al largo da L´Aquila. Il re è nudo. E pure esibizionista.

3 commenti

  • Sono ormai più di 3 lustri che l’italiano degno di questo nome, onesto, lavoratore, rispettoso di se, degli altri e delle leggi sopporta con malcelata pazienza lo strapotere, le malversazioni materiali e psicologiche di questa casta di governo composta nella quasi totalità da inquisiti, da condannati, da recidivi, da contumaci, da concussi e corruttori, cioè dal meglio della feccia; in questo olimpo di ominicchi e quaquaraquà, secondo il colorito linguaggio di Sciascia, mancava anche la figura del lenone e dell’adescatore di minorenni! Tutto questo spiega il perchè ed il come il
    Parlamento italiano sia sempre così disponibile e prono nel votare tutta le leggi monnezza volute dal loro rais. Sorge spontanea la domanda del perchè questi signori (si fa per dire) debbano essere chiamati onorevoli. E’ la stessa gente che pur di farsi eleggere al CSM spergiura su tutto; è frutto di queste menti così elevate proporre nientemeno che il Partito Fascista possa risorgere, visto che la Costituzione lo vieta, ma solo in via transitoria! Sono sempre gli stessi che non avendo idee proprie va a fotocopiare quelle espresse da Gentile nel 1925, contro le quali reagè con veemenza il filosofo Benedetto Croce. Con molta amarezza quindi è necessario convintamente reagire a questo lordume morale soprattutto nel ricordo di quanti ci hanno preceduto e, poco o molto che abbiano potuto fare, hanno contribuito allo sviluppo di questo nostro Paese con il lavoro dei campi così agro da preferire l’emigrazione; con i sacrifici immani nelle trincee del Carso, con la reclusione per motivi politici dei vari Gramsci, Pertini, Spinelli, e di quanti perirono come a Marzabotto o alle Fosse Ardeatine, per citarne solo alcuni. Non possiamo delegare a questo Governo di incolti ed affaristi a tutto spiano il ricordo delle passate generazioni e di tutte quelle vicissitudini, nel bene e nel male, con cui sì è tentato di costruire l’Italia.
    Quindi chiediamo, con una legge di iniziativa popolare, che almeno non si fregino dell’ aggettivo onorevole perchè non l’hanno meritato, oggi più che mai: possano coltivare al meglio le loro discutibili e spesso vergognose frequentazioni, ma soprattutto che non lo facciano a spese nostre ed in nome del popoli italiano, di cui ignorano lingua, storia e tradizioni! Basta! Andassero tutti a quel paese, per dirla con Sordi.
    Italo Fernando Cilli

  • Non ce n’è uno! che cambia? Un abuso d’autorità? Una millanteria?
    Non direi, ha semplicemente dimostrato un interessamento caritatevole per la leggiadra fanciulla caduta nelle spire del peccato. Il funzionario preposto all’ingrato compito ha forse agito con superficialità, ma chi non avrebbe cercato di ringraziarsi i favori del capo del governo?
    La gente muore uccisa dalla peggiore dleinquenza mafiosa, (si abolisce il 41bis in spregio ai martiri illustri caduti al servizio della Nazione) e noi dedichiamo tempo e risorse economiche all’inseguimento di questo “bieco tiranno” che si trastulla col suo harem.
    Se ci si fosse limitati a portare a conoscenza questa pagina ridicola della vita notturna del premier, secondo me, al momento del voto, il popolo sovrano avrebbe saputo fargliela pagare. E non è detto …

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